ChatGpt, il giornalista Nicoletti: “I docenti potrebbero non più correggere compiti, ma cercarvi tracce dell’intelligenza artificiale”

Da giorni di sente parlare con insistenza di ChatGpt, un nuovo modello di Generative Pretrained Transformer di OpenAI che, in poche parole, permette di ottimizzare l’interazione degli utenti (umani) con l’intelligenza artificiale. Il mondo della scuola si è allarmato: quali sono i rischi dell’uso di questo strumento? Come riconoscere se un alunno ha svolto un tema usando ChatGpt e non con le proprie forze e conoscenze?

Come riporta La Repubblica, il Dipartimento per l’Educazione di New York ne ha addirittura vietato l’uso “a causa dei timori per l’impatto negativo dell’apprendimento degli studenti”. Dopo la Grande Mela è stato poi il turno di Los Angeles.

E in Italia? Ancora non è stato fatto nulla di ufficiale, ma anche nel nostro paese si parla di divieti: “È sicuramente opportuno regolamentare l’uso dell’intelligenza artificiale in classe, magari in maniera differente tra scuola primaria e secondaria, così come peraltro già si fa con gli

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