Il ricordo di Antonio Pennacchi, memorie e aneddoti di un’amicizia
Non avere più il compagno con cui condividere un racconto e le proprie miserie. Tra libri, chiacchiere, politica e riflessioni: la storia di una mancanza
L’anno scorso, il 3 agosto, sono partito per Champoluc per partecipare alla rassegna “Monterosa racconta” dove avrei parlato di Sanguina ancora, un romanzo su Dostoevskij e, intanto che andavo, mi è arrivato un messaggio che mi avvisava che era morto Antonio Pennacchi. Nel romanzo che dovevo presentare c’è un lungo paragrafo che si intitola “Il ruolo di Antonio Pennacchi nella storia della mia famiglia”. E’ passato un anno. La prima volta che ho visto Pennacchi, a Bologna, a una presentazione di un numero di Limes, lui ha litigato con uno scrittore che era sul palco con lui, e mi è rimasto molto simpatico. Gli piaceva, litigare. In Camerata Neandertal ha scritto “Non mi diverto a scrivere. Mi diverto a leggere e studiare, e soprattutto ad andare in giro per Latina a litigare con quelli che incontro”.
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