Dentro il quadro: la gita in barca in soggettiva

Tutti i dipinti figurativi sono rappresentazioni della realtà, più o meno fedeli, riprese dal punto di vista del pittore. Quando c’è la prospettiva questa è costruita proprio attorno all’occhio dell’artista ma, più in generale, ogni quadro è una sorta di finestra che presuppone la scelta di una posizione da cui guardare il mondo. Tuttavia la presenza dell’osservatore non è un elemento che salta subito all’occhio.
Poi ci sono scene che più di altre danno la sensazione dell’esistenza fisica di quel punto di osservazione: sono le immagini rese in soggettiva, per usare un termine cinematografico. Non sono distanti, oggettive, ma ci portano …

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Il mondo alla finestra, racconti di finestre nella storia dell’arte

Ho iniziato a collezionare immagini di finestre nei dipinti tanti anni fa. Mi incuriosivano soprattutto le vedute incorniciate dalle ante di una finestra aperta, come un quadro nel quadro. All’inizio non credevo che ne avrei trovate molte, mi sembrava un soggetto piuttosto marginale. Poi, dopo le finestre sul paesaggio, ho trovato decine di finestre dietro scene sacre, finestre accanto alla vita quotidiana, finestre cieche, finestre che riempiono di luce una stanza, finestre circondate da oggetti o completamente spoglie, finestre leziose o silenziose.
Così inizia l’introduzione del mio nuovo libro, Il mondo alla finestra, la storia dell’arte raccontata dalla cornice di una finestra, scritto per BUR Rizzoli.

Quello delle finestre nei dipinti è un tema solo apparentemente minore. La finestra, che sia protagonista o sfondo, è molto di più che la rappresentazione di un’apertura.È un elemento che separa due mondi: ce n’è uno esterno fatto di paesaggi naturali o urbani, di aria, di luce, di sole, di nuvole, di vento, di tepore; e uno interno fatto di persone, di piccoli rituali, di arredi, tende, pavimenti e pareti.Allo stesso tempo unisce quei due universi, travasandoli l’uno nell’altro in modo fluido. La finestra, dunque, è il punto di incontro tra lo spazio umano e la realtà esterna, tra cultura e natura, tra la misura e l’infinito.
Caspar David Friedrich, Donna alla finestra, 1822, olio su tela, cm 73×44, Alte Nationalgalerie, Berlino
Questo contatto avviene fondamentalmente attraverso la visione: la finestra consente all’immagine del reale di presentarsi all’occhio di chi sta dentro.Ma dal momento che si tratta di un ritaglio rettangolare nella parete, diventa anche uno strumento ottico, una cornice che rende unica quella porzione di mondo che inquadra al suo interno. Il risultato è una finestra-quadro, una sorta di dipinto nel dipinto.
Constant Moyaux, Vista di Roma dalla stanza dell’artista a Villa Medici, 1863, acquerello su carta, cm 29,4×22,7, Musée des Beaux-Arts, Valenciennes
Contemporaneamente, questo sfondamento illusionistico della parete aggiunge un’enorme profondità alla scena e lo spazio interno si prolunga fino all’orizzonte.
Andrea Mantegna, Morte della Vergine, 1462 ca., tempera e olio su tavola, cm 54,5×42, Museo del Prado, Madrid
In base alla posizione che la finestra assume nel dipinto – specialmente se laterale – il paesaggio esterno può anche non essere visibile. In questo caso non si manifesta l’effetto “veduta in cornice” e neanche la prospettiva infinita. Ma risulta evidente un’altra caratteristica delle finestre: quella di riversare luce nello spazio interno. Una luce che non è solo funzionale a mostrare quello che c’è dentro la stanza, ma che la rende possibile, la fa esistere, le dà corpo e spazio.
Jan Vermeer, Lattaia, 1660, olio su tela, cm 46×41, Rijksmuseum, Amsterdam
Quel riquadro luminoso, inoltre, è testimone silente di esistenze ordinarie, è il luogo della lettura e della contemplazione, del rammendo e del disegno.
Odoardo Borrani, 26 aprile 1859 a Firenze, 1861, olio su tela, cm 68×59, Statens Museum for Kunst, Copenaghen
È anche luogo di attese e di sorprese. Di gesti che possono essere osservati da dentro la stanza ma anche dall’esterno, come un voyeur che sbircia l’intimità delle case altrui.
Bartolomé Esteban Murillo, Due donne alla finestra, 1655-1660, olio su tela, cm 125,1×104,5, National Gallery of Art, Washington DC
La finestra, infine, è simbolo di libertà, luogo del desiderio, immagine del divino.
Eppure la finestra è sostanzialmente un vuoto, una mancanza di materia. Ma è proprio la sua inesistenza fisica a trasformarla in ricettacolo di senso. Quel varco nello spazio è un catalizzatore di storie e un attivatore dell’immaginazione.
Vilhelm Hammershøi, La danza della polvere al sole, 1900, olio su tela, cm 70×59, Ordrupgaard, Copenaghen
Per non disperdermi tra le centinaia di immagini che ho raccolto, ho scelto di descriverle per piccoli gruppi, in modo da far emergere di volta in volta un aspetto diverso, una sfaccettatura di una delle tante caratteristiche possedute dalle finestre.
Non volevo scrivere però un saggio di storia dell’arte, ma una raccolta di storie, una passeggiata attraverso le immagini e soprattutto tra i segreti che contengono, pittorici o storici, nella vita dell’artista e delle persone raffigurate.
René Magritte, La chiave dei campi, 1936, olio su tela, cm 80×60, Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid
Queste, per esempio, è la storia della finestra di Goethe.

