Francesca Fagnani alle Belve addomestica e doma il “Viperetta” Ferrero

La Fagnani e il Vipera

Francesca Fagnani, laureata in Lettere con un dottorato in filologia dantesca, si è imposta con il suo “Belve” (Rai 2) come il fenomeno mediatico dell’anno. Di lei si ricorda un bel programma Rai degli esordi, “Il prezzo”, in cui si addentrava in un carcere minorile dove erano reclusi ragazzi legati al mondo della criminalità organizzata.

Nel mondo delle interviste è difficile inventarsi qualcosa perché il canovaccio, la regola, non permette molte innovazioni. Il modello della Fagnani può ricordare un po’ quello di Mixer di Giovanni Minoli (con cui infatti ha lavorato), ma è privo dell’irruenza che aveva l’allora giovane giornalista ed è invece addolcito dalla femminilità intrigante della Fagnani che sa dosare perfettamente il tono e i modi adottandoli di volta in volta ai diversi ospiti.

Si potrebbe dire che la Fagnani uccide con il sorriso sulle labbra. Anche la sua avvenenza non

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Vipera: otto cose da sapere se ne incontri una

Timide e del tutto disinteressate ad avere contatti con noi umani, le vipere hanno invece, almeno in Italia, una fama immeritata: sono considerate animali pericolosi e persino aggressivi. «Le vipere sono schive e prudenti», ci spiega Nicola Destefano, fotografo e accompagnatore naturalistico, eppure incontrarne una durante una passeggiata può far scattare il panico se non si sa come comportarsi – e lo stesso discorso vale, amplificato, nel caso in cui si dovesse ricevere un morso.
Visto che siamo in piena estare, abbiamo stilato un vademecum con otto cose da sapere per affrontare nel modo migliore l’eventuale incontro con una vipera.

Come faccio a sapere che ho incontrato una vipera?

«Non basta intravedere un serpente nel sottobosco per poter dire di aver incrociato una vipera», dice Destefano, «e ovviamente, per riconoscerla, l’abitudine aiuta». Un buon vademecum, come questo scritto dall’erpetologo Giovanni Zanfei, può aiutare.
Il passaggio più importante è questo: “Riconoscere una vipera al primo sguardo può non essere semplicissimo. Diversamente da ciò che si sente di solito, la forma della testa e della coda non sono caratteri diagnostici, ossia in grado di identificare univocamente una vipera: il mantra ‘testa a triangolo e coda corta può risultare inattendibile”. Non date quindi per scontato che quel piccolo serpente (“qualsiasi serpente che raggiunga la lunghezza di un metro o lo sorpassi, non è certamente una vipera”) che avete incrociato sul vostro sentiero fosse una vipera; ma nel dubbio, per prudenza, comportatevi come se lo fosse.

La vipera ha più paura di te

«Le vipere non sono aggressive», dice Destefano, «Ma quando l’incontro con l’uomo avviene, le reazioni sono solitamente di due tipi: immobilità estrema o, più spesso, fuga repentina».
Può capitare però che un serpente incontrato in un bosco (che sia una vipera o un’altra specie) reagisca in altra maniera: «A volte, se spaventate, stressate o messe alle strette, le vipere possono adottare dei comportamenti intimidatori, ergendosi di qualche centimetro dal terreno, soffiando e compiendo piccoli scatti in avanti con la testa, simulando quindi un attacco». In questo caso il consiglio è semplice: allontanarsi e non metterle alle strette, perché se possono scegliere tra minacciare e fuggire le vipere preferiranno sempre la seconda.

Come si fa a non spaventare una vipera?

«I rischi maggiori in un incontro con una vipera si manifestano per esempio quando si cercano, infilando le mani nella lettiera o nel sottobosco, funghi, frutti di bosco o altro. Oppure sedendovisi letteralmente sopra, o calpestandole inavvertitamente durante una camminata».

