Anselm Kiefer a Palazzo Ducale a Venezia: la magnificenza del contemporaneo
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La nuova “opera-totale” di Anselm Kiefer nella Sala dello Scrutinio è una installazione che ribalta ogni schema e coglie tutti di sorpresa, impossibile restare indifferenti. L’arte contemporanea entra prepotente nel cuore della storia, nel palazzo del potere della Serenissima con una serie di dipinti che dialogano con uno degli spazi più importanti di Palazzo Ducale: la sala in cui si eleggeva il Doge.
Gabriella Belli
Anselm Kiefer viene invitato nel 2019 dalla Fondazione Musei Civici Veneziani (MUVE) a confrontarsi con la storia in un dialogo tra passato e presente, tra i dipinti di Tintoretto, Andrea Vicentino e Palma il Giovane.“Volevo realizzare con Kiefer un progetto di arte pubblica nel senso più semplice del termine: pittura come strumento per la collettività, per interrogarsi e riflettere sul valore dell’arte e su quanto la sensibilità di quest’artista straordinario avrebbe potuto catturare e restituirci del nostro tempo presente” scrive A, direttore della Fondazione Musei, nel suo saggio introduttivo all’opera.
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Titanica e sorprendente epifania
Poi l’acqua grande del novembre 2019, il lockdown, le drammatiche vicende in cui il mondo ha vissuto questi ultimi due anni hanno ribaltato tutte le premesse e hanno contribuito a far diventare la nuova creazione del pittore tedesco quella titanica e sorprendente epifania che è.Tutta la complessità del tempo che stiamo vivendo si manifesta e avvolge completamente lo spettatore nella Sala dello Scrutinio, ricoperta di tele e trasformata in un monumentale atto di testimonianza, che afferma la sua identità nel presente, con echi premonitori allo strazio provocato da ogni guerra, ma che assorbe simboli e ispirazione della storia millenaria della Repubblica del Leone.
Del resto la mostra di Kiefer, oltre a essere parte della quinta edizione di MUVE Contemporaneo, è direttamente legata alle celebrazioni per i 1600 anni dalla fondazione di Venezia.
Trentatré grandi tele che compongono l’installazione
Per le trentatré grandi tele che compongono l’installazione, Kiefer ha scelto un titolo emblematico “Questi scritti, quando verranno bruciati, daranno finalmente un po’ di luce”; una citazione dagli scritti del filosofo veneto Andrea Emo (1901-1983), riportata sulle tele che compongono l’opera di ingresso alla mostra, nella Sala della Quarantia Civil Nova, dove dei libri bruciati pendono su un orizzonte livido e brulicante di pali/croci, al fondo del quale si stagliano comunque bagliori di luce.
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