Cosa prevede il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici

Più azioni “soft” che “hard”, lo sguardo rivolto contemporaneamente a tentare di risolvere il problema delle risorse idriche e reggere l’intensificarsi degli eventi meteo estremi, e in tutto circa 360 azioni, ipotizzate da tecnici e politici, per prepararsi al futuro climatico del Paese.
 
Il Pnacc, Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (qui il documento in .pdf), che era sul tavolo già a dicembre, è stato approvato dal Mase, il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica guidato da Gilberto Pichetto Fratin. “Un passo importante per la pianificazione e l’attuazione di azioni nel nostro Paese”, fa sapere il ministero in una nota subito dopo l’approvazione.
 
Si tratta di fatto dello strumento di attuazione della Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici del 2015, ovvero la pianificazione a seconda di ogni Paese necessaria per “contenere la vulnerabilità dei sistemi naturali, sociali ed economici agli impatti dei cambiamenti climatici e aumentarne la resilienza”.

In breve, lo

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