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Con lui scompare un pezzo di storia del grande cinema francese ma anche nostrano. Jean-Louis Trintignant è morto all’età di 91 anni. L’indimenticato protagonista de “Il sorpasso” di Dino Risi al fianco di Vittorio Gassman arrivò alla ribalta nel 1956 al fianco di Brigitte Bardot, con la quale ebbe anche una breve relazione, in “E Dio creò la donna” di Roger Vadim. Tra gli altri suoi film italiani “Il conformista” di Bernardo Bertolucci del 1970, “La donna della domenica” di Luigi Comencini del ’75, e “Il deserto dei tartari” di Valerio Zurlini del ’76. Al successo internazionale giunse con “Un uomo , una donna” di Claude Lelouch del ’66 accanto ad Ainouk Aimée.
La notizia della morte di Trintignant è stata data alla stampa francese dalla moglie, Mariane Hoepfner Trintignant, con un comunicato stampa in cui si dice che l’attore è morto “serenamente, di vecchiaia, questa mattina, nella sua casa, nel Gard, circondato dai suoi cari”
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La carriera e la filmografia
A metà degli anni Cinquanta le sue prime apparizioni: tra queste la più significativa è indubbiamente in “E Dio creò la donna” (in Italia tradotto in “Piace a troppi» 1956) di Roger Vadim, dove recita accanto a Brigitte Bardot.La sua carriera si interrompe presto a causa del servizio militare obbligatorio, ma in conclusione del decennio torna a essere chiamato da Vadim per “Relazioni pericolose” del 1959 e, nello stesso anno, da Valerio Zurlini per “Estate violenta”.Dopo essere stato scelto da diversi altri importanti autori transalpini – da Abel Gance per “La battaglia di Austerlitz” (1960) a Georges Franju per “Piena luce sull’assassino” (1961) – sarà ancora un regista italiano a dargli grande fama: nel 1962 Dino Risi firma il suo capolavoro, “Il sorpasso”, con Vittorio Gassman nei panni dell’arrogante Bruno Cortona e Trintignant in quelli del timido studente Roberto. Il loro duetto darà vita a uno dei più significativi film sul boom economico e a una delle vette assolute della “commedia all’italiana”.
In patria partecipa sia a produzioni molto commerciali (la saga di «Angelica»), sia a film più sperimentali (“Trans-Europ-Express” di Alain Robbe-Grillet, che lo dirigerà anche ne “L’uomo che mente”, lungometraggio per cui vinse l’Orso d’argento al Festival di Berlino), sia a titoli di grandi autori come Claude Lelouch per “Un uomo, una donna” (1966), Claude Chabrol per “Le cerbiatte” (1967) o Eric Rohmer per “La mia notte con Maud” (1969), dove offre una delle sue performance più intense in carriera. Una menzione a parte merita “Z – L’orgia del potere” (1969), cult di Costa-Gavras coprodotto tra Francia e Algeria: per la sua memorabile prova in questa pellicola Trintignant è stato meritatamente premiato con la Palma come miglior attore al Festival di Cannes.
Sempre grande protagonista anche del cinema italiano, sul finire degli anni Sessanta lavora per Tinto Brass (“Col cuore in gola”), Giulio Questi (“La morte ha fatto l’uovo”), Sergio Corbucci (“Il grande silenzio”) e Giuseppe Patroni Grifi (“Metti, una sera a cena”).
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