Nuovo reclutamento docenti, cosa cambia realmente?
Da più di una settimana non si fa altro che discutere del nuovo reclutamento dei docenti del ministro Bianchi, ma cosa c’è di vero? Al momento nulla, solo le dichiarazioni del ministro che ha esposto la sua idea di scuola che peraltro non piace a nessuno, né ai sindacati, né al M5S e nemmeno al suo partito, il PD.
Un ministro solo che con il trascorrere dei mesi si è messo all’angolo ed ha fatto tutto da solo.
Tuttavia abbiamo assistito ad una tempesta di titoloni da parte della solita stampa sensazionalistica che annunciavano il nuovo reclutamento dei docenti, quando di nuovo non vi era un bel niente se non le dichiarazioni del ministro seguite dal nulla, anzi da una vera e propria alzata di scudi.
Riforma del reclutamento dei docenti, la proposta del ministro Bianchi
In cosa consiste la proposta di reclutamento del ministro Bianchi? Intanto insiste sui 60 CFU, passaggio universitario “scontato” che tutti i ministri dell’Istruzione provenienti da quel mondo propongono. Tali CFU tuttavia andrebbero sommati a percorsi universitari specifici per l’insegnamento dalla durata quinquennale, “laurearsi docente” per svolgere tale professione. Bastano questi nuovi titoli per essere immessi in ruolo? No, il ministro poi non può esimersi dal passare da una fase concorsuale e selettiva così come previsto dalla Costituzione.
Insomma, la proposta è stata bocciata dagli stessi partiti di maggioranza e dagli stessi sindacati e come si direbbe in gergo calcistico 0 a 0 e palla al centro!
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