Questa cometa fa una sosta dalle parti di Giove

Un oggetto proveniente dalla Fascia di Kuiper (una gigantesca ciambella di corpi freddi e piccoli, di cui parlammo quando fu oggetto dell’attenzione della sonda New Horizons), che si trovava tra i pianeti giganti più esterni del sistema solare e che stava viaggiando verso il Sole, si è “fermato” temporaneamente lungo la sua strada e si è stabilito vicino ad una famiglia di antichi asteroidi, chiamati Troiani, che ruotano attorno al Sole lungo la medesima orbita di Giove.

È la prima volta che un oggetto simile ad una cometa viene avvistato vicino ad una popolazione di Troiani. L’oggetto in questione fa parte …

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Il Sistema Solare

Il Sistema Solare è uno dei miei argomenti preferiti del programma di quinta ed è sempre apprezzatissimo anche dai ragazzi. L’universo ha da sempre affascinato gli uomini e le donne di tutti i tempi e vale anche per i nostri ragazzi moderni.Qualche anno fa con una quinta abbiamo scelto di partecipare all’evento di BergamoScienza e per quell’occasione abbiamo realizzato un laboratorio che ci è piaciuto molto e ci ha dato un sacco di soddisfazioni.Riproduzione di una galassia – Arte e ImmagineQuesta esperienza mi ha permesso di produrre e raccogliere un bel po’ di materiale sul Sistema Solare. Ne raccolgo qui una parte che ho conservato.Presentazione del Sistema SolarePer introdurre l’argomento ai ragazzi, ho scritto una storia che vi allego. L’ho intitolata “Con il cielo negli occhi”. Mi piace sempre iniziare nuovi argomenti con dei testi o dei libri e in questo caso scrivere questo breve racconto è stato piacevole anche per me. La trovate QUI!Per prima cosa ho fornito ai ragazzi una scheda informativa sul Sistema Solare, la potete trovare QUI che hanno letto a gruppi, quindi individualmente sul quaderno hanno lavorato con questa scheda (Scheda sul Sistema Solare).Abbiamo visto il video di “Paxi e il Sistema Solare” realizzato dall’ESA. Ne trovate anche altri molto belli sul sito ESAkids (ha una sezione dedicata alla didattica). [embedded content]Carta d’identità dei pianetiQuindi ho diviso la classe in 8 gruppi e ciascun gruppo ha approfondito un pianeta ed ha raccolto le informazioni per realizzare la carta d’identità di ciascun pianeta. Le informazioni sono state registrate sia sul quaderno sia su un cartellone.La carta d’identità del pianeta ha lo scopo di:Evidenziare gli aspetti ritenuti più importanti per ciascun pianeta Fornire gli indizi fondamentali per poter poi costruire i modelli tridimensionali dei pianeti Abbiamo pertanto inserito:”DIMENSIONI” e “DISTANZE ” dei pianeti – per riflettere sul concetto che lo spazio è vuoto, ovvero che le dimensioni dei pianeti sono trascurabili rispetto alle distanze che li separano.“COLORE” e “SUPERFICIE” – per poter ricavare le caratteristiche chimiche e fisiche che serviranno per la scelta dei materiali utili alla costruzione dei pianeti.“TEMPERATURA” – perché dal confronto tra i pianeti si dedurrà che la temperatura dipende: dalla vicinanza o lontananza dal Sole dall’ esposizione verso il Sole,dalla presenza o assenza dell’atmosfera.“ATMOSFERA”, le informazioni trovate ci faranno scoprire che può essere:uno scudo protettivo dalle radiazioni solari e dagli asteroidimolto densa a causa dei gas che la compongonoquasi inesistente per la troppa vicinanza al Sole (forte campo gravitazionale).“SATELLITI”, la presenza o l’assenza e la quantità di satelliti che ruotano intorno ad un pianeta, sono dovute alla forza d’attrazione gravitazionale del pianeta stesso e alla sua posizione rispetto al Sole.“CURIOSITA’”, spazio libero per qualsiasi approfondimento.Carta d’Identità dei PianetiRiduzione in scala dei PianetiUn’attività che ha unito scienze e matematica è la riduzione in scala delle dimensioni dei pianeti e delle distanze.Osservare le dimensioni dei pianeti e della loro distanza dal sole, ci ha permesso di imparare i grandi numeri. Abbiamo visto che l’astronomia è uno di quei campi dove i grandi numeri sono impiegati spessissimo.Per ridurre i pianeti e le loro distanze abbiamo dovuto utilizzare due scale differenti. In matematica ne abbiamo approfittato per parlare dell’approssimazione e dell’arrotondamento, poiché chiaramente le nostre riduzioni in scala non sono perfette ma approssimative e arrotondate. Devo dire che questo lavoro molto concreto ha aiutato i ragazzi a comprendere il concetto senza troppa fatica.Grazie a questa riduzione abbiamo realizzato questa riproduzione:Pianeti in scala realisticaAnche il questo caso ci siamo agganciati alla matematica ed abbiamo affrontato la circonferenza. Per realizzare il cartamodello del sole abbiamo costruito un compasso con gesso e spago. Abbiamo quindi compreso che la circonferenza è 3 volte e un po’ il diametro.Sul quaderno ci siamo esercitati con il compasso e abbiamo disegnato i pianeti:Mercurio con un diametro di 0,5 cm, Venere 1,2 cm, la Terra 1,3 cm, Marte 0,7cm, Giove 14 cm, Saturno 12 cm, Urano e Nettuno 5 cm. Prima i ragazzi hanno dovuto calcolare il