SpaceX, il razzo Starship per la prima volta raggiunge lo Spazio

Il secondo test di volo orbitale di Starship, il razzo più grande e ambizioso con cui l’azienda aerospaziale di Elon Musk sogna, un giorno, di portare l’uomo sulla Luna e poi su Marte, si è concluso con un successo a metà. Il booster di Starship, lanciato alle 14 (ora italiana) da Boca Chica, in Texas, è esploso in volo subito dopo la separazione, prima dell’ammaraggio.

L’astronave, invece, ha proseguito il suo volo raggiungendo per la prima volta lo Spazio. Ma poi anche il secondo stadio del razzo è esploso.

Il primo tentativo di volo orbitale, sette mesi fa, si era concluso con l’esplosione di Starship pochi minuti dopo il lancio.

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Interrotto prima del previsto il volo di Starship

Aggiornamento delle 14:22 del 18 novembre: il razzo Starship è partito, la separazione (hot staging, vedi sotto) tra il primo e il secondo stadio è avvenuta regolarmente, ma subito dopo la separazione stessa, a circa 60 km di quota, il primo stadio è stato fatto esplodere per ragioni che non sono state ancora comunicate. Il secondo stadio ha proseguito regolarmente per alcuni minuti, dopodiché è stato fatto esplodere anch’esso. 
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SpaceX ha ottenuto l’approvazione dalla Federal Aviation Administration (FAA, l’autorità americana che detta fissa le regole in campo aerospaziale) per il prossimo lancio di Starship, il razzo più potente mai costruito. L’inizio della finestra di lancio è fissata per sabato 18 novembre alle 14:00 italiane, con una durata di due ore.
Il rapporto positivo della Fish and Wildlife Service sulla riserva naturale a Boca Chica, sede dei lanci, ha garantito l’approvazione per  il sistema di soppressione del rumore di lancio, che impiega enormi getti d’acqua. Il sistema sarà utilizzato fino a 30 volte all’anno, preservando l’equilibrio ambientale della laguna circostante. Il sistema di terminazione di volo è stato migliorato e già installato sulla superficie del razzo.Che numeri! L'”insieme” Starship (la navicella che in futuro ospiterè gli astroanuti destinati a tornare sulla Luna) più Super Heavy (il primo stadio) ha numeri da guinness dei primati: è il razzo più grande che sia stato mai costruito, alto come un grattacielo di 40 piani (circa 120 metri), ed è spinto da ben 33 motori Raptor a metano liquido e ossigeno liquido, nel primo stadio, capaci di garantire 74.500.000 Newton di spinta e 6 motori Raptor nel secondo, per una spinta di 14.700.000 Newton. 
Quando il primo stadio si separerà dal resto del razzo, verrà fatto rientrare in modo controllato: questa volta, per ragioni di sicurezza, non “punterà” verso la base di lancio ma in mare, a 36 chilometri al largo della costa del Texas. 
Il programma. Secondo il piano di volo, Starship dovrebbe sorvolare l’isola di Cuba, attraversare l’Oceano Atlantico e parte dell’Africa meridionale. Poi dovrebbe passare sull’oceano Indiano, sorvolare l’Indonesia e infine dovrebbe impattare in mare a nord delle Isole Hawaii, circa 90 minuti dopo il lancio. Starship non completerà dunque un’orbita completa.

Potrete seguire l’evento in diretta su Focus Tv in questa nostra pagina, Luigi Bignami condurrà la trasmissione con alcuni ospiti:

Filippo Maggi: Docente del Politecnico di Milano, esperto di propulsione spaziale, discuterà delle ragioni dietro l’esplosione nel tentativo precedente e delle modifiche apportate al Falcon Heavy e alla Starship, confrontando le tecnologie utilizzate.

Angelo Landolfi e Pantaleone Carlucci: Rispettivamente Tenente Colonnello dell’Aeronautica Militare e ingegnere del CNR, condivideranno esperienze e illustreranno gli esperimenti scientifici della missione Virtute-1 con Virgin Galactic. Anticiperanno anche la prossima missione Ax-3 dell’Aeronautica Militare verso la ISS.

Cesare Guaita: Biochimico e planetologo, parlerà delle scoperte su Marte grazie ai rover Perseverance e Curiosity, e all’elicottero Ingenuity, discutendo anche della missione spaziale della sonda Osiris Rex sull’asteroide Bennu e delle opportunità conoscitive.

Simone Iovenitti: Astrofisico dell’INAF Brera/Merate, esplorerà i risultati del JWST e le prospettive di Euclid.

L’evento promette di essere epico, con esperti di spicco che condivideranno conoscenze sulla ricerca spaziale e le sfide affrontate da SpaceX. Seguite la diretta per essere aggiornati su questo nuovo capitolo nella storia della conquista spaziale. Ricordiamo che l’attesissimo primo test di volo orbitale per la navicella Starship dello scorso 20 aprile 2023 (dopo un primo countdown interrotto prematuramente) si è concluso circa 4 minuti dopo il lancio, al momento della separazione tra primo e secondo stadio, con l’esplosione controllata del razzo stesso. In quella occasione SpaceX ha dichiarato che il volo di prova era stato un successo, in quanto ha trasmesso a terra dati preziosi sulle prestazioni dell’astronave per l’analisi da parte degli ingegneri, e avevano fatto il giro del mondo le immagini incredibili dei pesanti danni causati alla rampa di lancio, che hanno suggerito di rinforzare le infrastrutture.

