La fragilità
La fragilità
di Vincenzo Andraous
C’è un ritornello che impazza da un po’ di tempo a questa parte, incentrato sulla fragilità dei giovani in un’epoca di continui cambiamenti.
Quando accade qualcosa di spiacevole, di incomprensibile, di tragico, che vede protagonista un giovane, la consuetudine è stigmatizzare il tutto con una certa instabilità esistenziale in cui camminano in ginocchio tanti adolescenti.
Come a dire nuovamente oggi se già non lo si è fatto a sufficienza ieri, che i ragazzi sono e resteranno i veri ultimi di questa nostra bella società.
Nel frattempo imperversano le didascalie delle cause di questo franare irrefrenabile, escludendo la povertà, quella c’era ieri, eppure a pensarci bene viviamo in un paese dove gli indigenti stanno diventando numericamente ingestibili.
Oppure a scarnificare la carne c’è l’abuso dell’agio, dove non c’è limite alla pretesa e all’ottenimento della medaglietta appuntata sul petto.
Ragazzotti fragili come grissini, a cui releghiamo l’angolo
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