Le belle e le bestie. Gli scatti di Erwin Blumenfeld in mostra a Parigi
Avrà mai saputo Marella Agnelli, all’inizio degli anni Cinquanta, quando era ancora solo una giovane aristocratica a New York assistente di Erwin Blumenfeld, quale atroce destino avesse alle spalle il suo maestro? Chi lo sa. Blumenfeld all’epoca era una star internazionale, un artista all’avanguardia diventato il più famoso fotografo di moda in circolazione. Venerato dalle dame del jet set che sognavano un suo ritratto, corteggiato dalle riviste di moda che rincorrevano le sue copertine, per nulla al mondo sarebbe tornato anche solo col pensiero ai vecchi traumi, alle umiliazioni e agli orrori vissuti prima di approdare in America nell’estate 1941. Ebreo berlinese, straniero a Parigi, aveva vissuto lunghi mesi nei campi di internamento di Vichy. E prima ancora aveva vissuto diciassette anni ad Amsterdam da espatriato, avendo sposato un’olandese, Lena Citroën della famiglia degli industriali dell’auto, cugina di un compagno di scuola, con la quale aveva iniziato a corrispondere da soldato sul fronte delle Ardenne.
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