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Coca-Cola e Riot Games, partnership pluriennale per Wild Rift Esports

Riot Games e Coca-Cola hanno annunciato una partnership pluriennale che lega League of Legends: Wild Rift e Wild Rift Esports al marchio di bevande. Coca-Cola, in quanto founding partner globale, collaborerà per realizzare esperienze dedicate ai fan, dando accesso a ricompense ed esperienze personalizzate, tra cui una serie di contenuti settimanali. I primi frutti di questa partnership sono visibili nella recente campagna digitale di Coca-Cola, intitolata “It Must Be Real”, che include scene dell’eSport di Wild Rift. Wild Rift Esports, il primo approccio all’eSport mobile di Riot Games, ha lanciato la sua prima stagione competitiva ufficiale nel 2022, con la formazione di otto regioni e un finale di stagione globale. Varie squadre di tutto il mondo si affronteranno in tornei regionali per qualificarsi al primo torneo internazionale di Wild Rift, il Campionato Globale Wild Rift Icons, che si svolgerà in estate. Le date e la sede della finale verranno annunciate prossimamente. Questa non è la prima volta che Coca-Cola collabora con Riot Games: dal 2014 al 2016, Coca-Cola ha sponsorizzato il Campionato Mondiale di

League of Legends
, collaborando con i cinema locali di diversi paesi.

“Sappiamo che il gioco su dispositivi mobili è parte fondamentale del futuro del gaming e siamo felici di poter lavorare con un leader del settore come Riot Games, capace di unire sport e intrattenimento”, ha dichiarato Brad Ross, vicepresidente globale risorse, influencer e partnership di The Coca-Cola Company. “Coca-Cola è stata tra i primi partner dell’eSport di League of Legends e conosciamo per esperienza la potenza che ha il gioco nell’unire persone di tutto il mondo, tanto nella competizione quanto nel tifo. Coca-Cola è al fianco di ogni appassionato, pronta a rinfrescare e rigenerare tanto i giocatori quanto i fan”.”Coca-Cola ha supportato il lancio di quello che ora è il più grande eSport del pianeta, ossia quello di League of Legends. Sono quindi entusiasta del fatto che vedano un futuro anche per l’eSport di Wild Rift”, ha affermato Leo Faria, capo globale dell’eSport di Wild Rift a Riot Games. “Questa collaborazione abbraccerà oltre 100 paesi, incluse le otto leghe regionali su cui si basa il nostro sport”. Alan Moore, produttore esecutivo di League of Legends: Wild Rift in Riot Games, ha aggiunto: “Siamo molto contenti di poter lavorare fianco a fianco con Coca-Cola per migliorare l’esperienza dei giocatori di tutto il mondo in Wild Rift. Poter contare sul loro supporto mentre continuiamo ad aggiungere funzionalità e contenuti a Wild Rift creerà nuove possibilità dentro e fuori dal gioco”.[embedded content]

I 10 oggetti più strani volati nello spazio

Numerosi oggetti strani sono finiti nello spazio da quando l’uomo ha iniziato l’esplorazione al di fuori del nostro Pianeta. Gli astronauti hanno portato con sé di tutto – palline da golf, foto di famiglia, giocattoli, calendari “piccanti”… Una volta toccò persino a un’automobile essere lanciata verso lo spazio profondo. Ora è il turno di Shaun, la pecora superstar della serie animata britannica Shaun the sheep: sarà l’unica astronauta della missione lunare Artemis 1 (che non prevede equipaggio umano a bordo). Curiosi di saperne di più? Ecco la lista degli oggetti secondo noi più originali che sono volati in orbita, almeno fino a oggi.

1. La pecora Shaun. «Un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l’umanità», disse Neil Armstrong. Adesso, parafrasando la storica frase del primo uomo che mise piede sulla Luna, il grande passo è per le pecore. È quanto, ironicamente, ha fatto intendere il direttore dell’Esplorazione umana e robotica dell’ESA, David Parker, annunciando Shaun, il pupazzo della serie animata Shaun, the sheep come unico membro dell’equipaggio del modulo Orion della missione lunare Artemis I: «Questo è un momento emozionante per Shaun e per noi dell’ESA. Siamo molto felici che sia stato selezionato per la missione e capiamo che, anche se potrebbe essere un piccolo passo per un essere umano, è un passo da gigante per le pecore».
La missione della navicella spaziale Orion, che verrà lanciata a fine agosto 2022, sarà dunque controllata da Terra grazie Shaun che dal 2020 ha iniziato un programma di addestramento per astronauti. Il viaggio sarà davvero stellare: Orion eseguirà un sorvolo della Luna, utilizzando la gravità lunare per guadagnare velocità e spingersi a 70.000 km oltre dal nostro satellite, a quasi mezzo milione di km dalla Terra. Mai un uomo è andato così lontano. Ora il grande onore tocca a una pecora.

