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A spasso con Rondino.

Gli alunni dell’I.C. “A.Gramsci” in viaggio alla scoperta degli aspetti storico-artistici della città di Aprilia.
Gli alunni dell’I.C. “A.Gramsci” di Aprilia hanno iniziato un avvincente viaggio che li porterà alla scoperta degli aspetti geografici, antropologici e culturali della propria città con l’intento di comprendere il senso di cittadinanza e sviluppare un’idea di appartenenza al territorio nel quale vivono.

L’unità didattica rivolta agli alunni di tutti e tre gli ordini di scuola è stata realizzata all’interno dell’insegnamento di educazione civica ma ha carattere pluridisciplinare e sarà coordinata dalle docenti referenti Catanzaro Vincenza, Orsini Giovanna e Pedrazzi Barbara.

Conoscere ed amare la propria città può contribuire certamente a valorizzare il territorio, a salvaguardare e tutelare il paesaggio ed educare al rispetto del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni.

Punto di partenza per questa nuova avventura saranno ancora una volta i libri ed in modo particolare gli albi illustrati.

A suggerire le metodologie e le strategie più stimolanti ci verrà in aiuto il progetto lettura d’Istituto con le sue numerose proposte.

La scuola dell’infanzia Arcobaleno propone un laboratorio mirato alla conoscenza dell’ambiente della propria città.

Le metodologie utilizzate saranno: osservazione, ricerca, circle time, dialoghi e manipolazioni.

L’attività avrà inizio con un tour virtuale attraverso l’utilizzo di Google Maps e con l’aiuto di Rondino i piccoli esploratori conosceranno chiese, parchi, scuole, piazze, monumenti principali della città di Aprilia e la loro storia.

L’attività si concluderà con la realizzazione di una mappa della città e di un plastico eseguito con del materiale di riciclo.

Per la scuola primaria Marconi le proposte di laboratorio sono state pensate per dare spazio ai pensieri dei bambini sul luogo e sul territorio in cui abitano.

Che cosa pensano i bambini delle città in cui vivono? Cosa colgono i loro occhi di piccoli e acuti osservatori? E se lasciassimo spazio alla loro fantasia come le vorrebbero: più verdi, super tecnologiche o come un grande parco dei divertimenti?

È una raccolta di idee che si concretizza, inizialmente, attraverso un libero brain storming, facendo saltar fuori tante idee.

E, in un secondo momento, disegnando ciò che hanno pensato e immaginato.

Tutto è partito da qui e sta proseguendo con la realizzazione di un libro pop up sulla loro città ideale, utilizzando i colori per descriverla (La mia città è verde come i suoi parchi… è rossa come i suoi semafori… è nera come lo smog che ci rende tutti neri uguali…).

Il lavoro sarà poi completato anche con la realizzazione di un lapbook sulla città di Aprilia per conoscere meglio il proprio paese sia attraverso l’osservazione diretta sia attraverso un lavoro di ricerca e approfondimento di gruppo.

Gli alunni della scuola secondaria di primo grado, invece, avranno il compito di realizzare un servizio di guida turistica ad un bene culturale del territorio e produrranno un depliant illustrativo su Aprilia per la visita guidata alla città.

Breve storia di Rondino
Nel 2011 la città di Aprilia ha festeggiato il 75° anniversario della sua fondazione: in quella circostanza le professoresse Barbara e Cinzia Pedrazzi hanno proposto agli alunni della scuola secondaria di primo grado di realizzare un opuscolo dal titolo “Aprilia Raccontami”.

Il progetto ha avuto inizio da ricerche storiche condotte dagli studenti, arricchite poi da interviste, giochi linguistici, e perfino incontri con giornalisti e storici locali.

Tra i vari elaborati uno in particolare aveva suscitato tra i lettori grande interesse: il fumetto con protagonista Rondino.

Rondino è un simpatico ragazzo con il naso rotondo e buffo con un fantastico spirito da esploratore. Attraverso il suo viaggio ci presenta Aprilia, i monumenti storici più rilevanti e gli scorci più suggestivi.

Cinque anni dopo, in occasione dell’80° anniversario della fondazione della città Rondino torna alla ribalta con una nuova veste e viene pubblicato il secondo volume Aprilia Raccontami 2.

Il progetto anche in questa circostanza sarà sostenuto e patrocinato dal Comune di Aprilia e presentato alla cittadinanza in occasione delle diverse manifestazioni organizzate per festeggiare gli ottanta anni della città.

Nel 2016 Rondino tornerà a parlare di Aprilia e sarà premiato nella cerimonia finale della manifestazione “Note d’Autore” promossa dal Comune.

Nel 2017 attraverso il progetto Educhange e con la collaborazione dell’Associazione culturale “Radici con le ali” Rondino arriva in Colombia.

Nel 2019 Rondino sarà presentato ai maestri Claudio Cottiga, Dino Massarenti e Piero Cuccinardi esperto di fotografia aerea durante una manifestazione organizzata dall’Istituto.

