Final Fantasy XVI arriva su PlayStation 5 nell'estate 2023, nuovo trailer

Square Enix ha annunciato il periodo d’uscita di Final Fantasy XVI su PS5, fissandolo all’estate del prossimo anno. Il nuovo trailer mostra per la prima volta delle sequenze di gameplay del nuovo episodio della saga e si sofferma sugli Eikon, ossia le evocazioni presenti nel gioco. Vengono mostrate delle sequenze d’azione che vedono gli Eikon scontrarsi corpo a corpo: ci sono i più famosi della serie, da Ifrit a Shiva. Inoltre, scopriamo che Final Fantasy XVI si svolgerà nel mondo di Valisthea, e che il titolo è sostanzialmente pronto ma il team sta lavorando all’ottimizzazione per PS5 e a migliorare ulteriormente l’esperienza di gioco. Il titolo uscirà in esclusiva sulla console Sony.

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Final Fantasy XVI, la recensione

I cristalli sono da sempre il fondamento dell’epica di Final Fantasy: hanno causato guerre, dato inizio a viaggi incredibili, cementato amicizie e amori e racchiuso la magia insita nella saga RPG di Square Enix. Perché quindi la missione di Clive Rosfield, protagonista di Final Fantasy XVI, è quella di distruggere per sempre i cristalli e il loro dominio su Valisthea, il continente in cui è ambientata questa fantasia finale? Cambia la prospettiva, ma non a caso: Final Fantasy XVI è effettivamente un punto di rottura, la summa di un percorso durato 17 anni, quando Final Fantasy XII ha messo in discussione i combattimenti a turni e le meccaniche di gioco che si erano ripetute per tutti i capitoli precedenti. In un lungo viaggio tra generi sempre più viranti verso l’azione pura, abbiamo già visto eroi ed eroine di Final Fantasy combattere in tempo reale prima d’ora, ma mai con la foga di Clive. Final Fantasy XVI è senza mezzi termini prima di tutto un gioco d’azione, o meglio ancora un hack’n slash che non sfigura di fronte a mostri sacri del genere come Bayonetta o Devil May Cry V, con il quale il gioco condivide non a caso un membro chiave dello staff, Ryota Suzuki, qui Combat Director. Final Fantasy XVI, solo per questo, è il Final Fantasy meno Final Fantasy di tutti: non c’è un party di personaggi vero e proprio, se non quelli che ci seguiranno e combatteranno con noi senza però essere comandati o livellati in alcun modo dal giocatore. L’aspetto più ruolisrico di FFXVI è nel menu di crescita del personaggio, strutturato con la possibilità di migliorare le armi e le abilità degli Eikon, possenti creature che aiutano Clive in battaglia. Allo stesso modo, il gioco rinuncia a qualsiasi velleità da open world e anzi permette gli spostamenti con un semplice clic su una mappa, limitando di moltissimo la libertà di movimento del giocatore. I “corridoi” nei quali andare dritti e uccidere nemici a iosa sono tornati prepotentemente, e in questo forse l’unico episodio del passato che viene citato è il pur criticissimo Final Fantasy XIII.

