L’arte della moda maschile
Undressed: l’esplorazione del corpo maschile
La composizione della bellezza classica dell’Apollo del Belvedere e dell’Hermes farnese, in relazione alla biancheria ironica di Jean Paul Gaultier e di Vivienne Westwood, alle stampe e fotografie di David Hockney, Lionel Wendt, Zanele Muholi, e Isaac Julien, ancora una pubblicità di Calvin Klein, per approdare al segmento di danza Spitfire (si svolge nel mondo della pubblicità di biancheria intima maschile) di Matthew Bourne, accostato all’ Anatomyland Prototypes modello aerodinamico disegnato da Aitor Throup per Wayne McGregor Direttore della Biennale Danza Venezia. Per culminare con l’Età del Bronzo di Rodin e l’inclusività del corpo oggi declinato in tutte le sue sfaccettare.
Overdressed
Overdressed: le “dinamiche di potere” filtrate dal medium elitario della moda con materiali sontuosi e silhouette oversize. Esempi anche dalla letterature specialistica dai risvolti talvolta umoristici, ad illustrare la grandeur del taglio sartoriale inglese da Savile Row (che trovava la sua naturale connotazione principalmente nelle corrispettive vie napoletane e fiorentine). Dalle corazze alla mantella di Dolce e Gabbana, a Sofonisba Anguissola, ovvero come la tendenza inizi a cambiare: un tavolo da biliardo ricoperto da una serie di abiti dai mille colori. Il ritorno al rosa e allo scarlatto con modelli di Harris Reed e Grace Wales Bonner. Un completo giallo degli anni 60 di Carnaby Street, i vestiti di Roy Strong, il blu brillante di Alessandro Michele per Harry Styles e l’ensemble personalizzato di Randi Rahm – vestito con mantello ricamato a figura intera con fodera rosa- indossato da Billy Porter.
Redressed
Redressed: l’influenza dell’abbigliamento militare nel mondo civile e quanto con il XX secolo la produzione in serie abbia favorito Mods, Teddy Boys, fino al rinnovato interesse per la pelle da parte di maison come Dior, Versace, Ford, Gucci agli abiti da sera del XIX secolo di Prada, Alexander McQueen e Raf Simons. Questa sezione raccoglie dipinti e fotografie che mostrano i cambiamenti di stile e approccio da Oscar Wilde, Claude Cahun e Cecil Beaton ai Beatles e Sam Smith. Ancora l’abito di paillettes di Haider Ackermann per Timothée Chalamet.
La parte conclusiva presenta tre abiti iconici indossati rispettivamente da Billy Porter, (smo-king firmato Christina Siriano), Harry Styles (abito e giacca di Michele per Styles, primo protagonista maschile sulla copertina di US Vogue) e Bimini Bon Boulash (abito da sposa di Ella Lynch per la finale di Ru Paul’s Drag Race UK), insieme a un film commissionato da Quentin Jones con Cadence Films. Imperdibile.
Fashioning Masculinities: The Art of Menswear, fino al 6 Novembre 2022
Sainsbury Gallery. Victoria and Albert Museum, Londra
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