Una scuola da ingessare
Le fratture della scuola, sia interne che con il suo ministero, danno l’idea di una scuola della discordia, fatta a pezzi, da ingessare. Siamo nel 2023, anno per tanti aspetti infausto, fra i quali rientra un aspetto particolarmente delicato, quello pedagogico.
Nel mese di gennaio di quest’anno il Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione del Ministero dell’istruzione e del merito, nel lasciare il suo incarico per tornare al suo lavoro di Direttore Generale, ha dichiarato fra l’altro:
“In questa esperienza ho sperimentato ancora una volta la grande complessità del volgere l’agire amministrativo al servizio della realtà scolastica, a sua utilità. Nonostante le migliori volontà, l’Amministrazione e le istituzioni scolastiche paiono talora appartenere ad universi paralleli”.
In effetti fra amministrazione ministeriale e scuola militante si riscontra nella pratica quotidiana una frattura non composta, ma scomposta, forse addirittura esposta, all’interno di un rapporto fra governo e società che con qualche temporanea eccezione continua a riproporsi come divergenza. È da rimarcare per l’ennesima volta in proposito una situazione emblematica di siffatto dissidio: la pervicacia con cui si vuol celebrare il connubio fra prove Invalsi ed Esame di Stato, mortificando l’acquisizione della cultura con perverse modalità valutative che si riverberano sul merito individuale. Altra preoccupante circostanza è proprio l’intrusione della parola merito nella denominazione ministeriale in concomitanza con la denuncia della tirannia del merito presentata da Michael J. Sandel, docente di Teoria del governo ad Harvard, nell’opera The Tyranny of Merit. What’s Become of the Common Good? Per il bene
Continua la lettura su: https://www.matmedia.it/una-scuola-da-ingessare/ Autore del post: Matmedia Fonte: http://www.matmedia.it