raggio per aprire il compasso alla giusta ampiezza.Per la riduzione in scala delle distanze tra i pianeti abbiamo utilizzato una scala differente:Una volta completi tutti i calcoli ci siamo muniti di un rotolo di carta, di un metro e di cartelli con i nomi dei pianeti e, dopo aver misurato e misurato, abbiamo osservato le distanze dei pianeti.Ci siamo resi conto che i pianeti terrestri sono molto vicini tra di loro, mentre i pianeti gioviani sono molto distanti sia rispetto al Sole, sia tra di loro. Abbiamo anche osservato che tra Marte e Giove c’è uno spazio molto grande ed abbiamo ipotizzato che lì potesse anche starci un pianeta, infatti, documentandoci abbiamo scoperto che gli scienziati credono che la cintura asteroidale sia un pianeta che non è riuscito a formarsi. Probabilmente a causa delle forze contrapposte esercitate dal Sole e da Giove.Riproduzione dei pianetiI ragazzi, nei rispettivi gruppi, hanno realizzato i pianeti. La scala per la riproduzione dei pianeti l’ho fornita io:RIPRODUZIONE DEI PIANETI IN SCALAChi sceglierà di cimentarsi in questa attività non potrà esimersi dal ricercare informazioni in merito a COLORE” e “SUPERFICIE”, per poter ricavare le caratteristiche chimiche e fisiche che serviranno per la scelta dei materiali per la realizzazione del modellino.A questo punto direi che se Diametri dei pianeti (1 m = 139.640 Km) per avere una scala coerentePianeti e diametri in cm per i modelliniMercurio 3.5 cmVenere 8.5 cmTerra 9 cmMarte 5 cmGiove 100 cmSaturno 83 cmUrano 36 cmNettuno 35 cmPer i Pianeti terrestri consiglio materiali duri, che richiamino la natura rocciosa di tali corpi.Materiali suggeriti:– palline di polistirolo di 3,5; 5; 9 centimetri – cartapesta per il rivestimento esterno.Per Giove, come per gli altri Pianeti giganti, suggerisco materiali morbidi per riflettere la natura gassosa di questi corpi.Materiali suggeriti:palloni o simili del diametro di 95, 80 e 30 centimetri circaovatta sintetica per il rivestimento esterno.Per la coloritura i pianeti rocciosi possono essere colorati con le tempere, mentre quelli gassosi devono essere colorati con le bombolette.Abbiamo riprodotto il Sistema Solare in diversi modi, anche utilizzando il cibo… ed è stato molto divertente!Sistema Solare in cucinaIn questo video potete vedere un riassunto del lavoro fatto. [embedded content]Per concludere abbiamo parlato dei movimenti della Terra attorno al Sole e su se stessa.Rotazione e rivoluzione dei pianetiI ragazzi si sono avvicinati ai concetti di rotazione e di rivoluzione attraverso delle esperienze pratiche. Nel cortile della scuola abbiamo tracciato le orbite dei pianeti e i ragazzi prendendo il posto dei pianeti hanno rivoluzionato attorno al sole, rendendosi in questo modo conto che i pianeti gassosi, essendo più lontani hanno molta più strada da percorrere per fare un giro completo intorno al sole, mentre i pianeti terrestri hanno un’orbita molto più piccola, pertanto hanno meno strada da fare per compiere una rivoluzione completa attorno al sole.Questa attività ci ha permesso di comprendere il motivo dell’alternarsi del giorno e della notte (rotazione) e delle stagioni (rivoluzione). Per chiarire meglio le idee ai ragazzi, ho fornito loro questa scheda sugli equinozi:La luna e le fasi lunariCome ultimo capitolo del Sistema Solare, abbiamo affrontato la Luna, il satellite della Terra.Abbiamo visto il video di Paxi sulla Luna: [embedded content]Abbiamo costruito la “Scatola della luna” con una scatola delle scarpe. Qui potete trovare le istruzioni. Il risultato è davvero incredibile: sembra davvero di avere la luna in una scatola. Qualcuno l’ha realizzata anche a casa.Abbiamo osservato le fasi lunari anche infilzando con un bastoncino di legno una palla di polistirolo e abbiamo osservato l’ombra del sole su di essa mentre simulavamo una rivoluzione attorno alla Terra.Abbiamo quindi registrato sul quaderno che la Luna è il satellite della Terra, non ha luce propria, non ha atmosfera, non ha acqua se non sotto forma di ghiaccio ai poli.Si è formata, probabilmente dalla collisione di un giovane pianeta con la Terra e da questa collisioni ha avuto origine la Luna.Abbiamo registrato le fasi lunari sul quaderno con questa scheda:Scheda per registrare le fasi lunari. Le alette, dopo aver tagliato il contorno, si piegano e sulla parte non disegnata si scrive il nome della fase solare corrispondente.Abbiamo anche registrato che la Luna compie tre movimenti:attorno alla Terra – RIVOLUZIONEsu se stessa – ROTAZIONEattorno al Sole insieme alla Terra – TRASLAZIONEAllego un pdf sul Sole e sulla Luna che abbiamo letto in classe. Lo potete trovare QUI.Questo laboratorio è stato caratterizzato dal divertimento pertanto non poteva mancare una riproduzione delle fasi lunari utilizzando i biscotti.In questo video vedete le fasi lunari realizzate da me, ma lo abbiamo fatto anche in classe. I ragazzi hanno apprezzato molto. [embedded content]Per concludere allego una scheda di approfondimento e un glossario sul Sistema Solare.VerificaQUI una verifica sul Sistema Solare.

