La svolta green di Pompei: pecore per la cura del prato, ulivi e 6mila alberi in più

Le ultime assunte, nella neonata “Azienda Agricola Pompei”, sono 150 pecore che già pascolano allegre nell’area verde della città antica provvedendo inconsapevoli alla manutenzione del territorio. Sotto di loro, e sotto l’erba che hanno cominciato a brucare, ceneri e lapilli custodiscono chissà quante altre meraviglie da svelare al mondo. Nella Pompei che non smette mai di sorprendere, raccontando la vita cristallizzata al 79 d.C., l’anno della famigerata eruzione, c’è un nuovo corso, rigorosamente “green”, che aiuta a ripensare il Parco archeologico. In modo sostenibile e intelligente. “Perché l’innovazione più grande, spesso, è il ritorno alle radici e la più efficiente tecnologia è la natura”, annuisce il direttore Gabriel Zuchtriegel.

(© Parco archeologico di Pompei) 

Loro, le pecore, sono arrivate nell’ambito di un accordo sperimentale di nove mesi. Tecnicamente si definisce “eco-pascolo”: il Parco non ha spese,

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Vigneti archeologici, arriva il vino bio di Pompei

Vigneti archeologici per il vino bio di Pompei. E questo grazie alla nuova gestione del patrimonio verde del Parco Archeologico di Pompei e

la realizzazione dell’Azienda Agricola Pompei
. Una sfida importante che sarà realizzata attraverso un processo partenariale pubblico–privato, di cui il primo passo è l’avviso internazionale che il Parco Archeologico di Pompei ha pubblicato per la co-gestione dei terreni destinati e da destinare a vigneto e al ciclo produttivo del vino, in scadenza il prossimo 26 agosto.

