Dante di destra? La bufera sul ministro Sangiuliano è miopia intellettuale

Sangiuliano: “Dante è di destra”. Scoppia la polemica (ma è solo una provocazione). L’analisi 

Mentre in Italia infuriano le polemiche su una affermazione del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano per cui “Dante è di destra”, in Olanda si toglie il profeta Maometto dalla Divina Commedia in ossequio al pernicioso concetto politically correct. Infatti già nel 2021, la casa editrice Blossom Books ha pubblicato la Divina Commedia togliendo il profeta Maometto dai dannati di Malebolge. La sciocca autrice materiale del misfatto è la traduttrice Lies Lavrijsen che ha dichiarato che la sua permanenza in luoghi così non ameni sarebbe “inutilmente offensiva per un pubblico di lettori che è una parte così ampia della società olandese e fiamminga”.

Lo stupidismo della cancel culture fa il paio con il cretinismo di Charles Hebdo che pubblica vignette pornografiche sotto l’etichetta della satira. Si tratta di fenomeni in entrambi i casi si miopia intellettuale e umana che fanno parte del più generale trend alla pazzia in nome del nuovo che dilaga soprattutto in questi ultimi anni.  Ma torniamo alla recente vicenda. Il ministro aveva dichiarato: “Il fondatore del pensiero di destra in Italia è stato Dante Alighieri: la destra ha cultura, deve solo affermarla”, così Sangiuliano a Pietro Senaldi direttore di Libero.

E poi ancora: “Quella visione dell’umano della persona la troviamo in Dante. Ma io ritengo che non dobbiamo sostituire l’egemonia culturale della sinistra, quella gramsciana, a un’altra egemonia, quella della destra. Dobbiamo liberare la cultura che è tale solo se è libera, se è dialettica”. Parole più che plausibili, pronunciate in maniera pacata con quel gusto della discussione che è tipico dell’ex direttore del Tg2. Eppure queste affermazioni hanno evidentemente colto un punto dolente, un nervo scoperto che ha provocato immediate e scomposte reazioni tarantolate della sinistra. Sangiuliano ha sentito quindi la necessità di chiarire la sua affermazioni con una lettera al Corriere della Sera in cui così argomenta:

“Affermare che Dante è l’iniziatore del pensiero di destra è una chiara provocazione culturale ma ha un fondamento ben preciso che si rintraccia nel monumentale volume “Croce e Gentile“, edito dall’Istituto della Enciclopedia Italiana. Nel capitolo “Il Dante di Croce e Gentile” si legge il richiamo del professor Enrico Ghidetti al Dante epicentro ideologico della trattazione del principio di nazionalità”.

E poi ancora: “È vero: destra e sinistra non sono categorie dell’età di Dante. Sono apparse secoli dopo. Ma non di certo nel Novecento come hanno affermato in queste ore alcuni esponenti della sinistra. Si sono formate ben prima e attorno alla Rivoluzione francese. Per questo, forse, se lo si preferisce, si può definire Dante un conservatore”.

“L’analisi di un pensiero così denso e profondo come quello del Sommo Poeta, a cui i dantisti hanno dedicato anni di studi, non può esaurirsi nello spazio di uno scritto e tantomeno di una battuta. E nessuno pensa, sottoscritto compreso che la sua opera e le sue idee possano essere trasposte, sic et simpliciter, al mondo contemporaneo. Ma se la provocazione che ho fatto è servita a far riprendere a qualcuno in mano i libri di Dante Alighieri, posto che lo abbiano mai fatto, è già un buon risultato“. La “provocazione” del ministro ha certamente il merito di riaprire un dibattito sulla cultura di destra che certamente esiste anche se funzionalmente minoritaria rispetto a quella di sinistra il cui ruolo egemonico fu preconizzato da Antonio Gramsci.

Riprendiamo dal sito “dissensiediscordanze” un elenco di grandi autori di destra, addirittura in ordine alfabetico: Maurice Barrès, Gottfried Benn, Leon Bloy, Jorge Luis Borges, Louis Ferdinand Céline, Piero Chiara, Emile Cioran, Paul Claudel, Benedetto Croce, Gabriele D’Annunzio, Pierre Drieu La Rochelle, Thomas Stearns Eliot, Edward Morgan Forster, Carlo Emilio Gadda, Knut Hamsun, Hermann Hesse, Eugene Ionesco, Marcel Jouhandeau, Ernst Jünger, Tommaso Landolfi, Thomas Mann, Filippo Tommaso Marinetti, Francois Mauriac, Charles Maurras, Eugenio Montale, Henri Millon de Montherlant, Vladimir Nabokov, Aldo Palazzeschi, Giovanni Papini, Luigi Pirandello, Ezra Pound, Giuseppe Prezzolini, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, William Butler Yeats. A questi potremmo aggiungere Julius Evola, un filosofo, nonché pittore dadaista, particolarmente importante per la destra italiana, il cui pensiero influenzò molto Pino Rauti.


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