L’autobiografia di Parenzo a teatro, scandita da candele e pane intrecciato

C’è una cosa che a teatro chi non recita per professione può far meglio degli attori: rappresentare se stesso. Non s’ingelosirà perciò Moni Ovadia se David Parenzo ha commesso incursione sul suo terreno con lo spettacolo “Ebreo!”, esordio romano al Parioli, viaggio monologante tra stereotipi e luoghi tanto comuni quanto insidiosi. Tra serissima ironia e verissima autobiografia, per raccontare anche attraverso vicende familiari il senso generale delle feste ebraiche e la necessità del ricordo, per frugare nello scrigno di un’identità dove ritrovi pure le divertenti ma assai poco frivole zuffe che possono animare le dispute rabbiniche (affidate alle voci di Vittorio Sgarbi, Paolo Ruffini, Ale e Franz, mentre Enrico Mentana traduce quella di Dio).

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