Acciaio per al surf in micro italian barriera corallina, Olimpiadi 2024, Thaiti una torred&#039

Da Cortina all’isola di Tahiti, Polinesia francese. Da una parte all’altra del pianeta, la battaglia dei cittadini che ospitano le Olimpiadi è la stessa: difendere il territorio dalla costruzione di nuovi impianti sportivi che impattano sull’ambiente. Così come in Italia si sono schierati (e hanno vinto) contro la realizzazione di una nuova pista per le gare di bob a Cortina, a Teahupo’o  paradiso nell’arcipelago polinesiano che ospiterà le competizioni di surf maschili e femminili durante le Olimpiadi 2024, la popolazione  si oppone alla costruzione di una nuova torre di acciaio per i giudici di gara che sta sorgendo sulla barriera corallina. Una per la verità c’è già: è di legno e da vent’anni viene utilizzata per le gare internazionali più prestigiose. Fino adesso, però. Perché per gli organizzatori delle Olimpiadi non è più adatta. Teahupo’o, a Tahiti, è una piccola comunità costiera immersa in un’area naturale protetta. A parte le sue onde giganti, per cui è conosciuta dai surfisti di tutto il mondo, la zona è in un ambiente incontaminato.

Una competizione internazionale a Tahiti