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Io ti guardo, tu mi racconti

Le classi 2D e 2F sperimentano il laboratorio di storytelling autobiografico. 
Gli alunni delle classi 2D e 2F della scuola secondaria di primo grado hanno vissuto un viaggio affascinante nel mondo della scrittura biografica ed autobiografica.

Il laboratorio, che ha visto coinvolte le due classi, parte dall’idea che riuscire a raccontarsi sia fondamentale per condividere una gioia, o a volte, trovare una tregua dall’amarezza, dal dolore o dalla paura. Le storie, i racconti generano emozioni, disegnano personaggi nei quali identificarsi, trasmettono valori, insegnano a risolvere problemi. 

Oggi si è molto rivalutato la possibilità di cogliere e di descrivere il mondo attraverso la narrazione. Al racconto autobiografico è stato riconosciuto un forte valore pedagogico, di conseguenza esso è entrato nella scuola come prassi educativo-didattica.

Se l’apprendimento poi è collaborativo è più facile rimuovere gli ostacoli e mettere in gioco le abilità di ognuno. 

Raccontare e raccontarsi diventa per l’alunno una possibilità per acquisire la propria identità nel gruppo, per sentirsi riconosciuto e per rafforzare i rapporti interpersonali. 

Dopo aver spiegato le caratteristiche principali dei generi del testo biografico ed autobiografico le docenti di italiano Barbara e Cinzia Pedrazzi hanno proposto ai ragazzi un laboratorio di storytelling.

Gli alunni hanno avuto la possibilità di narrare oralmente un’esperienza personale, significativa della propria vita scegliendo tra alcuni possibili temi proposti dalle docenti. 

In un secondo momento i ragazzi si sono trasformati in biografi e si sono “scambiati” le vite: ciascuno ha scritto la storia dell’altro.

Questo “scambio di storie” ha permesso a tutti, soprattutto ai più timidi, di esprimersi serenamente e di confrontarsi con i propri compagni. a narrazione è stata facilitata dalla realizzazione di un’autobiografia per immagini. Tutti i ragazzi hanno scelto una propria fotografia e l’hanno incollata al centro su un foglio.

Dopo hanno aggiunto altre immagini, ritagliate da riviste, libri o stampate da internet, tutte intorno a quella centrale. Naturalmente tali immagini non sono state scelte in modo casuale ma in base al valore che hanno avuto nel raccontare di sè.

Si è venuto così a comporre un “racconto” fatto di sovrapposizioni, immagini che ne nascondono altre, oggetti che esprimono passioni, forme eccentriche, accostamenti singolari ma che sono stati il frutto della loro volontà  di mostrarsi in modo diverso e originale.

A questa attività, naturalmente, é seguito lo storytelling orale, fondamentale per la conoscenza e la condivisione delle proprie storie autobiografiche.

Diversi sono i motivi per i quali si decide di scrivere un’autobiografia: per esporre le proprie idee, la propria filosofia di vita, il proprio modo di vedere le cose ma può essere anche un documento storico nel caso di personaggi che hanno partecipato o sono stati testimoni di eventi importanti.

Proprio all’interno delle lezioni di storia i docenti Mario Pio Cirillo e Barbara Pedrazzi hanno pensato di proporre agli alunni delle classi 2F e 2D un approfondimento attraverso la biografia. 

Gli alunni hanno realizzato un libro delle facce. “Il libro delle facce” nelle scuole statunitensi era l’annuario delle foto di tutti gli studenti della scuola, attraverso cui rivedere i vecchi compagni o scoprirne di nuovi appartenenti ad anni diversi. Oggi il libro delle facce (facebook) collega miliardi di persone di tutto il mondo.

Proponiamo a ciascun ragazzo della classe la realizzazione di un libro delle facce. Il prodotto finito sarà un libro creativo in formato “fisarmonica” che presenterà da un lato tutta la classe dall’altro lato l’immagine dei personaggi storici più significativi con la relativa biografia. 

Infine, il tema della biografia è stato elaborato dagli alunni attraverso un percorso di reinterpretazione digitale della Storia che ha permesso di dare voce ad alcuni grandi personaggi dell’Età moderna. Con l’ausilio di specifiche app per la creazione di contenuti audiovisivi, infatti, a parlare sono dunque volti noti della narrazione storica, le cui voci, però, spesso si perdono nelle epopee legate ai loro nomi, nella moltitudine dei fatti narrati, nella magnificenza delle loro gesta.

Così, attraverso le “biografie animate” realizzate dai ragazzi ascoltiamo, tra gli altri, Cristoforo Colombo raccontarsi, ogni volta con voci diverse e venature narrative differenti, in un inconsueto gioco di studi e interpretazioni che tenta di accorciare le distanze tra personaggi da studiare e persone da (ri)conoscere.

Tramite il confronto con le identità forti della Storia, gli alunni hanno quindi la possibilità di indagare il passato in maniera critica e trasversale, ma “entrando” poi, di fatto, nei personaggi e dando nuova vita alle loro esistenze di carta, creano un nuovo legame con essi.  

In un tempo scandito ormai dai modelli e dai ritmi delle nuove culture digitali, l’importanza di continuare a raccontarsi, costruendo narrazioni della propria quotidianità, conferma la centralità della biografia come strumento imprescindibile di introspezione e di confronto con gli altri. Apprenderne i meccanismi di generazione, evoluzione e storytelling può rappresentare una delle chiavi per decifrare meglio la contemporaneità e muoversi agilmente in un futuro sempre più alimentato non soltanto dalla Storia collettiva, ma dalle innumerevoli storie individuali che costellano lo spazio delle relazioni digitali. 

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