Ai cittadini disabili erogati ausili superati

Ai cittadini disabili erogati ausili superati: urge aggiornare le tariffe del nomenclatore! Aziende in stato di agitazione
Disabili.com del 17/03/2023

La denuncia del comparto ortoprotesico: “Le Aziende Ortopediche continuano a ricevere dagli assistiti richieste di dispositivi medici ricompresi nei nuovi LEA. Ma il SSR autorizza solo quelli vecchi, inclusi nel vecchio Nomenclatore”

Come avevamo avuto modo di segnalarvi, è stato proclamato per il prossimo 18 marzo lo stato di agitazione da parte delle Aziende Ortopediche, al fine di denunciare l’inerzia delle Istituzioni che a 6 anni dalla pubblicazione del DPCM 12.1.2017 (quello del nuovo Nomenclatore Tariffario, ndr) non hanno ancora reso operativi i nuovi LEA, nè aggiornato le tariffe degli ausili per disabili. 

L’accusa del comparto arriva forte e chiara, per denunciare i gravi e intollerabili ritardi con cui l’Assistenza Protesica viene gestita dalla Pubblica Amministrazione. Ricordano le aziende di ausili e protesi che, nonostante siano trascorsi 6 anni dalla pubblicazione dei

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Ausili disabili. Anche 6 mesi per l’erogazione

Ausili disabili. Anche 6 mesi per l’erogazione ai cittadini. E 10 regioni usano ancora il vecchio nomenclatore del 1999Disabili.com del 18/10/2023

Una indagine mette in luce ritardi e disservizi dell’erogazione di ausili per la disabilità. Il 50% delle persone con disabilità ha aspettato tra i 3 e i 6 mesi per la consegna, e al 43,4% dei pazienti è stato chiesto di pagare un’integrazione di tasca propria.

Gli ausili per le persone con disabilità sono degli strumenti di autonomia spesso necessari a svolgere le quotidiane attività. Fondamentali e imprescindibili, questi strumenti di libertà a volte sono però ottenuti con grande difficoltà dai cittadini disabili, che si rivolgono al SSN per un diritto riconosciuto dalla nostra legislazione. Se è infatti previsto che le persone disabili ricevano dal Sistema Sanitario Nazionale gli ausili di cui hanno bisogno, non è altrettanto garantita la celerità, né sempre l’appropriatezza dei dispositivi che vengono forniti.

Ad analizzare la situazione dell’erogazione di ausili per persone disabili da parte di ASL e Regioni d’Italia, è stata Confindustria Dispositivi Medici, con una survey i cui risultati sono stati presentati nei giorni scorsi a Bologna, al 51° Congresso SIMFER (Società italiana di medicina fisica e riabilitativa). L’indagine ha coinvolto, tra gli altri, i pazienti utilizzatori di ausili sia assistenziali che riabilitativi, che devono comunque essere verificati, adattati, assemblati sul singolo paziente, come sistemi posturali, sedie a rotelle manuali ed elettriche.

TEMPI DI EROGAZIONE AUSILI, Costi E PROCEDUREDall’analisi emerge innanzitutto un problema di tempi e ritardi: secondo quanto rilevato, una volta individuato il l’ausilio necessario, il 50% delle persone con disabilità ha aspettato tra i 3 e i 6 mesi per la sua consegna.Ma anche come costi non va bene. Nella ricerca emerge che al 43,4% dei pazienti è stato chiesto di pagare un’integrazione di tasca propria per la consegna dell’ausilio: nel 41,3% dei casi questa integrazione era del 10% o più della tariffa del presidio.Per niente soddisfatto del servizio di fornitura (tempi, procedure etc) è risultato il 37% degli utenti che ha partecipato alla survey, mentre il 58,7% lo è invece nella fase di manutenzione e assistenza tecnica.Inoltre, il 52,2% delle persone che utilizzano ausili non ha ricevuto una valutazione clinica del contesto abitativo, lavorativo o scolastico nella scelta del presidio, solo nel 19% dei casi è stata fatta al domicilio.

