La scuola pubblica tra Scilla e Cariddi
Naviga in cattive acque, la Scuola Pubblica della Repubblica Italiana. Rischia il naufragio, travolta dalla furia post-omerica di “Scilla e Cariddi”.
Da una parte infuria la progressiva e inarrestabile distruzione del ruolo sociale dei docenti delle Scuole di ogni ordine e grado, fino agli oltraggi alla dignità e gli attacchi alla loro incolumità perpetrati da genitori e alunni troppo spesso impuniti.
Dall’altra, l’incalzare di pseudo-riforme disorganiche, sia in termini organizzativi che didattici, e “punitive” nei confronti degli insegnanti, bollati come incompetenti e pelandroni.
Anziché aprire al dialogo con le donne e gli uomini di Scuola, che tutti i giorni stanno nelle trincee dell’istruzione e dell’educazione delle nuove generazioni, calano dall’alto o sbocciano nei giardini di soggetti privati, forse interessati a fagocitare le risorse economiche disponibili, idee prive di fondamento pedagogico e metodologico-didattico.
Sosteneva Piero Calamandrei: “[…] E poi c’è un altro pericolo forse …..
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