Nel mese di Maggio sempre del 2019 gli alunni del nostro Istituto hanno avuto la possibilità di incontrare l’ingegnere Marco Adami dell’Azienda AresCosmo di Aprilia, con sede in via delle Valli, che da molti anni opera nei settori dell’aeronautica, della difesa e dello spazio.

In quest’occasione nasce l’idea di realizzare il volumetto con il titolo di Aprilia Raccontami 3. Avventure nello spazio.

Protagonista ancora una volta Rondino che questa volta tenterà un viaggio spaziale verso Marte con l’intento non solo di far conoscere la nostra città ma anche con l’idea di iniziare la produzione di kiwi sul territorio marziano.

Purtroppo il sopraggiungere dell’emergenza sanitaria, a seguito della diffusione del Covid, non ha permesso di veder realizzato quest’ultimo progetto che speriamo di poter presentare alla città di Aprilia il prima possibile.

Nel frattempo Rondino continuerà ad avvicinare in modo creativo ed avvincente le nuove generazioni alla scoperta della città di Aprilia.

Seguiteci per scoprire le nuove avventure.

Anche le nuvole hanno uno scopo nella vita di ciascuno: come insegnare a coltivare il potere della semplicità

Di Antonio Fundarò

Una vita semplice, vissuta semplicemente e nella semplicità è, certamente e indubbiamente una vita più consapevole. È significativo vivere nella semplicità perché è nella semplicità, abbandonando (per sempre) alle sovrastrutture della vita e delle organizzazioni delle classi (meglio delle attività nella classe) che noti la bellezza nei dettagli: lo noti nelle basi della nostra vita, nel momento della declina. Per coltivare il potere della semplicità è necessario osservare, assorbire e assimilare l’essenzialità. Allora la semplicità diventa parte integrante della tua vita. Qualche giorno fa, nel tentativo di fare un complimento, ho scritto: “apprezzato per la tua semplicità”. Pensavo e ritenevo, perché è così, d’avere fatto un complimento. Ma mi sono state richieste spiegazioni ed, evidentemente, non è usuale questo gesto straordinario che vive nella comunità della semplicità. Ecco, la “semplicità”. Quella ricercata e agognata da tanti. La storia, difatti, narra di donne e uomini passati alla storia per la loro semplicità ma la nostra quotidianità ha fatto smarrire il gusto della semplicità.