Ai vigneti già presenti nelle Regiones I e II di Pompei e nel sito di Villa Regina a Boscoreale, estesi per quasi due ettari, si aggiungeranno altri cinque ettari di nuovi impianti di assoluta eccellenza e gestiti secondo i dettami esclusivi della lotta biologica “artigianale/naturale” e nel rispetto ed interpretazione aggiornata delle tecniche e modalità colturali del mondo antico. I vigneti saranno impiantati nelle aree archeologiche di Pompei, Stabia, Boscoreale e presso il Polverificio Borbonico di Scafati, sia nella forma di allevamento a palo e alberello, sia a spalliera su terrazzamenti, con una particolare attenzione all’impostazione paesaggistica, coltivati e gestiti dall’impianto alla produzione, dall’imbottigliamento all’affinamento e fino alla vendita all’interno dello stesso Parco archeologico.L’obiettivo è quello di una gestione del Patrimonio naturale che può diventare motore di sviluppo per una nuova fruizione ampliata del Parco, per renderlo energeticamente autosufficiente, per potenziarlo come presidio della biodiversità all’avanzare dell’inurbamento, per renderlo propulsore di attività produttive sostenibili dal punto di vista ambientale e da quello sociale e legale.L’ambizioso programma di attuazione delle attività a partire dall’Avviso internazionale appena pubblicato, è stato illustrato oggi, presso il vigneto della Casa della nave Europa, l’antica dimora di un importante produttore e commerciante di vino, olio e altri prodotti agricoli, da Gabriel Zuchtriegel, Direttore Generale del Parco archeologico di Pompei; dal Generale B. CC Giovanni Di Blasio; Direttore Generale Grande Progetto Pompei – Unità Grande Pompei; da Pierpaolo Forte, consigliere di amministrazione del Parco e professore ordinario di diritto amministrativo all’università del Sannio, e da Paolo Mighetto, responsabile della manutenzione del verde del Parco archeologico di Pompei.I VIGNETI DI POMPEIPompei comprende oltre un ettaro e mezzo di vigneti che, ricreati negli anni Ottanta del Novecento sulla base dei ritrovamenti delle cavità lasciate dalle radici delle viti, dei pollini e dei frammenti di legno in alcune aree di Via di Nocera, si sono via via estesi in diversi appezzamenti delle Regiones I e II: dal più vasto, nell’antico Foro Boario alle spalle dell’Anfiteatro, a quello del Triclinio all’Aperto, arrivando fino all’interno delle domus con l’antica coltivazione a pergola nonché quella maritata dove ogni anno si tiene la vendemmia, a quelli dell’Orto dei Fuggiaschi, della Nave Europa e tanti altri. IL PATRIMONIO NATURALE DEI SITI ESTERNIIl territorio del Parco Archeologico di Pompei si estende, nell’area urbana di Pompei, per oltre 60 ettari intorno alla città antica. A questo patrimonio naturale si aggiunge quello che caratterizza i cosiddetti siti esterni e, in particolare, le ville di Stabiae con le aree agricole circostanti, la Reggia di Quisisana con il parco storico monumentale, i 16 ettari del complesso monumentale e del parco del Real Polverificio Borbonico di Scafati, il parco perifluviale protostorico di Longola, le aree verdi e agricole a corredo dei siti delle Ville di Oplontis e di Villa Regina e Antiquarium a Boscoreale. UNA SFIDA IMPONENTELa cura e gestione di questo patrimonio rappresentano per il Parco Archeologico di Pompei una sfida imponente nonché un notevole impegno di risorse umane ed economiche per garantirne la corretta manutenzione ed evitare la diffusione di degradi ambientali capaci di ingenerare criticità e dissesti al patrimonio archeologico. La gestione del patrimonio a verde, non è più considerato come una criticità ma, ma in linea con i nuovi principi del Parco, un elemento fondamentale di un più ampio aspetto paesistico, anche a protezione dall’avanzamento urbanistico in un territorio tanto delicato. Testimonianza di questo più globale approccio alla gestione del verde, è stata l’apertura del vivaio della flora pompeiana a Casa di Pansa; un progetto non solo di ricostruzione storico e archeologica ma anche didattico produttivo.L’AZIENDA AGRICOLA POMPEIArrivando alla nascita dell’Azienda Agricola Pompei il Parco Archeologico di Pompei intende realizzare un sistema di co-gestione partenariale innovativa del Patrimonio verde e della biodiversità attraverso la rigenerazione agricola del territorio per consentire un utilizzo capace di proteggere, con forme di tutela attiva il patrimonio culturale e naturale, valorizzarlo, diffondere la conoscenza che lo riguarda, concorrere allo sviluppo economico del territorio.”Oggi piantiamo un seme che potrà crescerà oltre i confini del Parco e estendersi a tutto il territorio. Il Parco ha oggi gli strumenti necessari per trasformare la criticità in risorsa con una gestione non solo attiva ma proattiva (quindi capace di prevenire le criticità anticipandone le azioni opportune) di un patrimonio naturale che può diventare motore di sviluppo per una nuova fruizione ampliata del Parco – dichiara il Direttore Generale Gabirel Zuchtriegel – Al fine di renderlo energeticamente autosufficiente, per potenziarlo come presidio della biodiversità all’avanzare dell’inurbamento, per renderlo propulsore di attività produttive sostenibili dal punto di vista ambientale e da quello sociale e legale. Il turismo culturale e rurale indotto da una gestione innovativa delle aree verdi, inoltre, può generare non solo un’economia etica e sostenibile, aperta verso il territorio circostante, ma anche rappresentare un valido strumento di tutela del patrimonio archeologico grazie al progressivo alleggerimento del carico antropico e dell’impatto turistico”.Plaude al progetto il Generale Giovanni Di Blasio, Direttore Generale del Grande Progetto Pompei – Unità Grande Pompei: “L’iniziativa valorizza una delle più significative linee di indirizzo del Piano strategico per lo sviluppo delle aree comprese nel piano di gestione del sito Unesco: la ricomposizione naturalistica e paesaggistica e il recupero dei caratteri identitari, antropici e naturali, maggiormente rappresentativi dell’originalità di questo territorio. Essa è, inoltre, perfettamente coerente con uno degli interventi strategici del Piano che prevede il recupero del paesaggio agricolo a nord del Sito e fino a Boscoreale, compresa la passeggiata archeologica da Villa dei Misteri a Villa Regina. Questa azione di recupero è, inoltre, l’elemento fondante di un vero e proprio processo di restauro di un paesaggio che ha rappresentato dapprima l’ager pompeiano e poi il territorio produttivo e connettivo tra Civita, Boscoreale e le pendici del Vesuvio.PARTENARIATOIl primo e fondamentale tassello di questo programma è rappresentato da una rinnovata gestione dei terreni vocati e destinati al ciclo produttivo del vino. Con la forma innovativa del partenariato speciale il Parco vuole selezionare un partner privato di eccellenza per collaborare nella gestione dei vigneti archeologici produttivi già presenti a Pompei e di nuovo impianto nei siti archeologici di Pompei e di Villa Regina a Boscoreale, delle aree dei siti archeologici delle ville di Stabiae, nel Comune di Castellammare di Stabia, di quella recentemente confiscata alla criminalità organizzata e ubicata nel Comune di Pompei, frazione Civita, di quelle interne al Real Polverificio Borbonico di Scafati, nel Comune di Scafati, nonché nell’intero ciclo della produzione vinicola con la vinificazione, l’invecchiamento e l’imbottigliamento.VINO BIOLOGICOIl vino avrà caratteristiche di unicità ed eccellenza garantite dalla verifica dell’intera filiera produttiva e il controllo certificato di ciascuna delle fasi di filiera sulla base di un dettagliato Disciplinare di Produzione che impone la coltivazione esclusivamente biologica “artigianale/naturale” ai sensi della definizione di “vino naturale” ed effettuata nel rispetto ed interpretazione aggiornata delle tecniche e modalità colturali del mondo antico; in particolare quelle derivate dalla conoscenza archeologica dei siti di Pompei, Villa Regina e Ville di Stabiae nel loro periodo di vita (dunque fino al I secolo d.C.), nonché secondo le regole imposte dalle superiori istanze di tutela, fruizione e valorizzazione del patrimonio archeologico.La produzione sarà inoltre accompagnata da forme di diffusione e divulgazione delle conoscenze e della consapevolezza, riferite agli elementi culturali, archeologici, storici, artistici, immateriali dei beni coltivati e dei vini prodotti. Saranno inoltre attivate specifiche forme di valorizzazione e coinvolgimento di individui e gruppi disagiati, persone con disabilità, famiglie viventi in contesti socialmente fragili e segnati da un alto tasso di disoccupazione e dalla presenza diffusa di forme di criminalità, persone sofferenti di dipendenze e malattie croniche, detenuti volonterosi di reintegrarsi nella società civile .5 ETTARI DI NUOVI VIGNETISaranno impiantati oltre 5 ettari di nuovi vigneti tra Pompei, Boscoreale e Stabia, sia nella forma di allevamento a palo e alberello, sia a spalliera su terrazzamenti e secondo le tecniche della coltivazione biologica e delle modalità colturali del mondo antico. L’invecchiamento del vino potrà essere effettuato nella Grotta di San Biagio della collina di Varano, sotto le ville di Stabiae e, proprio nell’ambito del partenariato, potranno essere restaurate, valorizzate e restituite al pubblico le meravigliose pitture paleocristiane.

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