Le ‘Personae’ di Bruno Pellegrino al Maxxi di Roma

Dalle masse informi alle individualità delle persone, anzi delle ‘Personae’ come si intitola l’installazione dell’artista Bruno Pellegrino in mostra al Maxxi di Roma da oggi a giovedì. Si tratta di 63 sculture bidimensionali in ferro dipinto, 6 grandi maschere in ferro arrugginito e una proiezione multisensoriale, che raffigurano altrettanti volti coloratissimi ideati da Pellegrino, per una sorta di caleidoscopico gioco di sguardi.

“Lo stimolo per questo lavoro mi è arrivato dalle lunghe e ripetute osservazioni del quadro ‘Il Quarto Stato’ di Pellizza da Volpedo, un’opera iconica e identificativa del Novecento, datata 1901, che rappresenta le masse popolari in movimento ma anonime nel loro avanzare, tranne i tre personaggi in primo piano”, spiega Bruno Pellegrino intervistato dalla AdnKronos.

“Riflettendoci a 120 anni di distanza, mi sono impegnato a trasformare i volti anonimi in individui con la loro personalità, che possono comunque essere individuati come massa critica ma che sviluppano le loro identità, con le loro storie che camminano e i loro mondi che si incrociano e le loro culture che si contaminano, dando a ciascuno di loro un’anima, puntando e lavorando sul colore in modo impressionistico per trasmettere emozioni. Quanto all’uso del ferro, è un materiale molto più docile di quanto non si possa immaginare: io lo taglio con il plasma e lo dipingo come fosse una tela”.

“Mai spiegare il significato di un’opera d’arte, specie in presenza dell’artista”, premette il filosofo Sebastiano Maffettone presentando l’installazione al Maxxi. “Queste queste maschere di Bruno Pellegrino esprimono individualità, non parlano ma fanno molto pensare. L’identità personale è sempre un insieme di problemi aperti: la caratteristica essenziale più evidente è il suo essere enigmatica”.

Per la presidente del Maxxi, Giovanna Melandri, “questo ‘Quarto Stato’ ripensato oggi sottrae l’anonimato della massa: le sue ‘Personae’ si impongono con la loro individuale bellezza, fuori da ogni idealizzazione di razza, genere, ceto, censo, origine. Sono persone con la loro spirituale individualità, che possono diventare anche terreno per una nuova politica, grazie al gesto estetico di Bruno Pellegrino che ci fa riflettere”.

(di Enzo Bonaiuto)

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