Il ritorno sulla Luna subirà un ritardo?

Un timore – che in molti avevano, ma che forse per un po’ di scaramanzia nessuno osava manifestare – è stato ufficialmente espresso da un alto funzionario della NASA: c’è molta preoccupazione che le difficoltà nello sviluppo da parte di SpaceX del nuovo enorme razzo Starship, potrebbero ritardare il primo allunaggio di astronauti del programma Artemis. Parliamo della terza “puntata” della missione, prevista attualmente per la fine del 2025, con cui la Nasa dovrebbe impiegare un veicolo Starship di SpaceX per traghettare un equipaggio di due persone dall’orbita lunare alla superficie del satellite.
Se ne parla nel 2026? Jim Free, capo della Direzione della Missione per lo sviluppo dei sistemi di esplorazione della NASA, ha affermato infatti che SpaceX deve ancora realizzare molto lavoro prima che l’astronave venga autorizzata a far atterrare gli astronauti sulla Luna. L’attuale programma della NASA prevede che il primo astronauta del Progetto Artemis atterri sulla Luna con la missione Artemis 3, alla fine del 2025. «Ma con le difficoltà che SpaceX ha avuto, penso che sia quasi impossibile. Quindi dobbiamo pensare di far scivolare il lancio almeno nel 2026», ha dichiarato Free in una riunione del Consiglio di Ingegneria Aeronautica e Spaziale delle Accademie nazionali.

Prima che l’astronave possa volare sulla Luna, SpaceX deve lanciare con successo il veicolo spaziale in orbita terrestre. Il primo volo di prova di SpaceX dell’intera astronave, è partito dalla struttura di Starbase che si trova nel sud del Texas lo scorso 20 aprile 2023. SpaceX ha dichiarato che il volo di prova è stato un successo, in quanto ha trasmesso a terra dati preziosi sulle prestazioni dell’astronave per l’analisi da parte degli ingegneri. Il razzo è andato fuori controllo dopo alcuni problemi ai motori e alla fine un sistema di autodistruzione si è attivato per farlo esplodere.
Riparazione danni. Nel frattempo gruppi di lavoro di SpaceX a terra stanno oggi riparando i pesanti danni causati alla rampa di lancio e stanno anche rinforzando le infrastrutture prima di tentare un secondo lancio di prova dell’accoppiata Super Heavy (che è il razzo vero e proprio) – Starship (l’astronave). Elon Musk, fondatore e CEO di SpaceX, ha suggerito che il sito di lancio potrebbe essere pronto per un altro volo di prova entro la fine dell’estate.

Ricostruzione del modo con il quale l’astronave di Starship farà rifornimento in orbita terrestre prima del viaggio verso la Luna.
© SpaceX

Con Artemis 3, la navicella Orion trasporterà gli astronauti nelle vicinanze della Luna, dove il lander Starship di SpaceX sarà già in attesa. Quest’ultimo infatti, dopo essere stato lanciato dal nuovo razzo o booster Super Heavy, raggiungerà prima l’orbita terrestre bassa a poche centinaia di chilometri sopra il nostro pianeta, poi verrà rifornito di metano e ossigeno liquidi (vedi foto sopra) utilizzando una serie di veicoli-cisterna Starship.

Un volta fatto il pieno, l’astronave lunare si sposterà verso la Luna, dove la navicella Orion attraccherà ad essa: due degli astronauti passeranno al suo interno per scendere in un sito di atterraggio vicino al Polo sud lunare. 
Il rientro. Due astronauti rimarranno a bordo della capsula Orion in orbita. Dopo alcuni giorni sulla superficie, durante i quali verranno realizzate diverse “passeggiate”, l’astronave tornerà in orbita lunare e si incontrerà nuovamente con la navicella Orion per riunire l’equipaggio. A questo punto Orion riporterà gli astronauti sulla Terra.
In tutto questo c’è grande attesa per come verrà eseguito il rifornimento di Starship in orbita terrestre, un’operazione pericolosa e mai realizzata finora, che in questi due anni dovrà diventare di routine. Tra l’altro non si conosce ancora il numero esatto di lanci di serbatoi cisterna che saranno necessari per il rifornimento dell’astronave lunare. 

Ci sono altre preoccupazioni. Il lander lunare Starship tuttavia, non è l’unico elemento dell’architettura Artemis della NASA che potrebbe causare un ritardo nell’atterraggio sulla Luna di Artemis 3. La NASA ha selezionato Axiom Space, lo scorso anno, per sviluppare una nuova tuta spaziale per proteggere gli astronauti che cammineranno sul nostro satellite, proprio a partire dalla missione Artemis 3.
La nuova tuta spaziale sarà più flessibile dell’attuale ingombrante tuta spaziale della NASA, utilizzata per le passeggiate nello spazio presso la Stazione Spaziale Internazionale e quindi più adatta per camminare nell’ambiente a gravità ridotta della Luna. Questa tuttavia, non sembra ancora aver raggiunto i livelli di sicurezza necessari alla NASA per essere convalidata e quindi si sta ancora lavorando su di essa.

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