2. La Tesla Roadster di Musk. Con il lancio del Falcon Heavy del 6 febbraio 2018, il miliardario americano Elon Musk, fondatore di SpaceX, lanciò la sua Tesla Roadster rosso fiammante: alla guida, un manichino chiamato Starman. Una volta fuori dall’atmosfera, il guscio dell’ultimo stadio del Falcon Heavy si aprì, esponendo l’auto all’ambiente spaziale. Il 9 febbraio 2018 l’auto fu fotografata, ma ormai non si sa in quali condizioni sia, né se tornerà mai sulla Terra.
Durante il suo viaggio spaziale, la Tesla Roadster potrebbe essere stata distrutta dall’impatto di micro meteoriti. Inoltre, le radiazioni hanno forse causato la degradazione di alcune sue parti, come i sedili in pelle, gli pneumatici di gomma, e la carrozzeria in fibra di carbonio. Le componenti inorganiche come il telaio in alluminio, i metalli interni e alcune parti di vetro potrebbero invece resistere più a lungo: potenzialmente per milioni di anni, ma non si sa se in una forma riconoscibile. Una curiosità: dopo il lancio, Musk pubblicò la foto di uno dei componenti elettronici della Tesla Roadster su cui era scritto “fatto sulla Terra da umani”. 

Marketing spaziale: bere la Coca Cola anche in orbita.
© Focus

3. Orlogi Omega e coca cola. Si sa: la pubblicità è l’anima del commercio sulla Terra, figuriamoci nello spazio. Infatti, nel luglio 1969, quando l’Apollo 11 atterrò sulla Luna, Omega fece sapere che gli astronauti indossavano i suoi orologi. In seguito, nel 1985, la Coca Cola cambiò la formula della bevanda e brevettò una speciale lattina pur di essere bevuta nello spazio. E poi, in orbita arrivarono anche bicchieri e un distributore di Cola. Tutto, ovviamente, a prova di assenza di gravità.

4. La rivista Playboy. Nel 1969, Playboy era tra le rivista più vendute al mondo. E così, quando Charles Conrad e Alan Bean in viaggio sull’Apollo 12, hanno aperto un armadietto del modulo di controllo hanno trovato questa pagina del calendario di Playboy. Uno scherzo dell’equipaggio ai titolari della missione (a proposito, guarda la gallery donne nude sulla Luna).

Il calendario di Playboy in missione con l’Apollo 12? Uno scherzo dell’equipaggio.
© Focus

5. Palline da golf. «Nella mia mano sinistra ho una piccola palla bianca che è familiare a milioni di americani», dichiarò  all’Agenzia spaziale a Houston l’astronauta Alan Shepard, in missione nel 1971 con l’Apollo 14. Shepard era un grande appassionato di golf e durante la sua camminata sulla Luna portò con sé due palline da golf che, nonostante i guanti e la pesante tuta spaziale, riuscì con una mano sola a colpire: la prima, dopo un breve tragitto, si arrestò vicino a un cratere; la seconda, a causa della forza di gravità, ridotta di un sesto rispetto alla Terra, viaggiò – a detta di Shepard – per molte miglia. In realtà, oggi è stato calcolato che la prima palla cadde a una distanza di 22 metri, mentre la seconda a 36 metri.6. Barbie astronauta. Anche i giocattoli sono andati nello spazio molte volte per essere testati dagli astronauti, a partire dal 1985 con la STS-51D del 1985, la missione spaziale del programma Space Shuttle. Tra i tanti, anche una semplice trottola che ha sfidato la forza di gravità. A fine aprile 2022, insieme a Samanta Cristoforetti, è approdato nello spazio l’ultimo giocattolo: la Barbie a sua immagine e somiglianza. D’altra parte, la bambola più famosa al mondo ha sempre amato lo spazio: la prima Barbie astronauta è nata negli anni ’60. 

Due Barbie cosmonaute lanciate nello spazio dalla Mattel.
© Mattel

7. una pistola TP-82. I cosmonauti sovietici non vanno mai nello spazio senza un’arma. La tradizione è nata nel 1965, quando il Voschod 2, a causa di un guasto ai freni, atterrò a circa 1.500 km dal punto previsto di atterraggio: la foresta siberiana. In quel periodo dell’anno, lupi e orsi sono più aggressivi e avere un’arma sarebbe stato molto utile se gli astronauti fossero stati aggrediti prima dell’arrivo dei soccorsi. Da quella missione, i cosmonauti russi sono sempre andato nello spazio con una pistola TP-82 che negli anni fu sostituita da armi automatiche.

8. La Costituzione Italiana. Paolo Nespoli, nella sua prima missione spaziale del 2007 a bordo dello Space Shuttle Discovery, portò da Cape Canaveral la Costituzione della Repubblica Italiana. Lo rivelò l’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano durante un collegamento: «È il nostro e il vostro breviario comune», disse.

Paolo Nespoli ha portato nello spazio la Costituzione della Repubblica Italiana.
© Shutterstock

9. Foto di famiglia. Charles Duke, l’astronauta dell’Apollo 16, portò con sé una foto della sua famiglia per lasciarla sulla Luna. Sul retro della fotografia si legge: «Questa è la famiglia dell’astronauta Charlie Duke del pianeta Terra che è atterrato sulla Luna il 20 aprile 1972». Ormai, a causa dell’esposizione alle radiazioni del sole, la foto sarà completamente bianca, ma il suo gesto da buon padre di famiglia è rimasto famoso. 
10. monete. Nel luglio del 1961, l’astronauta Gus Grissom (che il 27 gennaio 1967 rimase ucciso nell’incendio dell’Apollo 1) al ritorno da 15 minuti di volo suborbitale, aveva in tasca monete varie e 30 biglietti da un dollaro. Non aveva calcolato, però, che avere le tasche della tuta spaziale pesanti in attesa di un elicottero di salvataggio nel bel mezzo dell’oceano Atlantico poteva essere rischioso…

La foto fatta dall’astronauta della NASA Charles Duke quando ha lascaito sulla Luna la fotografia di famiglia con una dedica.
© NASA

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