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Scuola: ecco le pagelle dei personaggi storici

Non disperate troppo se andate male a scuola, avete avuto una brutta pagella e dovete sostenere gli esami di riparazione. Sono molti i vip e i personaggi famosi di ogni epoca che non se la cavavano tanto bene a scuola. L’ultimo, in ordine cronologico, è sicuramente Piero Angela, la cui pagella, ripescata dagli archivi storici del suo liceo torinese e pubblicata dopo la sua morte, ha lasciato tutti di stucco: il famoso divulgatore scientifico, nella sua carriera scolastica, infatti, fu rimandato alla sessione autunnale in svariate materie. La performance peggiore? Il quarto anno di liceo, quando meritò l’insufficienza in italiano, latino, matematica, fisica e perfino scienze. E, nonostante le 12 lauree honoris causae che si guadagnò durante la carriera giornalistica, fa notizia ancora oggi la sua scelta di rinunciare a laurearsi in Ingegneria per lavorare in Rai. Diamo una sbirciata tra i banchi di scuola dei grandi personaggi, dall’antichità a oggi, attraverso l’articolo “Le pagelle dei grandi” di Biagio Picardi, tratto dagli archivi di Focus Storia.

Alessandro Magno: il principe ribelle. Alessandro (356-323 a.C.), futuro “Magno”, fu affidato dal padre Filippo II di Macedonia a Leonida dell’Epiro per la matematica, il tiro con l’arco e l’equitazione. Il ragazzo, però, era uno studente ribelle e il suo secondo tutore, Lisimaco di Acarnania, dovette ricorrere ai giochi di ruolo per insegnargli la storia greca e la letteratura, facendo interpretare al principe il suo idolo: Achille.
L’insegnante più importante, però, fu Aristotele, che dai 13 anni lo introdusse a filosofia, poesia, teatro, scienze naturali e politica. La materia preferita dal giovane restava l’Iliade, ma era attratto dall’esoterismo e dalla zoologia. I suoi studi terminarono a 16 anni quando, dichiarato maggiorenne dal padre, iniziò la sua strepitosa carriera militare.

Maria Antonietta e i corsi di recupero. Alla corte d’Austria nel 1755, anno di nascita di Maria Antonietta, le madri erano impegnate a dare alle figlie più un buon partito che una bella pagella. E così la futura regina fu affidata alla timorosa contessa di Brandeiss, che per compiacerla la faceva correre nel prato invece di leggere e scrivere. Studiò così poco, da arrivare a 13 anni quasi analfabeta.
La ragion di Stato, però, la salvò dall’ignoranza: nel 1768 mamma Maria Teresa decise di darla in sposa al delfino di Francia. Le ordinò quindi di prendere lezioni di dizione da due attori, scandalizzando il re francese Luigi XVI, che per la “promessa sposa” aveva mandato a Vienna l’abate di Vermont. Maria Antonietta prese in simpatia il nuovo maestro e studiò di buona lena religione, lingue, letteratura e storia. L’uomo adattava gli insegnamenti al carattere della principessa e, al posto delle lezioni da studiare a memoria, usava divertenti aneddoti per farle imparare galateo, casate e dinastie. I due legarono così tanto che Maria Antonietta si portò il maestro alla corte di Francia, facendone la sua spia.

Maria Antonietta (1755-1793) in un quadro di Élisabeth-Louise Vigée Le Brun del 1783, oggi custodito alla Reggia di Versailles.
© Everett Collection / Shutterstock

Napoleone, meglio la carriera militare. Quando Napoleone venne al mondo, nel 1769, i francesi meno ricchi per mandare i figli a scuola dovevano accettare più di un compromesso. Così, a 5 anni Napoleone – di famiglia nobile ma non ricca – fu iscritto all’unico asilo per lui disponibile ad Ajaccio, quello delle suore beghine per bambine, che lo deridevano e con le quali faceva a botte. In seguito, della sua istruzione si occupò l’abate Recco, che motivava gli alunni dividendoli in Romani e Cartaginesi. All’età di 9 anni, poi, il padre Carlo, divenuto rappresentante della Corsica presso Luigi XVI e ottenuta una borsa di studio per lui, lo iscrisse al rinomato collegio di Autun. Napoleone lì rendeva solo in matematica mentre zoppicava in grammatica.
Bonaparte padre allora ripiegò sulla scuola militare di Brienne-leChâteau, centrando finalmente il bersaglio: divenne un ottimo studente, tanto che a 14 anni vinse una borsa di studio per l’École royale militaire di Parigi. Nella capitale completò il programma in un solo anno invece dei due o tre previsti e si specializzò in artiglieria. “Materia” che approfondì ulteriormente, insieme alla matematica superiore, alla Scuola reale di artiglieria di Auxonne.

Winston Churchill si formò da autodidatta. Churchill è diventato lo statista che conosciamo pur avendo preso una brutta pagella dietro l’altra. La prima arrivò che non aveva compiuto otto anni dalla St. George’s School di Ascot: risultò undicesimo in una classe composta da undici alunni! Nella pagelle seguenti meritò bei voti in Storia e Geografia, ma in condotta andava malissimo, anche a causa dei suoi ritardi alle lezioni del mattino.
Gli esordi scolastici, prima alla Brunswick School di Hove nel Sussex (dove fu trasferito nel 1884) e alla prestigiosa Harrow School di Londra (1888), non furono certo brillanti, tanto che il padre, non ritenendolo abbastanza sveglio per fare l’università, lo spedì al collegio militare di Sandhurst. Così in età adulta fu costretto a formarsi da solo sulle opere di Platone, Adam Smith e Arthur Schopenhauer.

Francobollo commemorativo stampato in Gran Bretagna per il centenario della nascita di Winston Churchill (1874-1965).
© chrisdorney / Shutterstock

Hitler: bocciature e zero in condotta. Non fu certo un grande della Storia, ma sicuramente fece la Storia. Nato in Austria nel 1889, Adolf Hitler alle elementari di Leonding era diligente, aveva ottimi voti e si appassionava alle lezioni di storia di Leopold Poetsch, che lo conquistava coi racconti sul passato della Germania, infarciti di idee razziste. A 11 anni, siccome dal 1869 le scuole austriache prevedevano d’obbligo anche un secondo ciclo fino al compimento dei 16 anni, dovette iscriversi alla Realschule, precisamente all’Istituto tecnico di Linz. Qui interesse e rendimento precipitarono: il giovane Adolf fu rimandato al primo e al terzo anno in francese, cacciato per cattiva condotta al quarto. Per completare gli studi si spostò a Steyr, ma anche lì fu bocciato.
Hitler terminò le scuole dell’obbligo a 16 anni, ma senza riuscire a diplomarsi. Nel frattempo era nata in lui la passione per l’arte, così decise di sostenere gli esami di ammissione all’Accademia delle Belle arti di Vienna, preparandosi con lezioni private. Rimase sconvolto quando fu bocciato perché, gli spiegò poi il rettore, non era portato per disegnare il corpo umano. Gli fu consigliato di passare ad Architettura, visto che invece gli riuscivano bene gli edifici, ma non avendo il diploma dovette rinunciare. Dedicandosi, purtroppo, ad altro.

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