La fascia da capitano “one love” è lodevole, ma è una manipolazione
L’intenzione protettiva è santa. Ma l’idea di un unico amore, dirimpettaia dell’unico sesso e dell’unico matrimonio, equivoci concettuali e di diritto, è contraria all’idea di libertà, ne è la negazione conformista e omologante
Spiace per Kane e per gli altri, tutti convinti della bontà di un codice Uefa, quello della fascia arcobaleno al braccio, che non supera la prova illiberale e omofoba dell’islamismo qatariota, derubricato per amore di sport e di birra analcolica a “usanza” del paese ospite. Spiace, perché è ovvio che la protezione dei diritti della comunità Lgbtq+ è una preoccupazione umanistica resa inviolabile dall’evoluzione della cultura civile. Spiace, ma non convince la fascia con la scritta one love, un unico amore. L’intenzione è santa, come le ginocchia degli atleti piegate in segno di rispetto per l’integrità della persona offesa dal razzismo e dalle sue pratiche, il risultato ha qualcosa di diabolico.
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