Ogni opera d’arte è aperta a un’infinità di letture possibili. Ma anche no
Ogni volta che ci capita di leggere un “classico” dell’antichità, chi più chi meno facciamo tutti la stessa esperienza: siamo stupefatti dalla distanza che ci separa da lui e nel contempo dalla sua contemporaneità. Una distanza/vicinanza che rende miracolosamente la nostra lettura una sorta di avventura tra due mondi: quello nel quale il testo è stato scritto e quello nel quale viene letto. A tal proposito, non ho dubbi che la comprensione di un “classico” sia saldamente ancorata alla tradizione all’interno della quale è stato scritto. Tuttavia questo non è sufficiente a garantire la piena comprensione del significato di quel testo.
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