Precari, procedura d’infrazione e messa in mora dell’Italia: troppi supplenti con stipendio fermo per anni e anni, la Commissione Ue perde la pazienza

Troppi docenti e Ata precari abbandonati al loro destino di lavoratori con meno diritti, tra cui i mancati “scatti” automatici in busta paga che invece arrivano periodicamente ai colleghi di ruolo: per quest’ultima condizione, protratta nel tempo e senza sviluppi, la Commissione europea ha deciso di avviare una procedura d’infrazione, con messa in mora, nei confronti del Governo italiano, che ora ha a disposizione due mesi di tempo per illustrare come intende risolvere il problema. Altrimenti, rischierebbe di vedersi alla lunga assegnare pesanti sanzioni pecuniarie dalla Corte di giustizia Ue.

Ad essere inosservata, hanno fatto rilevare da Bruxelles, è una direttiva sulle progressioni stipendiali Ue risalente addirittura 1977.

La comunicazione, in difesa degli interessi di oltre 200mila supplenti annuali e diverse decine di migliaia di precari cosiddetti “brevi e saltuari”, è stata fatta recapitare dalla Commissione europea a Roma il 12 febbraio: nella nota si ricorda che “gli insegnanti

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