Juice: si avvicina il momento del lancio

Ora è davvero tutto pronto. Il prossimo 13 aprile, ovviamente salvo imprevisti dell’ultima ora, un razzo europeo Ariane 5 lancerà dallo spazioporto della Guyana francese (America meridionale) la sonda Juice, guidata dall’ESA (Agenzia Spaziale Europea), verso il gigante dei pianeti, Giove.
Juice è soprannominata l'”esploratrice delle lune ghiacciate” che ruotano attorno al pianeta. Sarà un lungo viaggio, perché la distanza Terra-Giove si aggira attorno ai 750 milioni di chilometri e la sonda impiegherà ben 8 anni per percorrerli. Juice passerà due volte vicino alla Terra (nell’agosto 2024 e nel gennaio 2029) e una volta vicino a Venere (agosto 2025) per sfruttare la forza di gravità dei pianeti ed ottenere una maggiore spinta verso Giove.

La sonda Juice incapsulata all’interno della carenatura dell’Ariane 5. Poco dopo il lancio, la carenatura si aprirà e Juice si separerà dal razzo.
© Esa

Juice sorvolerà 35 volte le lune di Giove

«La sonda ha un peso di sei tonnellate e il razzo non ha forza sufficiente per mandarla direttamente a Giove», spiega infatti Enrico Suetta, responsabile ricerca e sviluppo spazio e optronica di Leonardo, «e sfruttare la gravità dei pianeti consente di scambiare energia e rendere l’orbita sempre più “larga” sino a intersecare quella di Giove».
L’importanza di Ganimede. Quindi nel 2031 Juice entrerà in orbita attorno al pianeta gigante e quel punto sono previsti 35 sorvoli delle lune ghiacciate: Europa e Callisto, per poi studiare da vicino Ganimede, perché ricco d’acqua e perché possiede un campo magnetico. In tal modo Juice risulterà la prima sonda ad entrare in orbita attorno ad una luna diversa dalla nostra. Non mancherà comunque di studiare il vulcanico mondo del satellite Io e, in modo approfondito, il complesso ambiente di Giove, fondamentale non solo per meglio comprendere la storia del nostro sistema solare, ma anche per meglio comprendere i numerosi pianeti simili ad esso scoperti attorno ad altre stelle.

