Texas, un ragazzo fa strage in una scuola elementare

Texas, un ragazzo fa strage in una scuola elementare

Forze di polizia davanti alla Robb Elementary School a Uvalde, Texas Dario Lopez-Mills /AP

Armi. Un killer 18enne apre il fuoco e uccide 14 bimbi e un insegnante alla Robb Elementary School. Il conto delle vittime e dei feriti potrebbe aumentare. Un massacro senza fine, simile a quello di Sandy Hook nel 2012 e a tanti altri, anche in queste settimane

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I 100 colpi sparati da Salvador Ramos, il 18enne autore della strage nella Robb Elementary School di Uvalde, ha acceso i riflettori sui tentennamenti e il ritardo con cui la polizia texana ha affrontato l’emergenza, una delle stragi più sanguinose della storia statunitense: 21 morti tra cui 19 bambini. L’inadeguata risposta degli agenti al killer al momento sotto indagine potrebbe finire al centro di azioni disciplinari, cause e anche accuse penali. Secondo alcuni esperti la sparatoria è stata talmente mal gestita su più livelli che un “agnello sacrificale” sarà trovato per inviare un segnale forte e chiaro. Le accuse penali sono raramente portate avanti contro le forze dell’ordine nella sparatorie nelle scuole, anche se non mancano eccezioni. È il caso della strage di Parkland, Florida, dove una ex guardia è stata accusata di essersi nascosta durante la sparatoria che ha causato 17 morti. Potenziali sanzioni amministrative – come la sospensione, le dimissioni forzate o il licenziamento – sono una delle strade percorribili. Per quanto riguarda le responsabilità civili, la legge prevede l’”immunità qualificata” per gli agenti di polizia dalle cause a meno che le loro azioni non siano state in chiara violazione delle norme. Questa è un’opzione che i genitori delle vittime potrebbero perseguire e che sarà probabilmente al centro di dure battaglie legali.
Due mesi fa il distretto scolastico di Uvalde aveva organizzato un addestramento per gli agenti contro un ipotetico sparatore, usando materiale con istruzioni secondo cui la priorità per chi interviene è fermare le uccisioni affrontando l’assalitore, mettendo a rischio la propria vita e “mostrando rari atti di coraggio per salvare innocenti”. Ciò che non hanno fatto gli agenti nella scuola elementare di Uvalde, accusano i genitori delle vittime e i media Usa dopo che anche il capo della polizia del Texas ha definito un errore non aver sfondato la porta dell’aula dove si era barricato il killer. Anche Greg Abbott, il governatore repubblicano sostenitore della vendita di armi e per questo travolto dalle polemiche, ha detto in una conferenza di essere stato “fuorviato” quando ha ricevuto le prime informazioni su quanto accaduto nella scuola elementare teatro della strage e di essere “assolutamente furioso”. Il governatore ha chiesto che gli investigatori facciano piena luce sull’operato della polizia, dopo che sono emersi ritardi e decisioni “sbagliate” nell’intervento per fermare il killer.

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Sul fronte delle indagini è emerso che il killer è uscito da un armadio e ha iniziato a sparare contro gli agenti fedarli del Border Patrol prima di essere ucciso dai loro colpi. Gli agenti federali del Bortac, divisione speciale della polizia dell’immigrazione americana, come riporta il Washington Post citando alcune fonti, sono entrati nella classe dove era barricato il killer e lo hanno visto uscire da un armadietto e iniziare a sparare. Salvador Ramos non ha però avuto scampo, ed è stato ucciso. A quel punto gli agenti si sono dedicati ai bambini, molti dei quali erano abbracciati per consolarsi, molti altri morti.

