La suora medievista che fa da custode al cimitero inglese di Firenze
Anglicana e poi cattolica, sposata con figli e nipoti, la vocazione adulta. Una vita fra i libri e le tombe di eroi romantici e letterati
Incontro l’irrepetibile Julia Bolton Holloway in un mattino di ottobre. Succede per caso, grazie a un caricabatterie. Mi trovo a Firenze e decido di prendermi una mezza mattinata per una visita al cimitero degli inglesi. Il cimitero è una duna di terra dalla forma ellittica, dove tra il 1828 e il 1877 sono state seppellite 1.409 persone, provenienti da 16 diverse nazioni e in maggioranza inglesi. Nato per dare sepoltura ai non cattolici, si trova in mezzo a piazzale Donatello, fra due viali di scorrimento. Una compagnia di eroi romantici e letterati riposa cullata dal brusio delle automobili. Si dice che il cimitero degli inglesi fu d’ispirazione al pittore svizzero Arnold Böcklin per “L’isola dei morti”, celebre serie di cinque dipinti, realizzati fra il 1880 e il 1886, uno dei quali venne acquistato da Adolf Hitler. Una foto del 1940 ritrae Hitler, Von Ribbentrop e Vjačeslav Molotov, i tre strateghi del vigliacchissimo patto di spartizione della Polonia, mentre discutono con aria truce proprio di fronte al quadro di Böcklin.
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