Le premesse sul gameplay sono chiare dalle primissime ore di gioco, durante le quali le risse, gli Eikon e le lunghissime scene non interattive si susseguono contrariando il fan hardcore di Final Fantasy, che se non fosse per le magie e i chocobo avrebbe quasi l’impressione di stare giocando a qualcos’altro. Arriva un punto però, nel nostro caso dopo poco meno di una decina di ore a Valisthea, in cui il disappunto lascia spazio alla comprensione: FFXVI non è solamente un mix tra God of War, Devil May Cry, Elden Ring e Final Fantasy XIII. È anche, e soprattutto, il Final Fantasy con l’intreccio narrativo più dettagliato, appassionante e ben scritto di sempre. Era da decenni che in un gioco della serie i personaggi non venivano esplorati e approfonditi così bene: le loro ragioni, le loro paure, la loro forza, i delicati equilibri di potere nella lotta tra i sei Regni, la vendetta, l’amore e il sangue sono i veri protagonisti del gioco. Di primo acchito viene da pensare a Game of Thrones, anche perché nessun Final Fantasy è mai stato maturo come questo per situazioni e linguaggio. Tuttavia, al contrario di sei interminabili stagioni di una serie TV, Final Fantasy XVI racconta un’epopea in una quarantina di ore di gioco (missioni secondarie e extra a parte) e più di dodici ore di intermezzi non giocabili. Un’infinità, per chi non ama posare il controller per seguire la trama di un gioco, ma senza dubbio eccezionali dal punto di vista narrativo e registico. Pur perdendosi in chiacchiere a iosa come ogni Final Fantasy, questo non è né confuso né incompleto. Ancora di più, la tematica è matura e la sceneggiatura non incespica: Kazutoyo Maehiro, che aveva già lavorato a Final Fantasy Tactics e a Vagrant Story, racconta in un crescendo emozionante le vicende di Clive Rosfield e del perché i potenti di Valisthea abbiano deciso di sfruttare l’energia dei cristalli e soggiogare, rendendoli paria, coloro che riescono a usare la magia senza l’aiuto dei suddetti. Una sorte persino peggiore tocca ai Dominanti, che nonostante il potere che hanno nella loro capacità di evocare possenti e pericolosissime creature (Eikon), finiscono inevitabilmente consumati dal proprio destino.Tecnicamente, Final Fantasy XVI è il titolo di Square Enix più ambizioso degli ultimi anni: le ambientazioni sono eccezionali, la caratterizzazione e le animazioni del personaggio principale altrettanto, e al day one il gioco non è afflitto da alcun bug o imprecisione se non numerosi cali di frame rate (anche in modalità 60Hz) che occorrono quando le ambientazioni sono troppo ricche. Un altro problema evidente è la disparità tra la cura nella realizzazione di Clive e quella riposta nei personaggi non giocabili, che arriva a volte a modelli poligonali degni della scorsa generazione di console. Non di meno, la grafica di Final Fantasy XVI si riserva un effetto wow eccezionale, degno di PS5. Il commento sonoro, non di meno, è stellare e riprende il tema della serie coniugandolo con una possente colonna sonora che spazia dai toni epici a improvvisi picchi sintetici di modernità, specialmente quando gli Eikon combattono tra loro. Queste sezioni, che variano il gameplay a seconda delle occasioni, sono il momento “kaiju” del gioco, chiara citazione dei classici film di Godzilla. Sono spettacolari ma spesso simili tra loro, eppure spezzano il ritmo visto che sono dosati alla perfezione. Lo stesso non si può sempre dire dei combattimenti classici: sono sostanzialmente il fulcro del gioco, richiedono una forte concentrazioni per concatenare combo, proiezioni, schivate e combattimento a mezz’aria, e finiranno per mettere a dura prova i vostri pollici, visto che alcuni nemici possono uccidere con un paio di colpi. Fortunatamente, il gioco ha trovato un escamotage per permettere a tutti di giocare senza frustrazione: Clive può indossare vari accessori che gli permettono di facilitare gli scontri, ad esempio schivando in automatico o realizzando le mosse speciali con l’utilizzo di un solo tasto.Il producer Naoki Yoshida e il director Hiroshi Takai (grande appassionato di Bloodborne, e si vede) hanno davvero realizzato l’impossibile: un Final Fantasy che, al sedicesimo episodio, reinventa completamente la serie e le dà un senso nuovo senza snaturarla. Clive è un protagonista a tutto tondo, ben lontano dal concetto di musone di poche parole che è (quasi) sempre stata la caratteristica numero uno dei protagonisti della saga. Jill è una protagonista femminile dal passato straziante e dalla determinazione e forza eccezionali, tutto fuorché debole e in cerca di qualcuno che la salvi. Allo steso modo, la schiera di antagonisti è scritta ottimamente in un crescendo di malvagità e forza che spinge il giocatore ad attendere la prossima sequenza narrativa con impazienza, anche se interromperà il gameplay per l’ennesima volta. Il concetto è semplice e ce lo aveva insegnato Metal Gear Solid su PS1 nel 1998: una narrazione di alto livello, seppur non interattiva, può diventare parte di ciò che rende un semplice videogioco un videogioco imperdibile. Final Fantasy XVI è questo: sulle macerie dei cristalli che furono, è nato un capolavoro.