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Intanto la maggioranza degli insegnanti americani è contraria all’idea di essere armati in classe. L’idea di armare maestri e professori, ventilata a più riprese dei repubblicani, non è ritenuta una risposta adeguata alle sparatorie in quanto è solo una distrazione rispetto ai problemi reali di sicurezza. E ieri sul tema è tornato anche l’ex presidente Donald Trump che ha parlato a Houston è stata ospitata l’assemblea della National Rifle Association la potentissima lobby delle armi. “Ci sono insegnanti armati e guardie nelle scuole dai tempi di Columbine ma questo non ha fatto la differenza”, afferma sul Guardian Elizabeth Boyd Graham, insegnante di liceo a Houston. “Se più armi fossero la risposta adatta e ci rendessero più sicuri a scuola, allora questo sarebbe il paese più sicuro al mondo. Ma non lo è e gli stati con le leggi più deboli sulle armi sono quelli che registrano la violenza maggiore“, aggiunge. Un sondaggio del 2019 condotto su 2.900 insegnanti negli Stati Uniti dalla California State University ha rivelato che il 95,3% dei professori ritiene che non dovrebbero essere armati in classe.

Strage in una scuola elementare a Uvalda in Texas, 21 morti

L’America sotto shock per la strage alla scuola elementare di Uvalde, in Texas. Diciannove bambini e due adulti, di cui un insegnante, sono stati uccisi a sangue freddo in classe da un ragazzo di 18 anni, Salvador Ramos. Un massacro che allunga la striscia di sangue negli Stati Uniti dove ci sono state più di 200 sparatorie di massa dall’inizio dell’anno.
Evidentemente scosso e con le lacrime agli occhi, Joe Biden si rivolge agli americani e al Congresso e chiede un’azione sulle armi. “Possiamo e dobbiamo fare di più. E’ il momento di trasformare il dolore in azione” e di affrontare la lobby delle armi, afferma Biden appena rientrato dal suo viaggio in Asia e con a fianco la First Lady Jill Biden vestita tutta di nero.
Parlando dell’ennesimo “massacro” il presidente si definisce “stanco e arrabbiato” e si rivolge direttamente agi americani: “Perché vogliamo vivere con questa carneficina? Perché continuiamo a consentire che questo accada? Per l’amor del cielo dov’è la nostra spina dorsale?”. Da qui l’appello a norme di buon senso sulle armi affinché tragedie come questa possano essere evitate. “Non venitemi a dire che non possiamo avere un impatto su queste carneficine”, aggiunge. Gli fa eco la vicepresidente Kamala Harris: “Quando è troppo è troppo, ora bisogna agire”. Parole pesanti arrivano anche da Barack Obama, presidente durante la strage di Sandy Hook del 2012. “Io e Michelle siamo a fianco delle famiglie di Uvalde. Ma siamo anche arrabbiati”: sono passati dieci anni da Newtown e “il nostro Paese è paralizzato non dalla paura, ma da una lobby delle armi e da un partito politico che non hanno mostrato alcuna volontà di agire per prevenire queste tragedie. E’ scaduto il tempo per agire, per qualsiasi tipo di azione”, dice senza mezzi termini Obama.

Agenzia ANSA

Il diciottenne autore della strage alla scuola elementare del Texas “sparava a chiunque e a qualsiasi cosa si trovava davanti. Appena entrato nell’edificio ha iniziato a sparare a bambini, insegnanti e chiunque fosse sulla sua strada”, riferiscono dei testimoni (ANSA)

LA DINAMICA – La rabbia dei democratici si sfoga mentre su quanto accaduto ancora non c’è molta chiarezza. Il killer ha sparato prima alla nonna e poi ha avuto un incidente di auto vicino alla Robb Elementary School. Sceso dall’auto con fucile e giubbotto antiproiettile, ha cercato di entrare nella scuola superando il blocco di alcuni agenti: una volta nell’edificio ha aperto il fuoco in alcune classi. Il ragazzo è poi stato fermato dalla polizia che lo ha ucciso sul posto.
CHI E’ IL KILLER – Di Ramos si sa ancora poco: era uno studente di un liceo dell’area e poco prima della strage ha contatto una sconosciuta su Instagram dicendole che aveva un segreto che voleva condividere: “sto per…”. Alla ragazza comunque non ha confessato quale era il gesto folle che aveva in mente e che ha portato a termine qualche ora dopo. Sul suo account Instagram il killer aveva postato un selfie e foto di armi, inclusa una con due fucili uno accanto all’altro. Non è chiaro se si tratta delle armi usate per la strage. Quello che si sa è che il ragazzo per il suo 18mo compleanno ha acquistato due fucili.