Basta quindi un po’ di attenzione per evitare di disturbare una vipera: mai ficcare le mani o i piedi in un cespuglio o in una pietraia se non vedete dove le state mettendo!
Anche l’abbigliamento aiuta: «Indossando calzature adeguate (scarponcini da escursionismo) e pantaloni lunghi, si riducono sensibilmente le probabilità di essere morsi durante una passeggiata in natura. Badando a dove ci si siede o dove si mettono le mani, i rischi si riducono ulteriormente quasi fino ad azzerarsi».

Dove posso incontrare una vipera?

«In Italia le vipere sono diffuse in ambienti molto diversi tra loro e sono potenzialmente presenti ovunque, dalle coste marine fino in alta montagna, ben al di sopra della linea del bosco (0-3.000 metri di altitudine). Nessuna specie di vipera è presente in Sardegna».

Che vipere ci sono in Italia?

Fino a qualche anno fa c’erano cinque specie di vipera nel nostro Paese, poi secondo studi genetici recenti la vipera dei Walser è tornata a essere una sottospecie di marasso, quindi le specie presenti in Italia sono quattro:- la vipera comune (Vipera aspis), la specie più comune, diffusa dalla Sicilia alle Alpi con tre sottospecie presenti sul nostro territorio;- il marasso (Vipera berus), presente solo in Nord Italia, sull’arco alpino;- la vipera dal corno (Vipera ammodytes), molto localizzata e presente solo nel settore alpino orientale (Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige);- la vipera dell’Orsini (Vipera ursinii) presente esclusivamente nella porzione più centrale dell’Appennino, la più piccola tra queste specie e quella dotata del veleno più blando.

E se mi morde una vipera?

Il morso di una vipera è doloroso ma molto raramente fatale: negli ultimi dieci anni, in Italia, ci sono state meno di dieci vittime, spesso morte a causa di reazioni allergiche al veleno. Un morso però può capitare.
«Nel caso in cui si verifichi un incidente la cosa più opportuna da fare è non perdere la calma, quindi chiamare il 112 o 118. Riferire l’accaduto e – nel caso in cui i soccorsi possano raggiungere la persona morsa con buona facilità – aspettare immobili sul posto, seguendo le loro indicazioni». Una cosa da ricordare è che «spesso le vipere non inoculano il veleno, ma mordono “a secco”, e la quantità di veleno iniettata è spesso poco rilevante. I rischi maggiori conseguenti a un morso possono correrli bambini e anziani e, chiaramente, soggetti particolarmente sensibili o allergici al veleno».

Cosa faccio mentre attendo i soccorsi?

Dopo aver chiamato il 112 e il 118, e in attesa che arrivino i soccorsi, ci sono una serie di azioni che si possono compiere, e anche alcune da evitare a tutti i costi.

Per quanto riguarda le prime:
– bagnare la ferita con acqua fresca, o disinfettarla con acqua ossigenata se possibile;
– comprimere leggermente l’area interessata dal morso e applicare un bendaggio leggero;
– rimuovere collane, orologi e bracciali, e collari nel caso di cani (quantomeno allentarli);
– tranquillizzare la persona (o il cane) vittima del morso e idratarla, monitorare la situazione e aspettare i soccorsi, o recarsi al presidio medico più vicino.

Che cosa non devo fare?

In generale, qualsiasi cosa che non è consigliata è automaticamente sconsigliata: attenersi alle istruzioni dei punti 6 e 7 è la cosa migliore da fare. Alcuni comportamenti particolarmente dannosi sono:
– agitarsi e/o muoversi troppo;
– assumere alcolici o altre sostanze che possano portare alla vasodilatazione, che fa diffondere il veleno più rapidamente;
– incidere la ferita e succhiare il veleno;
– applicare bendaggi non uniformi o troppo stretti;
– usare il siero antivipera: se serve, verrà somministrato in ospedale (dove più probabilmente la cura sarà a base di cortisone);
– in generale, non improvvisare!

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L’arsenale velenoso del mondo animale

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