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Houston, che stress. “Così formiamo gli astronauti per le missioni spaziali”

La storia dell’astronauta Jerry Linenger è una specie di case study, per chi si occupa di vita nello spazio e gestione dello stress. Jerry Michael Linenger era parte dell’equipaggio Nasa-4, nel 1997 a bordo della stazione spaziale sovietica (poi russa) Mir, nel periodo in cui nacque la prima, stretta, collaborazione tra Stati Uniti e Russia oltre l’atmosfera. Ma non furono cinque mesi semplici quelli dell’americano a bordo della Mir. Lui e i colleghi russi dovettero fare i conti con un principio di incendio, il fumo saturò tutti gli angusti ambienti dell’avamposto orbitante, e diversi problemi a sistemi di bordo, quello dell’ossigeno, l’alimentazione elettrica, ci fu anche il rischio di una collisione con una capsula di rifornimento. Linenger faticò a “fare squadra” con i colleghi russi, ebbe contrasti con il centro di controllo a terra fino a interrompere le comunicazioni audio con il ground. Comunicava solo via e-mail. Come si affronterebbe oggi quella situazione? “Quello che ora normalmente si fa per le missioni spaziali: maggiore preparazione” afferma Simone Pozzi, formatore, amministratore delegato di Deep Blue, azienda italiana selezionata dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa) per l’addestramento dei nuovi candidati astronauti allo European astronaut centre (Eac) di Colonia, in Germania.

La classe di astronauti selezionati dall’Esa nel 2022: Sophie Adenot, Pablo Álvarez Fernández, Rosemary Coogan, Raphaël Liégeois e Marco Sieber. Con loro anche l’australiana Katherine Bennell-Pegg – Credits Esa 

Che significato hanno i simboli della Nasa?

In questi giorni potrebbe esservi capitato di soffermarvi ad ammirare il razzo SLS Space Launch System della Nasa, pronto sulla rampa di lancio, che secondo i programmi dovrebbe portare una capsula senza equipaggio a orbitare attorno alla Luna nella missione Artemis I. E chissà, magari vi è caduto l’occhio sui loghi della Nasa piazzati sul razzo stesso e vi siete chiesti quale sia il loro significato.

Il classico logo della Nasa, soprannominato meatball, polpetta.
© Nasa

La polpetta. Il logo più famoso, quello rotondo di colore rosso, bianco e blu (soprannominato meatball, cioè polpetta) fu disegnata da un dipendente della Nasa, James Modarelli, nel 1959, dunque al secondo anno di vita dell’agenzia spaziale americana. Il disegno contiene riferimenti a diversi aspetti della “mission” della Nasa: la forma rotonda, innanzitutto, richiama la forma di un pianeta, mentre le stelle rappresentano lo spazio.
L’ala rossa a forma di V rappresenta l’aeronautica, ovvero l’anima originaria dell’agenzia, prima che allargasse i suoi orizzonti all’esplorazione spaziale. Quest’ultima è infine rappresentata dall’oggetto che compie un’orbita circolare intorno al nome dell’agenzia.

Il secondo logo della Nasa, il “verme”, fu adottato a partire dal 1975.
© Nasa

Il verme. Se la polpetta è il simbolo più famoso della Nasa, il più moderno è il “verme”. Introdotto nel 1975 proprio per la necessità di avere un simbolo più minimalista e al passo coi tempi, il verme non era altro che la parola “NASA” composta con uno stile tipografico unico, che ricordava la sinuosità di un verme, appunto. Fu ideato da Richard Danne e Bruce Blackburn.
Nel 1992 però la Nasa decise di tornare al primo amore, la polpetta, e il verme fu accantonato temporaneamente: nel 2020 fu riadottato e da allora i simboli ufficiali della Nasa sono due.

Il “sigillo” Nasa, utilizzato in occasioni ufficiali.
© Nasa

A dire il vero, la NASA ha anche un altro simbolo ufficiale, il “sigillo”, che viene utilizzato in occasioni formali, come ad esempio alcune cerimonie ufficiali, premiazioni ecc. Il sigillo, come la polpetta, comprende elementi iconici dell’attività dell’Agenzia spaziale americana, come pianeti, stelle, orbite ed elementi vettoriali.

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