Agenzia ANSA

La star dei Los Angeles Lakers LeBron James su Twitter: “Sono i nostri bambini e noi continuiamo a metterli in pericolo a scuola. Sul serio, “A SCUOLA” dove dovrebbero essere più al sicuro” (ANSA)

La strage è avvenuta a due giorni dalla fine dell’anno scolastico in un’area a prevalenza di ispanici, e ha preceduto di qualche giorno la convention annuale della National Rifle Association, la potente lobby della armi. L’appuntamento è infatti per venerdì a Houston, nel Texas che piange ora i bimbi uccisi, e vi sono previsti gli interventi di Donald Trump e del governatore dello stato Greg Abbott. Proprio su Abbott in questo ore si stanno concentrando le critiche per aver ammorbidito di recente le leggi sulle armi. E’ anche rispuntato un suo tweet del 2015 in cui invitata i texani a correre ad acquistare di armi. “E’ imbarazzante. Il Texas è solo secondo dietro alla California per gli acquisti di armi nuove. Muovetevi”, aveva twittato. La strage ha già riacceso il dibattito sulle armi nel mezzo della campagna elettorale delle primarie in vista delle elezioni di metà mandato. Non è comunque scontato che la spinta del momento si traduca in azione, visto che le stragi che si sono succedute nel corso degli anni non sono riuscite a superare l’impasse in Congresso.

Agenzia ANSA

Da Columbine a Sandy Hook, la strage delle armi da fuoco (ANSA)

FAMIGLIE IN ATTESA – Le autorità non hanno ancora notificato a tutti i genitori la morte dei loro figli nella sparatoria alla scuola elementare del Texas perché sono in corso gli esami del Dna. Lo riporta Cnn citando alcune fonti, secondo le quali alcuni bambini feriti nella sparatoria in Texas non sono ancora stati ricongiunti con le loro famiglie.
IL CORDOGLIO DEL PAPA – “Ho il cuore affranto per la strage nella scuola elementare in Texas. Prego per i bambini, per gli adulti uccisi e per le loro famiglie. E’ tempo di dire basta al traffico indiscriminato delle armi! Impegniamoci tutti perché tragedie così non possano più accadere”. Lo ha detto papa Francesco in un appello al termine dell’udienza generale.

Agenzia ANSA

Il killer della scuola elementare del Texas lavorava da Wendy’s, catena di ristoranti americana con un punto vendita non lontano dal luogo della strage. Si Instagram aveva pubblicato una selfie con due fucili (ANSA)

LA RIFORMA DELLE ARMI –  I democratici spingono sulla riforma delle armi dopo la sparatoria nella scuola elementare in Texas. Il leader dei democratici in Senato, Chuck Schumer, intende forzare un voto nei prossimi giorni su dei provvedimenti che rafforzano i controlli su coloro che acquistano armi, rispolverando misure che i repubblicani hanno già bloccato in passato. La Camera ha già approvato i due provvedimenti lo scorso anno ma il Senato non ha ancora agito. La speranza dei liberal ora è che alla luce della nuova strage e del crescente consenso degli americani per controlli più stringenti, i provvedimenti possano essere approvati in modo bipartisan. Gli ultimi sondaggi segnalano come la maggioranza degli americani sia favorevole a controlli sui precedenti più duri per gli acquirenti di armi.

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