Il cielo nero della Russia visto dalla narrativa
Un Grande Muro separa la Russia dai nemici esterni. A fare a pezzi quelli interni ci pensano gli oprichniki, i servizi segreti dello zar. “Oltre il Grande Muro c’erano cyberpunk dannati che succhiavano il nostro gas illegalmente, cattolici ipocriti, protestanti spudorati, buddisti folli, musulmani malvagi, o anche solo senzadio corrotti, satanisti che si agitavano nelle piazze al suono della musica maledetta, drogati surgelati, sodomiti insaziabili che si sfondavano il culo a vicenda nel buio, lupi mannari lugubri, che mutavano la propria immagine, quella data da Dio, e plutocrati avidi, virtuali malefici, tecnotroni spietati, sadici, fascisti e megaonanisti…”. Sto leggendo Cremlino di zucchero, l’ultimo romanzo di Vladimir Sorokin tradotto in Italia (da Atmosphere Libri). “Un’enciclopedia dell’anima russa, un cocktail a base di vodka, neve e sangue… con qualche cucchiaino di zucchero”, promette la fascetta editoriale. E’ una parodia degli argomenti di Putin e di quelli del suo ispiratore Aleksandr Dugin. Anzi, quasi un’esposizione autentica, fedele all’originale, come spesso più veri dal vero che in parodia sono i personaggi imitati da Crozza.
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Continua la lettura su: https://www.ilfoglio.it/cultura/2022/05/02/news/il-cielo-nero-della-russia-visto-dalla-narrativa-3957655/ Autore del post: Il Foglio Quotidiano Fonte: https://www.ilfoglio.it/