Elon Musk: i rischi dell’AI e l’appello dei 1000 della Silicon Valley

Più di mille persone tra ricercatori e manager della Silicon Valley, tra i quali il miliardario Elon Musk, hanno firmato una lettera aperta con un invito a “mettere in pausa” per 6 mesi lo sviluppo di potenti sistemi basati sull’Intelligenza Artificiale per dare il tempo di garantirne la sicurezza. “I sistemi basati sull’intelligenza artificiale con intelligenza competitiva umana – si legge nella lettera – possono rappresentare seri rischi per la società e l’umanità. Potenti sistemi basati sull’Intelligenza Artificiale dovrebbero essere sviluppati solo quando saremo sicuri che il loro effetto sarà positivo e i rischi saranno gestibili”. I firmatari – tra i quali spiccano il co-fondatore di Apple Steve Wozniak e Andrew Yang, candidato alle primarie democratiche per le presidenziali del 2020 – hanno deciso di sottoscrivere l’appello dopo che la startup OpenAI di San Francisco ha rilasciato un nuovo modello basato sull’intelligenza artificiale GPT-4, molto più potente della versione precedente, utilizzata per alimentare il chatbot ChatGPT, che può generare frammenti di testo dai prompt più brevi.

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MUSK E L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE CON OpenAI – Proprio Elon Musk è stato uno dei primi investitori di OpenAI e ha fatto parte del suo consiglio per anni. La sua azienda automobilistica, Tesla, sta attualmente sviluppando sistemi basati sull’intelligenza artificiale per aiutare a implementare la tecnologia di guida autonoma. Musk ha annunciato nel 2015 la fondazione di OpenAI, una compagnia di ricerca dell’AI no profit. Nelle intenzioni, OpenAI mira allo “sviluppo di un’intelligenza artificiale forte in modo che sia sicura e benefica per l’umanità”. Rendendo accessibile le AI a tutti, OpenAI intende “contrastare le grandi aziende che possono guadagnare troppo potere attraverso il possesso di sistemi super-intelligenti dedicati agli utili, così come i governi che possono utilizzare le AI per ottenere il potere, ma anche per opprimere i loro cittadini”. Nel febbraio 2018, Musk ha quindi lasciato la presidenza della società per evitare conflitti d’interesse con il suo ruolo presso Tesla, pur rimanendo un donatore.

MUSK, DA PERSONA DELL’ANNO 2021 ALLA ‘PIU’ ESASPERANTE’ – Da persona dell’anno 2021 alla ‘più esasperante’. Multimilionario, fondatore di Space X, esplosivo patron di Tesla e Twitter, Elon Musk è stato e continua ad essere oggetto di discussione per media ed esperti nei diversi settori nei quali l’imprenditore è coinvolto. C’è ad esempio l’ironia del New Yorker – che recentemente ha ipotizzato un fantasioso premio “per i suoi continui ma infruttuosi tentativi di riempire la voragine aperta della sua anima con l’attenzione di estranei indifferenti” – o il più serio giudizio del Premio Nobel Paul Krugam, che ha bollato Musk come “un oligarca petulante”. “I veri privilegiati sono circondati da persone che non osano dire loro quando si comportano male, per questo non sono sorpreso nel vedere Elon Musk immolare la sua reputazione – ha scritto l’economista in un editoriale sul New York Times, riferendosi alla sua controversa e caotica gestione di Twitter – la domanda più interessante è perché siamo dominati da questo tipo di persone, perché chiaramente stiamo vivendo nell’epoca degli oligarchi petulanti”.

Amatissimo o odiatissimo, aveva suscitato le critiche di molti la decisione di Time di nominare nel 2021 il visionario miliardario, allora uomo più ricco del mondo, persona dell’anno “per la capacità di creare soluzioni ad un crisi esistenziale, per rappresentare le possibilità e pericoli nell’era dei giganti del tech, per guidare le trasformazioni più ambiziose e rivoluzionarie”.

Il riconoscimento tuttavia non sembra essere stato di buon auspicio per Musk, che – vicenda Twitter a parte – ha chiuso il 2022 con il titolo di Tesla, nucleo principale della sua ricchezza, che ha perso oltre 50% del suo valore dall’inizio dell’anno. Certo i suoi oltre 183,6 miliardi di dollari lo pongono sempre ai vertici della plutocrazia mondiale, ma quest’anno ha dovuto cedere il trono di uomo più ricco del mondo a Bernard Arnault, Ceo del marchio del lusso francese Lvmh, che di miliardi ne ha 186,2.

E secondo alcuni osservatori la vera e propria “ossessione” di Musk per Twitter, la piattaforma di social media che dopo lunghe trattive è riuscito a comprare per 44 miliardi di dollari, si sta ripercuotendo sul resto dell’impero Musk e rischia di compromettere ulteriormente il marchio Tesla, l’auto elettrica nata come simbolo di ambientalismo e innovazione sociale. Secondo un sondaggio di YouGov di dicembre, citato anche da Le Monde, la percezione di Tesla a novembre è diventata “globalmente negativa e partigiana”.

E in altri sondaggi, dedicati unicamente al pubblico americano, si nota come sia negli ultimi mesi del 2022, cresciuto il favore verso il marchio da parte di repubblicani e calato da parte dei democratici, specularmente all’escalation delle prese di posizioni sempre più spostate a destra di Musk – che non si è mai posto in questi mesi come un manager neutrale della piattaforma, ma la usa per lanciare ai suoi 122 milioni di follower anche qui secondo, dopo i 133 milioni di Barack Obama, messaggi contro la cultura ‘woke’ (progressista), contro Joe Biden e famiglia, la banca centrale e le misure anti Covid.

Da ottobre 2022 la sua gestione di Twitter è stata a dire poco turbolenta: Musk ha supervisionato il licenziamento di oltre la metà della forza lavoro globale dell’azienda, l’allentamento della moderazione dei contenuti e la reintroduzione di account precedentemente banditi – come quello di Donald Trump e estremisti di destra – che secondo alcuni gruppi ha causato un’impennata di contenuti d’odio e offensivi sulla piattaforma.

Il regno di Musk è stato anche caratterizzato da un lancio incerto del servizio di abbonamento Twitter Blue e dalla fuga di parte degli inserzionisti in disaccordo con la sua politica di “assoluta libertà di parola”. Una politica che Musk non ha mancato di smentire clamorosamente con la sospensione degli account di giornalisti delle principali testate Usa che solitamente scrivono di lui, con l’accusa di aver rivelato informazioni sulla sua posizione, mettendo in pericolo lui e la sua famiglia.

Insomma con Musk Twitter, e i suoi utenti, sono sulle montagne russe, fino all’ultima sopresa, quella dell’annuncio che si dimetterà da Ceo di Twitter, non appena troverà qualcuno “abbastanza folle da accettare il lavoro”. Se lo farà, rispetterà il volere degli utenti che al 57% si erano espressi in favore delle sue dimissioni in un sondaggio da lui stesso lanciato. Risultati che prima aveva detto di voler rispettare, mettendo però poi in dubbio il risultato e poi cambiando idea di nuovo.

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