Edward Weston, realtà astratta negli scatti in mostra a Brescia

1. Edward Weston Bertha Wardell Nude 1927 © Center for Creative Photography Arizona Board of Regents

WESTON. Edward, Brett, Cole, Cara. Una dinastia di fotografi: la mostra al Museo di Santa Giulia a Brescia

Cominciò l’avventura per realizzare ritratti da autodidatta Edward Weston, era il 1902.  Aveva 16 anni. Non immaginava certo che sarebbe divenuto uno degli artisti dal percorso più coerente della “straight photography”,  la composizione non creata artificialmente, ma eseguita direttamente dalla realtà.

La mostra “WESTON. Edward, Brett, Cole, Cara. Una dinastia di fotografi”, fino al 24 luglio al Museo di Santa Giulia a Brescia, racconta, attraverso una selezione di 40 lavori, le immagini più significative del suo iter artistico: dai nudi alle dune di sabbia, dai famosi “vegetable” – peperoni, carciofi, cavoli trasformati in sculture – alle conchiglie. Sono esposti anche 40 lavori realizzati dai figli Brett e Cole e della nipote Cara.

Edward WEston   Pepper, 1930Edward WEston Pepper, 1930
 

Dopo il College of  Photography dell’Illinois, Edward si sposta in California: prima ritoccatore, poi assistente di laboratorio. I suoi ritratti rivelano uno stile ancora pittorico.

Poi la svolta: tra 1921 e 1922 inizia a sperimentare, cercare motivi astratti, condizioni di esposizioni originali: ecco frammenti di visi e  nudi precisi nei particolari. Cambia il modo di vedere le persone: abbandonata la ritrattistica che aveva caratterizzato la prima parte della sua carriera, si concentra su una ripresa diretta che implica un rapporto speciale con la modella. Una fra tutte Tina Modotti, allieva e amante, con cui vivrà in Messico tre anni. In mostra il ritratto “Tina”. 

Edward Weston   Tina Modotti, 1924Edward Weston Tina Modotti, 1924
 

Si specializza in nudi e nature morte, iniziando una straordinaria serie di studi sugli ortaggi, trasformando forme e profili di semplici melanzane, cavoli, peperoni in sensuali nature morte astratte, grazie al “close-up”.

Poi le conchiglie. Che, fotografate con la stessa inquadratura ravvicinata, ben lontano da sussurrarci canti di oceani cristallini, suggeriscono immagini dell’inequivocabile sapore erotico.

Tutte stampe di grande formato in bianco e nero, ordinate, curate e perfettamente a fuoco, sfruttando la massima profondità di campo degli obbiettivi. Nessun ritocco dell’immagine. “La fotocamera va utilizzata per registrare la vita, per restituire la vera sostanza e quintessenza della cosa in sé, indipendentemente che sia acciaio o carne. Un approccio attraverso il realismo”, scrisse nei suoi diari.

Durante la guerra, si rifugia nella sua tenuta in California. Colpito dal Parkison, nel 1948 deve abbandonare la macchina fotografica. Morirà 71enne dieci anni più tardi. La rassegna è l’appuntamento più atteso del programma della quinta edizione del Brescia Photo Festival, dal titolo Le forme del ritratto, fino al 24 luglio al Museo di Santa Giulia e in altre sedi.

WESTON. Edward, Brett, Cole, Cara. Una dinastia di fotografi

Museo di Santa Giulia – Via dei Musei  81 – Brescia

31 marzo – 24 luglio 2022

Orari: martedì – domenica ore 10-18

www.bresciamusei.com

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