Nella biblioteca di Dnipro, per capire che cosa significa “derussificare” i libri
Nessuno brucerà Tolstoj, ma verranno eliminati libri il cui contenuto nega l’indipendenza dell’Ucraina, come “Kiev Kaputt” di Limonov e “Intervista con Putin” di Oliver Stone
Dnipro. “Nessuno leverà Tolstoj o Lermontov dagli scaffali”, dice al Foglio Roman Sergiy, il direttore della biblioteca civica di Dnipro, “ma alla luce del conflitto in corso il catalogo delle nostre biblioteche pubbliche ha bisogno di essere aggiornato”. Un aggiornamento in cui potrebbero finirci di mezzo autori come Eduard Limonov o Oliver Stone, stando ai criteri presentati dalle autorità cittadine. “Guardi qui non si vuole bruciare nessun libro però io non vedo perché debba commissionare l’acquisto di volumi che negano l’esistenza del mio paese pagandoli con i fondi della mia città”, taglia secco Sergiy.
Il processo richiesto dal consiglio cittadino di Dnipro alle proprie biblioteche con circolare ufficiale si chiama “aktualizacja”, ovvero modernizzazione del catalogo, ma già alla terza riga della comunicazione ufficiale diramata dal sindaco della città Borys Filatov si parla di “derussificazione”.
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