Formato: PS5 Editore: Square Enix Sviluppatore: Square Enix, Creative Business Unit III Voto: 9/10

I cinque assi nella manica di PlayStation 5

Quando arrivò ufficialmente sul mercato, nel novembre del 2020, la quinta generazione di PlayStation era un miraggio: un hardware potentissimo racchiuso in un guscio dal design che di certo non poteva passare inosservato, ma impossibile da trovare nei negozi senza averla prenotata ancora prima che il mondo finisse in lockdown. È per questo che, per alcuni versi, tre anni e un aumento di 50 euro sul prezzo di listino dopo, PS5 ha visto nel 2023 una sorta di rinascita, un secondo debutto, e soprattutto la piena disponibilità della console nei negozi (compreso quello ufficiale online di Sony, aperto da poco anche in Italia) senza dover attendere liste di mesi, lotterie per il diritto all’acquisto, ed enorme frustrazione da parte di giocatori che volevano compiere il salto generazionale da PS4. Quest’ultima, del resto, è stata uno dei successi commerciali più grandi nella storia di Sony. Avendo superato abbondantemente i 120 milioni di pezzi distribuiti, è ancora la console più venduta dell’azienda, che però avverte: entro la fine dell’anno, grazie alla soluzione dei problemi nella catena costruttiva, PS5 è pronta a superare PS4 nelle vendite mensili. Finora e nonostante tutto, PS5 non è avara di record: Sony ha dichiarato negli ultimi risultati finanziari di aver distribuito 6,3 milioni di PlayStation 5 nei tre mesi fino al 31 marzo 2022, portando la vendita di console a 38,4 milioni di pezzi. È la PlayStation venduta più velocemente nella storia del brand. La versione con lettore di dischi Blu-ray e SSD costa 549 euro, mentre quella Digital solamente con SSD è a 449 euro.

Potenza bruta

Prima di tutto, PS5 è una console potente e pensata per affrontare al meglio una lunga vita di videogiochi di nova generazione. Una potente CPU AMD Zen 2 da 3.5GHz 8-core, GPU da 10.3 teraflop RDNA 2, RAM GDDR6 da 16GB e un SSD velocissimo: possono sembrare solo sigle e numeri, ma si traducono in grafica mozzafiato, risoluzione fino a 8K e fluidità fino a 120Hz, audio 3D per il sonoro e soprattutto una delle caratteristiche più apprezzate della console, ossia i caricamenti fulminei, la maggior parte della volta del tutto assenti. Questo “semplice” dettaglio è in grado da solo di fare la differenza: i giochi partono in modo velocissimo e proseguono quasi istantaneamente tra un livello e l’altro, rendendo le schermate “non loading” solo un lontano ricordo. Una volta provata questa velocità, è impossibile tornare indietro.

Ecosistema? Sì grazie

Il DualSense è già un grande controller: il vecchio pad PlayStation è stato completamente rivoluzionato e già impugnandolo si può notare come sia più ergonomico e solido. Il sistema di vibrazione aptico è un tocco di classe che cambia le regole del gioco, ma nel corso dell’anno Sony si è spinta oltre e, proprio come la rivale Microsoft, ha lanciato un nuovo controller per chi gioca a livello pro. DualSense Edge è completamente personalizzabile, a cominciare dagli stick analogici intercambiabili fino ai tasti extra sul retro, che possono essere programmati. Il controller può mantenere in memoria diversi profili per diversi giocatori. Costa 239 euro. Allo stesso tempo, Sony ha arricchito l’ecosistema PS5 e continuerà a farlo nei prossimi mesi, anche in modi insoliti. Recentemente l’azienda ha ad esempio annunciato una versione “portatile” della console, conosciuta internamente come Project Q. Non si tratta di una vera e propria macchina indipendente, ma di una sorta di controller DualSense con al centro uno schermo LCD da 8 pollici e aggiornamento del framerate a 60Hz. Servirà a giocare ai titoli installati sulla propria PS5 in mobilità, purché il dispositivo sia nella stessa rete Wi-Fi della PlayStation. La ricerca di Sony verso i confini delle periferiche continuerà nel corso dell’anno, ad esempio con Project Leonardo, un controller altamente personalizzabile utile per chiunque abbia delle disabilità.

