Articoli Correlati

PULCINI, CARTA VELINA

Ciao a tutti, oggi vediamo come creare i pulcini carta velina della maestra Annabella Mangia e delle sue classi 2B e 2C , istituto Don Milani Bari .I vasetti sono una splendida idea anche per riciclare il vetro.

Tempo fa ho fatto anche io dei pulcini, pitturando però il vetro prima con un aggrappante bianco e successivamente con della tempera gialla, Annabella, invece, ha fatto ricoprire i vasetti dai bambini con carta velina e colla vinilica. Davvero una splendida idea! I

bambini, una volta asciutti i vasetti hanno incollato gli occhietti mobili, il becco in cartoncino, delle ali di piume e infine le zampe, con una specie di base per il vasetto stesso, di gomma eva.

Grazie per la condivisione, bellissimo lavoro

Per altro a tema pulcini qui

I PULCINI OVETTO

I PULCINI BALLERINI biglietto-lavoretto CON VIDEO

BIGLIETTO PASQUA, CERCHIO PULCINO free download, video dimostrativo

IL PULCINO PARTICOLARE filastrocca, pensiero, pixel art con codici

IL PULCINO IN PIXEL ART CON FILASTROCCA

PULCINI PIATTINI CON CARTONCINO E TEMPERA

UOVA PULCINI, 3 VERSIONI

How did dinosaurs become nidificavano?

Tre scheletri fossili di adulti e molte uova, fra cui quelle di cinque covate con embrioni sono state ritrovate Guizhou, nella Cina sud occidentale. La scoperta ha permesso a un team di ricercatori, guidati dallo scienziato cinese Fenglu Han, di approfondire come nidificavano i dinosauri in uno studio pubblicato su National Science Review.

Una nuova specie. Le uova ritrovate appartengono a una nuova specie di dinosauro sauropodomorfo primitivo, di medie dimensioni, lungo circa 6 metri e pesante una tonnellata, battezzato con il nome di Quanlong shouhu. Il dinosauro visse nel Giurassico inferiore, cioè circa 190 milioni di anni fa. Gli embrioni presentano alcune differenze rispetto agli adulti, come la forma ancora immatura della testa e il rapporto di lunghezza fra arti anteriori e posteriori. Tanto da indicare che i giovani usciti dall’uovo camminavano a quattro zampe mentre da adulti sarebbero diventati bipedi.

Sistema riproduttivo. Il Quanlong avrebbe presentato un comportamento riproduttivo di tipo sociale, cioè la nidificazione in colonia, analogamente ad altri sauropodomorfi primitivi, come l’africano Massospondylus e il sudamericano Mussaurus, entrambi comparsi nel Triassico superiore (circa 210 milioni di anni fa). Nello studio il team di scienziati si è concentrato anche sulla natura delle uova, per capire che struttura avessero quelle dei primi dinosauri.

Questione di guscio. Bisogna premettere che i rettili e gli uccelli (questi ultimi oggi anche detti “dinosauri aviari”, considerata la loro evoluzione dai “dinosauri non aviari” teropodi) depongono nel loro insieme uova con tre tipi di guscio: uova dal guscio molle, uova dal guscio duro e uova coriacee. Le uova dal guscio molle hanno una membrana di rivestimento che presenta uno strato calcareo molto sottile (generalmente inferiore a 60 μm). Uova dal guscio molle sono per esempio quelle delle lucertole moderne (eccetto alcuni gechi) e dei serpenti. Le uova dal guscio duro hanno invece uno spesso strato calcareo (solitamente superiore a 200 μm), come quelle degli uccelli, dei coccodrilli e di alcune uova di tartaruga. Il terzo tipo riguarda le uova coriacee, una via di mezzo tra quelle dal guscio morbido e quelle dal guscio duro, come nella Chelydra serpentina, la testuggine azzannatrice americana.

Uova coriacee. I ricercatori hanno utilizzato varie tecniche per esaminare la microstruttura del guscio d’uovo di Qianlong, per arrivare alla conclusione che il dinosauro deponeva uova coriacee (con uno strato calcareo di circa 160 μm). Hanno poi esteso questa qualità ai primi dinosauri, con buona pace delle contrastanti correnti di pensiero che volevano le loro uova molli o dure fin dall’inizio.

