ROMA. Scuole che cadono a pezzi perché costruite prima del lontano 1976 nel 42% dei casi; 4 milioni e 300mila ragazzi e bambini che vivono in zone a rischio sismico ma che entrano a far lezione in edifici solo nel 2% dei casi progettati per rimanere in piedi in caso di terremoto. E poi alunni stipati in classi pollaio quasi in un caso su dieci, mentre il piano per la ripresa delle lezioni in sicurezza rispetto al rischio Covid è ritenuto “inadeguato” dalla Fondazione Gimbe.
Tra 10 giorni le scuole si trasformeranno in seggi elettorali, ma i partiti fino ad oggi sembrano aver fatto poco o nulla per migliorare non solo la didattica, vista la carenza di insegnanti, ma nemmeno gli edifici dove si va per apprendere.
A fornire il quadro tutt’altro che esaltante è il XX Rapporto dell’“Osservatorio civico sulla sicurezza della scuola” di Cittadinanzattiva. Se 16.794 edifici scolastici sono
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