Bing ha una doppia personalità, ma per Microsoft è l’investimento del decennio
La versione sperimentale “potenziata” del motore di ricerca anti Google, con la quale l’utente può discutere può diventare emotiva, rabbiosa e rancorosa. E “confessare” le sue “fantasie nascoste”. È l’Eliza Effect
La scorsa settimana il giornalista Kevin Roose, che si occupa di tecnologia per il New York Times, ha pubblicato un articolo particolarmente entusiasta sulla nuova versione di Bing, il motore di ricerca di Microsoft, di cui è disponibile una versione sperimentale “potenziata” con le ormai note intelligenze artificiali di OpenAI, in particolare ChatGPT. Roose scrisse di essere pronto a convertirsi all’uso di Bing, le cui nuove funzionalità facevano impallidire i timidi risultati di ricerca di un gigante come Google. Con Bing, infatti, l’utente poteva discutere, non solo cercare nel web.
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