VECCHIO NOMENCLATORETra i punti deboli, la grande differenza che si rileva da Regione a Regione, ma anche da ASL a ASL.Raccontano i tecnici ortopedici, i fabbricanti e i distributori che 10 regioni usano ancora il vecchio nomenclatore del 1999 (DM 332), e solo 5 applicano il Nuovo Nomenclatore degli ausili e delle protesi, ovvero il DPCM Lea 2017. A macchia di leopardo le modalità di fornitura degli ausili complessi anche da una Asl all’altra all’interno della stessa regione: dal tariffario regionale per alcuni specifici ausili a singole mini gare o a vere e proprie gare regionali fino alla prassi del triplo preventivo. Il risultato è che una persona con disabilità potrebbe vedersi erogato dalla propria ASL un certo tipo di ausili, mentre una persona con medesima necessità in una ASL di una città diversa potrebbe non vederselo approvato.“In Italia oltre 3 milioni di pazienti sono alle prese con procedure per l’approvvigionamento di ausili che impediscono adattabilità adeguate, tempi celeri e accesso alla migliore tecnologia possibile con rischi sul percorso di cura e riabilitazione. – ha commentato Alessandro Berti, Presidente Ausili di Confindustria Dispositivi Medici -. “Il DPCM Lea del 2017, sebbene abbia introdotto nuove tecnologie nei livelli essenziali di assistenza, è fermo a 6 anni fa e con l’introduzione di gare generaliste per l’acquisizione degli ausili, anche quelli complessi, ha generato un caos che si ripercuote sull’utente finale: tempi lunghi di attesa del dispositivo, scarsa appropriatezza del presidio alle reali esigenze di disabilità e spesso costi extra da pagare di tasca propria. Non minori le difficoltà per le regioni e le Asl, che per sopperire a queste problematiche (gare sospese o annullate, mancata adattabilità del presidio) adottano procedure di approvvigionamento differenti, generando una situazione non omogenea a livello nazionale e un’iniquità di accesso alle cure con il conseguente aumento del fenomeno della mobilità sanitaria”.

AUSILI COMPLESSI E APPROPRIATEZZASecondo Confindustria Dispositivi medici, lo spostamento degli ausili per disabilità gravi e complesse negli elenchi di ausili di serie, e quindi oggetto di acquisizione tramite gara d’appalto, impedisce una individuazione ad personam del dispositivo stesso, pesando gravemente sulla qualità della vita dei pazienti con disabilità, presenti oggi in Italia. Questa situazione si è creata in seguito al lungo percorso della riforma dei LEA iniziato oltre 10 anni fa e terminato con la pubblicazione del Dpcm 12 gennaio 2017, al cui interno sono inseriti gli elenchi dei dispositivi medici destinati agli aventi diritto e con spesa a carico del SSN. La revisione degli elenchi ha portato un miglioramento in termini di disponibilità di prodotti (includendo ad esempio alcuni ausili tecnologici), ma ha creato una forte incertezza nelle regole di fornitura di ausili per pazienti con disabilità con sensibili differenze tra le diverse regioni.

RICHIESTA DI REVISIONE DEGLI ELENCHI“Auspichiamo una revisione degli elenchi che permetta di risolvere la problematica degli ausili complessi – ha concluso il Presidente Alessandro Berti – creando un Elenco 1BIS dove inserire tutti quegli ausili adattabili che devono essere individuati sulle reali necessità del paziente. Per questo presenteremo alla Commissione LEA, insieme ai risultati dell’indagine, un aggiornamento della nostra proposta di revisione degli elenchi dell’assistenza protesica, che permetta di sanare tutte le anomalie che il DPCM del 2017 ha creato”. 

Per approfondireAusili, protesi, ortesi per disabili: come ottenerli?https://www.disabili.com/legge-e-fisco/speciali-legge-a-fisco/nomenclatore-tariffario/ausili-prostesi-ortesi-per-disabili-come-ottenerleAusili disabili: approvato il nuovo Nomenclatore Tariffario. Ecco i nuovi ausili garantiti dal SSNhttps://www.disabili.com/prodotti/articoli-qprodotti/ausili-disabili-approvato-il-nuovo-nomenclatore-tariffario-ecco-i-nuovi-ausili-erogati-dal-ssn

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