Innovativo. Lo studio cinese fa anche alcune scoperte che riportano alla biologia della riproduzione lungo il filo che dai dinosauri porta agli uccelli: il sauropodomorfo Qianlong aveva uova già relativamente grandi con un guscio calcareo abbastanza spesso e una postura di pre-schiusa degli embrioni transitoria tra i coccodrilli e gli uccelli viventi, con uno schema di schiusa sincrono. Le analisi comparative dimostrano che le prime uova di dinosauro erano coriacee, ma relativamente piccole in confronto a quelle degli uccelli, con un guscio d’uovo ellittico piuttosto lungo.

L’anello evolutivo. Il cambiamento più significativo nella morfologia delle uova, lungo la traiettoria dinosauri-uccelli, si è verificato quando comparvero i dinosauri teropodi. La scoperta, al di là del suo tecnicismo che conferma la discendenza degli uccelli dai dinosauri teropodi, ci ricorda il livello di cure parentali che fu raggiunto da questi ultimi in tempi molto antichi.

L’avvento della cura. Prendersi cura dei piccoli è un sistema per massimizzare il successo riproduttivo ed è alla base della socialità negli esseri viventi. Fra i vertebrati le cure parentali furono “inventate” dai rettili mammiferi del Permiano (circa 250 milioni di anni fa) che essendo con tutta probabilità vivipari (vedevano nascere i propri figli) risolsero il dilemma fra accudirli o andarsene lasciandoli al loro destino, a favore del comportamento di cura.
Per chi, come i pesci o i rettili, deponeva uova, invece la soluzione del dilemma era molto meno scontata. Più facile staccarsi da uova che un giorno si sarebbero schiuse da sole, che da un paio di occhioni che ti guardano.

Nutriti e accuditi. I dinosauri covavano le uova fin dal loro esordio nel Triassico superiore, come i moderni uccelli, e le vedevano schiudersi. I giovani di Massospondylus, per esempio, oltre che presentare tutti i segnali degli animali bisognosi di cure genitoriali, come testa e occhi grandi, non avevano denti, indizio che dovevano essere nutriti. Dai nidi di Adrosauri (dinosauri ornitopodi dal becco d’anatra), ritrovati nel Montana dal paleontologo Jack Horner, si è dedotto che i piccoli restavano nei nidi nei vari gradi di sviluppo, alimentati dai genitori che preferivano nidificare in colonia. Anche per quanto riguarda il teropode Citipati, studiato in Mongolia dal paleontologo russo Serjei Kurzanov, risulta evidente che i piccoli di questo carnivoro venivano alimentati nel nido, come dimostrano i resti spezzettati di prede trovate fossilizzate accanto a loro.

Inetti e precoci. Sia i protosauropodi Massospondylus e Mussaurus, sia gli ornitopodi Adrosauri, sia i teropodi della Mongolia, avevano una prole di “inetti” che cioè uscivano dall’uovo senza essere in grado di muoversi né di alimentarsi da soli, come oggi i piccoli dei merli o dei falchi pellegrini.

Per i dinosauri erbivori sauropodi si preferisce invece ipotizzare che i piccoli uscissero dall’uovo piuttosto formati e in grado di seguire la madre come una chioccia. Quindi si parla di “precoci”, come oggi lo sono i piccoli dei fagiani o degli struzzi.

Chi se ne prendeva cura? Ma fra i dinosauri chi curava i piccoli? Solo la madre o entrambi i genitori? Nelle migliaia di specie di uccelli presenti oggi sul pianeta, nella grande maggioranza dei casi sono entrambi i genitori ad accudire. Una caratteristica talmente diffusa da fare sospettare una sua origine filogenetica. E cioè che anche gran parte dei dinosauri condividessero, maschio e femmina, le cure parentali.

VAI ALLA GALLERY

Fotogallery
Sulle tracce dei dinosauri

Vuoi rimanere aggiornato sulle nuove tecnologie per la Didattica e ricevere suggerimenti per attività da fare in classe?

Sei un docente?

soloscuola.it la prima piattaforma
No Profit gestita dai

Volontari Per la Didattica
per il mondo della Scuola. 

 

Tutti i servizi sono gratuiti. 

Associazione di Volontariato Koinokalo Aps

Ente del Terzo Settore iscritta dal 2014
Tutte le attività sono finanziate con il 5X1000