Quando il gioco si fa Plus

In risposta al Game Pass di Microsoft, nel 2022 Sony ha rivoluzionato il suo servizio in abbonamento PlayStation Plus, indispensabile per giocare online ma ora anche ricco di videogiochi inclusi da giocare in streaming e scaricare. Il servizio offre tre diversi tipi di abbonamento e sostituisce definitivamente PlayStation Now, la collection di titoli da scaricare e giocare in streaming su PS4 e PS5. PlayStation Plus Essential offre due o più giochi scaricabili al mese (per PS4 e PS5), sconti esclusivi, archiviazione nel cloud e accesso al multigiocatore online. Costa 8,99 euro al mese, 24,99 euro ogni tre mesi o 59,99 euro all’anno. PlayStation Plus Extra offre tutti i vantaggi del piano Essential e include fino a 400 giochi PS4 e PS5. I giochi disponibili con il piano Extra possono essere scaricati per giocare. Il prezzo è 13,99 euro al mese, 39,99 euro ogni tre mesi e 99,99 euro all’anno. Infine, PlayStation Plus Premium offre centinaia di giochi aggiuntivi, tra i quali: giochi PS3 disponibili tramite streaming in cloud, un catalogo di classici da PS, PS2 e PSP in streaming e download, accesso in streaming ai giochi originali per PlayStation, PS2, PSP e PS4, versioni di prova dei giochi a tempo limitato. Il costo è 16,99 euro al mese, 49,99 euro ogni tre mesi e 119,99 euro all’anno.

Il senso di PlayStation per il metaverso

Mentre la realtà virtuale cerca di sfondare nel mondo della produttività, Sony si è fatta pioniera del VR casalingo su console. Il 2022 è stato l’anno dell’annuncio di PlayStation VR2, seconda generazione del casco per realtà virtuale compatibile con PS5 che è arrivato sul mercato a febbraio del 2023. Rispetto alla prima generazione, compatibile con PS4, PS VR2 è tutta un’altra storia virtuale, grazie a una risoluzione migliore e a una tecnologia più evoluta, che traccia il movimento degli occhi ed è molto più precisa nel delimitare lo spazio virtuale nel quale è possibile muoversi, grazie anche ai nuovi controller. Il futuro della realtà virtuale su PlayStation è sicuramente roseo, visto che per i prossimi mesi sono attesi non solo titoli realizzati esclusivamente per la piattaforma, ma anche adattamenti in VR di giochi come Resident Evil 4, il remake, che ricverà un aggiornamento proprio per essere giocato in questa modalità. Resta da capire se Sony deciderà di supportare la periferica con altri giochi tripla A sviluppati esclusivamente per questa piattaforma, come ad esempio Horizon Call of the Mountain. Di sicuro, con l’uscita nei prossimi mesi di Meta Quest 3 e Apple Vision Pro, la realtà mista sarà un tema caldissimo del 2024, e PS5 è già pronta.

Le esclusive fanno la differenza

Quello delle console è un mondo un cui la differenza la fanno i videogiochi: quante più esclusive di qualità ci sono, quanto più hardware verrà venduto. È una regola che Sony conosce benissimo, e sulla quale ha basato il successo di PS4, ricchissima di serie e personaggi che non è possibile trovare su altre console. Con PS5 la storia si ripete, e i marchi del brand sono già tornati nella nuova generazione in più di un caso: dal 2020 in poi PS5 ha visto l’uscita di titoli legati ai brand più famosi Sony, come God of War Ragnarok, Gran Turismo 7 e Horizon Forbidden West, tutti cross-gen. Tuttavia, solamente negli ultimi mesi le software house hanno iniziato ad abbandonare la scorsa generazione per dedicarsi esclusivamente alla potenza della nuova. Ne è un esempio l’attesissimo Final Fantasy XVI, che grazie alla collaborazione con Square Enix uscirà al day one esclusivamente su PS5. Sarà lo stesso con Final Fantasy VII Rebirth, che uscirà all’inizio del prossimo anno. Insomniac Games sta lavorando all’attesissimo Marvel’s Spider-Man 2, in uscita il 5 ottobre e seguito del gioco campione di incassi uscito sia su PS4 che su PS5. Il cattivo della storia è questa volta Kraven, mentre la grande novità a livello di gameplay è la presenza di Venom e del simbionte. Il protagonista non sarà solo Parker, ovviamente, visto che anche Miles Morales tornerà dopo essere stato protagonista del titolo di lancio per PS5. Nell’ultimo trailer si può notare anche la presenza di Lizard Man, altro storico rivale dell’uomo ragno. Non si tratta dell’unico gioco su licenza Marvel del quale si sta occupando Insonniac, che mesi fa ha annunciato un titolo action dedicato a Wolverine. Più avanti nel tempo, su PS5 arriverà Death Standing 2, titolo provvisorio del seguito delle avventure di Sam Porter Bridges ad opera del game director Hideo Kojima, già padre di Metal Gear Solid 2. Anche il remake di Silent Hill 2 uscirà come esclusiva console temporale PS5, segnando la rinascita di un brand che proprio su PlayStation ha visto la luce.

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