Heartech: cardiochirurgia e robotica
L’avvento delle tecnologie più avanzate, incluse l’intelligenza artificiale, la robotica e la realtà aumentata, ampliano continuamente il ventaglio di strumenti a disposizione della medicina per curare alcune malattie. In particolare, alcune patologie che coinvolgono le valvole cardiache.
Anche se non ce ne rendiamo conto, la nostra valvola mitrale, che ha il compito di far sì che il sangue faccia il suo “giusto percorso”, assicurando lo scambio corretto di ossigeno e anidride carbonica, si apre e si chiude 100mila volte al giorno: uno “stress” che può provocare una patologia per altro difficile da diagnosticare, il prolasso della valvola mitrale. Una malattia, ereditaria e congenita (ovvero presente sin dalla nascita) per il 90% dei casi, che affligge il 2-3% della popolazione mondiale (circa 180 milioni di persone), di cui più di un milione in Italia, e che negli ultimi anni viene efficacemente contrastata con l’ausilio della cardiochirurgia robotica. Ma a proposito di cuore e tecnologia, scopriamo insieme 5 cose che (forse) non sapevate sull’… hearthtech.
Che ci fanno realtà aumentata e smartglass in sala operatoria? Consentono di vedere, a distanza, immagini e video di un intervento dal punto di vista di chi sta operando. In questo modo uno specialista può guidare e consigliare il cardiochirugo da remoto. A giugno 2022 all’ospedale Humanitas Gavazzeni di Bergamo è stata effettuata la prima operazione attestata in Europa di cardiochirurgia robotica con l’uso congiunto di robot e occhiali smartglass: un professore esperto di chirurgia coronarica mininvasiva robotica, (Wouter Oosterlink), che in quel momento si trovava a Leuven (Belgio), ha potuto assistere in diretta all’intervento eseguito a Bergamo dal dottor Alfonso Agnino, dalla sua stessa prosopettiva, siimulando la presenza nella sala operatoria bergamasca.
E il robot? Perché è così utile? Oggi un robot, assistito da un team di medici e infermieri specializzati, è in grado di operare i pazienti riducendo al minimo dolore, traumi e impatto estetico sul corpo. Ma come e quando può entrare in campo questa nuova tecnologia medica? Per fortuna la cura del prolasso mitralico sta facendo passi da gigante. Grazie all’uso di strumenti tecnologici e alla ricerca scientifica, infatti, è possibile scegliere una cura personalizzata per ogni paziente: oggi si va dalla chirurgia endoscopica convenzionale e mininvasiva fino alla chirurgia robotica assistita, passando anche per procedure ibride.
Quali sono i vantaggi per chi ha la possibilità di scegliere la cardiochirurgia robotica? Ce lo spiega in estrema sintesi il dottor Alfonso Agnino, direttore del reparto di Cardiochirurgia robotica e mininvasiva di Humanitas Gavazzeni di Bergamo: «La riduzione del trauma e del dolore, un minor impatto estetico sul corpo operato e un rapido ritorno a una vita normale senza bisogno di riabilitazione».
E il robot? Perché è così utile? Oggi un robot, assistito da un team di medici e infermieri specializzati, è in grado di operare i pazienti riducendo al minimo dolore, traumi e impatto estetico sul corpo. Ma come e quando può entrare in campo questa nuova tecnologia medica? Per fortuna la cura del prolasso mitralico sta facendo passi da gigante. Grazie all’uso di strumenti tecnologici e alla ricerca scientifica, infatti, è possibile scegliere una cura personalizzata per ogni paziente: oggi si va dalla chirurgia endoscopica convenzionale e mininvasiva fino alla chirurgia robotica assistita, passando anche per procedure ibride.
Che cos’è il telementoring? Nel 2021 fu effettuato il primo intervento europeo in cui un’operazione di riparazione della valvola mitrale è stata realizzata a Bergamo con il telementoring, un sistema di telecamere collegate alla consolle del robot. In questo modo gli specialisti del cuore dell’Università di Rennes hanno potuto assistere in diretta all’operazione eseguita dal robot a 1.200 km da loro e partecipare, al termine, alla riunione in cui i medici hanno poi analizzato e valutato l’operazione appena eseguita. A garantire il successo di questa innovativa strategia è la presenza di un “Heart Team”, ovvero una squadra di professionisti in carne e ossa (medici, infermieri, operatori socio sanitari, anestesisti, perfusionisti e fisioterapisti) specializzata nell’uso di nuove tecnologie.
Se ne parlerà a bergamo… Di questi temi e delle esperienze realizzate con l’uso tecnologie d’avanguardia che consentono l’interazione a distanza durante gli interventi di cardiochirurgia robotica, si parlerà il 23 settembre 2022 al Centro congressi Giovanni XXIII di Bergamo (per tutti i dettagli www.humanitasedu.it) al congresso “The new age of mitral therapy”. Dal 2019 a oggi, l’ospedale ‘Humanitas Gavazzeni di Bergamo ha curato oltre 150 pazienti affetti da patologie delle valvole cardiache in regime di Servizio sanitario nazionale: dopo tre anni di attività di cardiochirurgia robotica, specialisti da tutto il mondo si confronteranno.
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