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Oggi è la Giornata mondiale dell’Ambiente

Basta riempirsi la bocca di parole vuote sull’inquinamento da plastica: nella Giornata mondiale dell’ambiente 2023 (World Environment Day) che si celebra oggi, 5 giugno, l’appello a tutto il mondo è proprio quello di arginare la diffusione di questo tipo di rifiuto, #beatplasticpollution. Mentre i delegati ONU discutono a Parigi su una bozza di un trattato globale e legalmente vincolante contro l’inquinamento da plastica, ecco dieci numeri incredibili che danno un’idea dell’entitĂ  del problema.

460 milioni DI TONNELLATE: la plastica prodotta nel mondo ogni anno, secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). Il dato è relativo al 2019: rispetto al 2000, la produzione è piĂą che duplicata, e se non poniamo un freno potrebbe quasi triplicare entro il 2060, raggiungendo le 1231 milioni di tonnellate.

353 milioni DI TONNELLATE: i rifiuti di plastica generati nel mondo, sempre secondo l’OCSE. Quasi due terzi di essi provengono da plastiche con un ciclo di vita inferiore ai cinque anni, soprattutto packaging per il cibo (40%), beni di consumo (12%), abiti e tessili (11%). Significa che la maggior parte dei rifiuti di plastica proviene da oggetti che buttiamo via dopo pochissimi utilizzi o uno soltanto.

34,6 chili: i rifiuti di plastica prodotti in un anno da ogni cittadino europeo, se si considera soltanto il packaging (dati Eurostat). Di questi, solo 13 chili vengono correttamente riciclati. Si stima che in totale, nell’Unione Europea siano prodotte ogni anno circa 30 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica.

9%: la percentuale dei rifiuti di plastica riciclata globalmente nel 2019, secondo l’OCSE. E del resto, che ne facciamo? La metĂ  finisce nelle discariche, il 19% negli inceneritori, il 22% viene scartato in natura o bruciato all’aria aperta. Ogni anno ben 22 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica sono liberate nell’ambiente, soprattutto – nel caso delle macroplastiche – per lo scorretto conferimento dei rifiuti nella spazzatura. 

3,4%: la percentuale di emissioni globali di gas serra dovuta alle materie plastiche nel loro intero ciclo di vita. Nel 2019, la plastica è stata responsabile di 1,8 miliardi di tonnellate di gas serra emessi, per il 90% provenienti dalla produzione (che sfrutta i combustibili fossili). Secondo Human Rights Watch, se continueremo a usare e richiedere plastica a questi ritmi, le emissioni relative a questo settore mangeranno il 15% dell’ammontare massimo di CO2 che può ancora essere immessa in atmosfera entro il 2050, se si vuole contenere il riscaldamento globale entro i limiti descritti negli Accordi di Parigi.

400.000-1 milione: le persone che ogni anno nei Paesi in via di Sviluppo muoiono per cause prevenibili legate all’inquinamento da plastica, secondo l’organizzazione no-profit Tearfund, soprattutto per le pericolose sostanze chimiche rilasciate nell’ambiente dai fumi tossici dei rifiuti di plastica inceneriti, ma anche per la dispersione delle plastiche nell’ambiente, il loro accumulo nei corsi d’acqua, nei terreni agricoli e nella fauna.

139 milioni di tonnellate: la plastica che si è accumulata negli ambienti acquatici tra il 1970 e il 2019 secondo l’OCSE. Di queste 30 milioni si troverebbero attualmente nei mari e negli oceani, e a causa della montagna di spazzatura di plastica ancora in attesa di essere smaltita, è come se ogni minuto finisse nei mari l’equivalente in plastica del contenuto di un intero camion della spazzatura.

100.000: il numero stimato di animali marini uccisi ogni anno dalla plastica, anche se è molto difficile stabilire il numero di vittime con esattezza. I rifiuti di plastica possono rappresentare un serio pericolo per due ragioni: perchĂ© intrappolano le creature acquatiche – è il caso delle reti e di altre attrezzature di pesca in materiali plastici abbandonate in mare – o perchĂ© finiscono ingeriti, scambiati per cibo. Un pasto letale che una volta consumato, può portare al soffocamento o a un falso senso di pienezza che fa morire l’animale di fame.

26.000 tonnellate: il peso dei rifiuti di plastica finiti nei mari a causa della pandemia di covid, che ha aumentato la domanda di prodotti monouso come maschere, guanti e strumentazioni ospedaliere. 

5 grammi: la quantitĂ  di plastica che ingeriamo ogni settimana attraverso la catena alimentare e dell’acqua, l’equivalente in peso di una carta di credito.

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