Questa animazione mostra la struttura interna della luna di Giove Ganimede. Si pensa che Ganimede ospiti oceani liquidi sotterranei che saranno esplorati in dettaglio dalla sonda Juice dell’ESA. Ganimede è anche l’unica luna del Sistema Solare a generare un proprio campo magnetico, che ha complesse interazioni con il vasto campo magnetico di Giove, e Juice studierà la relazione tra i due.
© Esa

Oltre alle lune Juice studierà la grande macchia di Giove

Dalle quattro lune che Juice esplorerà ci aspettiamo molte risposte alle numerose domande che si pongono gli astronomi. Per Europa, per esempio, si cercherà di verificare la possibile presenza di tracce biologiche nel ghiaccio superficiale e si vorrà capire quale sia stata la sua evoluzione geologica. Su Callisto, invece, che è fortemente craterizzato e dunque potrebbe essere un residuo del primo sistema gioviano, ci si aspetta di farsi un’idea di come fosse l’ambiente attorno a Giove ai suoi primordi.
Campi magnetici e ghiaccio. Di Ganimede, che verrà sorvolato ad appena 400 chilometri di quota (con l’idea di avvicinarsi, forse, fino a soli 200 chilometri), si vuole esplorare il campo magnetico, il suo oceano nascosto sotto la coltre di ghiacci, capire come è fatto il complesso nucleo e comprendere l’interazione che la luna possiede con Giove.

Passando anche vicino ad Io si cercherà di comprendere com’è l’attività vulcanica sul corpo più attivo del sistema solare e perché esiste una relazione così stabile tra le orbite di Ganimede, Europa ed IoJuice non mancherà di studiare in modo approfondito Giove.
Innanzitutto la sua atmosfera con i suoi enigmi, dalle temperatura che variano enormemente, ai venti, alla composizione chimica dell’atmosfera superiore. E poi si cercherà di capire perché la Grande Macchia Rossa si sta restringendo e ipotizzare come potrà evolvere in futuro. Infine la sonda cercherà di capire qual è l’età degli anelli di Giove, analizzare la loro composizione e comprendere come sono cambiati nel tempo.

Juice lavorerà a temperature estreme

Per questa ricerca vi saranno a bordo dieci strumenti all’avanguardia, tra cui i più potenti oggi a disposizione per il telerilevamento e lo studio geofisico, mai usati prima nel Sistema Solare esterno. Nove degli strumenti sono guidati da partner europei e uno dalla NASA.Salti di temperatura. Juice include anche un esperimento, chiamato Pride, che effettuerà misurazioni di precisione utilizzando radiotelescopi sulla Terra. Bisogna tener presente che Juice lavorerà in ambienti realmente estremi, dove le radiazioni sono tra le più intense del sistema solare (a quelle della nostra stella si sommano quelle prodotte da Giove), dove la luce solare è 25 volte più debole che sulla Terra (è per questo che i pannelli solari coprono un’area di 85 metri quadrati) e le temperature toccate saranno comprese tra i +250°C, quando si avvicinerà a Venere, e i -230°C, in prossimità di Giove.

La distanza dalla Terra ha richiesto un’antenna di 2,5 metri di diametro per inviare i dati “a casa” e un potente computer di bordo per la risoluzione in automatico di eventuali problemi che si avranno.Si tratta di una missione frutto di «un momento storico irripetibile propiziato da una convergenza di interessi istituzionali, commerciali e militari», sottolinea in conferenza stampa Francesco Rizzi, responsabile del business Spazio & Optotronica di Leonardo, secondo il quale la missione non solo «spinge più in là la conoscenza umana» ma è in grado di «far innamorare dello spazio e attrarre i giovani» necessari a garantire il futuro di una filiera di rilevanza strategica per l’Italia e l’Europa.Juice arriva dopo una serie di missioni che hanno studiato Giove, tra le quali spiccano la Galileo che lavorò attorno al pianeta tra il 1995 e il 2003 e Juno che è ancora in orbita dal 2016.

Presto vi si affiancherà anche la sonda Europa Clipper della NASA che concentrerà i suoi lavori sulla luna Europa. Alla missione Juice partecipano oltre l’Europa anche gli Stati Uniti, il Giappone e Israele.

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