Ciascuno di noi è “lasciato cadere”
Vi racconto una bellissima riflessione, utile a essere trasferita ai nostri alunni, della scrittrice C. Lumen. Scrive “Anni fa, mi sono seduto sul bordo di un mucchio di sabbia a Central Park a New York City. A terra vidi un germoglio alto un centimetro con due larghe foglie emergere energico dalla sabbia. Guardando in alto, ho notato che ero seduto sotto un albero gigante – molto vecchio, molto saggio – che aveva lasciato cadere la piantina in un posto dove potesse crescere. Ho ricevuto il messaggio. Ciascuno di noi è “lasciato cadere” dal Tao, il Tutto Ciò Che È, in un luogo in cui possiamo crescere. Non sono sicuro che il germoglio sul bordo del mucchio di sabbia a Central Park sia durato molto più a lungo, ma sono stato fortunato ad essere piantato in luoghi in cui posso crescere, se non prosperare”. Qui risiede il potere e il mistero della semplicità. Questo potere stratosferico, che abbiamo smarrito, può essere osservato, quotidianamente, nelle nostre relazioni con il nostro ambiente naturale.
Anche le nuvole hanno una loro finalità nella vita di ciascuno: insegniamolo ai nostri alunni
Quanti di noi adorano le nuvole, i giochi che fanno nel cielo, ciò che costruiscono e quanti colori e sfumature riescono a realizzare nel cielo. Sono espressive e contengono quella dinamicità che dovrebbe avere ciascun essere vivente, ciascuna comunità, la nostra scuola, la vita dei nostri alunni. La loro semplicità offre lezioni di vita significative. Le nuvole fluttuano e, se le miriamo con maggiore intensità, ci accorgiamo che cambiano forma. A volte portano tempeste e presagi funesti, a volte si limitano a pascolare nel cielo, come le pecore sul prato. E oziano, si limitano a rimanere immobili, almeno apparentemente, ai nostri occhi, nascondendo a tratti i raggi del sole. Che potente lezione di vita è quella offerta dalle nuvole: come le nuvole anche la nostra vita si dipana, talvolta, oziosamente, e noi ci limitiamo ad ammirarla. A scuola, spesso, insegniamo e premiamo la dinamicità, la velocità; a scapito della semplicità e della lentezza. Premiamo i nostri alunni che sono dove sono e godono della bellezza della semplicità, di un disegno, di una canzone, di una lettura, d’una poesia scelta tra tante ma profondissima e quietante il nostro animo. Insegniamo ai nostri alunni, almeno una volta a settimana, a scegliere ciò che vogliono fare e a lasciarsi fluttuare dalla bellezza delle arti e, talvolta, del pensiero e della parola. Premiamoli per la loro creatività, per la loro originalità, per le proposte bizzarre.
Abbiamo mai chiesto ai nostri alunni di ascoltare il vento?
Quanti di noi docenti e quanti dei nostri alunni ascoltano il vento spontaneamente? A volte è così potente da fischiare alle orecchie; di suggerire parole dolci e di coccolare le nostre paure. A volte fa lacrimare i occhi. “Altre volte – scrive Lumen – rinfresca la guancia o riordina i capelli. È molto da fare per un semplice gioco da ragazzi. C’è molto potere nel presentarsi semplicemente”. E ritorna il tema della semplicità quella che, come docenti, non siamo proprio in grado di insegnare e, purtroppo, talvolta, neppure di apprezzare, vittime come siamo d’un mondo che corre troppo velocemente e che non ci dà tempo per fare altro.
Il potere della notte che nessuno considera mai né docenti né alunni
C’è un grande potere nella notte. Quanti di noi l’ascoltano davvero? Abbiamo mai provato a chiedere ai nostri alunni di descriverla? Di tracciarne la musicalità; di evidenziarne i colori? Perché la notte canta e parla ed ha colori; tantissimi colori. Nella notte moltissimi animali svolgono alacremente la propria vita notturna. Avete mai sentito i rumori allegri degli insetti? La luna illumina il paesaggio quando c’è e lo colora; gli dona colori tenui e evidenzia il potere delle ombre e delle luci che si alternano e ballano. Proviamo a stare, semplicemente, seduti nella notte; proviamo ad ascoltare sentendoci (e facendo sentire i nostri alunni) parte integrante della natura. Vedremo, solo allora, quanto è potente quella semplicità che non consideriamo mai, abituati come siamo a narrare i colori del giorno, la frenesia della vita e il rincorrersi dei minuti e delle ore. Semplicità tradita, talvolta, dalla mancanza di tempo da dedicarci.
Il “Non troppo” come guida più autorevole per comprendere la natura e noi stessi
Ci avete mai pensato alla circostanza del fatto che è la rapidità che rovina la tranquillità del mondo? I fiumi alimentano tranquillamente la crescita lungo le loro sponde quando scorrono tranquillamente. Quando le acque arrivano quiete al mare. Se si riversano all’impazzata nel territorio circostante, a causa delle alluvioni e di piene improvvise, distruggono tutto, modificano la vita di animali e persone, della stessa natura nella sua complessità. Il troppo e la rapidità distruggono ogni cosa. Il “Non troppo” è la chiave per usare la natura come linea guida per la semplicità che non sappiamo vivere e che non sappiamo insegnare.
Semplicità e consapevolezza vadano mano nella mano
La semplicità e la consapevolezza proseguono il loro andare avanti, il loro vivere nella quotidianità e sul pianeta, mano nella mano. Può essere un’idea che abbiamo o che hanno i nostri alunni o un oggetto che hanno creato, che vogliono realizzare o, semplicemente, che hanno visto del più immenso laboratorio che è la natura. Quando nella vita noi o i nostri alunni dobbiamo o devono fare delle scelte, è necessario tenere al fianco solo le cose più significative, quelle ispirano, quelle che incoraggiano ad andare avanti e a non fermarsi, neppure davanti alle avversità della vita. La consapevolezza autocosciente del valore unico della semplicità ci consente di apprezzare la bellezza, il significato di ogni cosa che abbiamo e di ogni valore che possediamo, di ogni passo, dell’abbraccio appena scambiato col compagno di banco o con un collega. È facile, troppo facile, purtroppo, nella nostra società, trascurare il potere delle cose semplici.
C’è soddisfazione nella semplicità
Ciascuno di noi ha l’opportunità di fare molte cose nella vita. Impariamo (e noi docenti, insegniamo) a fare le cose in linea con la nostra passione. Semplicità è bontà; semplicità è utilità, in primis, per noi; semplicità ci fa star bene; semplicità è utile al mondo del servire. Bisogna prendere del tempo per assaporare tutte le bellezze che ci circondano. C’è pace nella semplicità. Siediti in silenzio e semplicemente “sii” te stesso. Insegniamo ai nostri alunni ad essere noi stessi. Concediti il tempo per i pensieri, rilassati, ascolta. Insegniamo ad apprezza ciò che sono (e impariamo ad apprezzare ciò che siamo): quanto siamo al sicuro. Ci sono passi da compiere verso la semplicità; ci sono passi da insegnare verso una vita di consapevole autoconsapevolezza dove tutto è apprezzato e considerato nella sua straordinaria bontà e utilità. È necessario diventare più consapevoli di noi stessi. È necessario prendersi del tempo per apprezzare le cose molto piccole. La vita è semplice: sarebbe necessario e utile compiere un passo alla volta, una scelta per volta. Possiamo farcela e dobbiamo iniziare dalle nostre classi.

Pubblicato in Didattica

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