Bimbi imbrattano i bagni della scuola di feci, supplente li sgrida: condannata dopo denuncia dei genitori

6 Aprile 2022

La singolare storia è accaduta all’istituto comprensivo di Fornovo di Taro, Parma. La 60enne insegnante condannata a un mese e 20 giorni di reclusione. La denuncia del comitato Gilda.

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Dopo che una collaboratrice scolastica si era lamentata perché i bagni erano stati imbrattati di feci, una maestra ha redarguito gli alunni che all’epoca frequentavano una quinta di scuola primaria dell’Istituto Comprensivo di Fornovo Taro (Parma) dove la 60enne era stata chiamata per qualche ora di supplenza. Ma i richiami fatti agli scolari, non sono piaciuti ad alcuni genitori, tanto da arrivare a denunciarle.

Per la maestra, finita a giudizio per “abuso di mezzi di correzione”, anche l’accusa ha …..

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Gli alunni imbrattano i bagni di feci, la maestra li sgrida, i genitori la denunciano. Condannata a 50 giorni di reclusione

Di redazione

Una docente è stata denunciata e, dopo oltre quattro anni di processo, il Tribunale di Parma l’ha condannata a un mese e 20 giorni di reclusione (con il beneficio della sospensione condizionale e della non menzione) per “abuso dei mezzi di correzione”.
La ricostruzione della vicenda
Dopo che una collaboratrice scolastica si era lamentata delle condizioni dei bagni imbrattati di feci, la maestra ha redarguito gli alunni che, all’epoca, frequentavano la quinta classe di una scuola primaria di un istituto comprensivo della provincia di Parma dove la docente era stata chiamata per una supplenza.
Dopo i richiami fatti agli scolari, alcuni genitori l’hanno denunciata. La donna, che è finita a giudizio per “abuso di mezzi di correzione”, ha avuto la “magra consolazione” che anche l’accusa ne chiedesse l’assoluzione di fronte all’evidente irrilevanza penale della contestazione. Non è stato dello stesso avviso, però, il giudice che l’ha condannata.
La Gilda: “Troppo comodo scaricare tutto sui docenti”
La Gilda degli Insegnanti di Parma e Piacenza, tramite il suo coordinatore Salvatore Pizzo, auspica che l’insegnante “scelga di ricorrere nei successivi gradi di giudizio e ancora una volta rivendica che le autorità preposte non procedano solo e sempre a carico degli insegnanti, anche in questo caso pare che nessuno abbia agito per l’evidente ‘colpa in educando’ contro i genitori”.
“La ‘colpa in educando’ è ben richiamata non solo nel Codice Civile (art. 2048), ma anche nella Costituzione (art.30). Non si è mai vista un’amministrazione pubblica essere così reticente di fronte a fatti evidenti. Troppo comodo scaricare tutto sui docenti”, si legge in una nota del sindacato.

Pubblicato in Cronaca

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