L’ordine che tiene assieme le storie è sostanzialmente cronologico, ma ogni racconto è indipendente dagli altri. Dunque si può iniziare la lettura da qualsiasi punto, lasciandosi guidare dalla suggestione delle figure.Si può scegliere tra Prospettive sul paesaggio e Letture illuminate, tra Luce imprigionata e Frammenti di Parigi, tra Davanzali abitati e Suggestioni giapponesi, per un totale di trentaquattro capitoli.
Edward Hopper, Scompartimento C, carrozza 293, 1938, olio su tela, cm 50,8×45,7, Collezione ibm Corporation, Armonk (ny)
La storia dell’arte, quella canonica, alla fine emerge comunque. Perché la differenza tra una finestra del Quattrocento, una del Seicento e una dell’Ottocento, è principalmente stilistica; ma quella storia resta sotto traccia, come fil rouge che tiene assieme persone e luoghi distanti, nel tempo e nello spazio.
I grandi artisti ci sono tutti: Leonardo, Raffaello, Tiziano, Caravaggio, Monet, van Gogh, Matisse, Chagall etc. Ma ci sono anche tanti altri autori meno noti, ma non per questo minori: il danese Vilhelm Hammershøi, la scozzese Alice Boyd, il norvegese Johan Christian Dahl, l’austriaca Marie Egner, giusto per fare qualche nome.  
Giovanni Bellini, Pala di Pesaro, 1475, olio e tempera su tavola, cm 262×240, Musei Civici, Pesaro
Naturalmente è stata indispensabile una selezione: impossibile raccontare tutte le finestre della mia raccolta. E forse non necessario. Al di là dei pezzi “obbligatori” ho scelto quelli che mi davano la possibilità di narrare un nuovo dettaglio, di svelare una piccola scoperta, un nuovo punto di vista.
La storia dell’arte dunque non è né il punto di partenza – perché questi racconti non richiedono di essere esperti di pittura – né il punto di arrivo: quello che si potrà scoprire è una storia tutta umana.
Albrecht Dürer, Autoritratto, 1498, olio su tavola, cm 52×41, Museo del Prado, Madrid
Quel che è certo è che quando si entra in questo mondo alla finestra, in questa moltitudine di sguardi, in questa infinità di significati, nessuna finestra può lasciare più indifferenti. È un piccolo regalo che sa donare l’arte: dare nuovi occhi per guardare in modo nuovo.Anche attraverso un vetro.
***
In chiusura voglio ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile la nascita di questo libro. In particolare Lucio Lorenzi, il mio editor, che ha creduto fin dall’inizio in questo progetto e ha seguito il mio lavoro pagina dopo pagina con immensa cura.

Per info e acquisti: sito Rizzoli, Amazon, Ibs, Mondadori Store, laFeltrinelli, Libreria Universitaria

Il mondo alla finestra, racconti di finestre nella storia dell’arte

Ho iniziato a collezionare immagini di finestre nei dipinti tanti anni fa. Mi incuriosivano soprattutto le vedute incorniciate dalle ante di una finestra aperta, come un quadro nel quadro. All’inizio non credevo che ne avrei trovate molte, mi sembrava un soggetto piuttosto marginale. Poi, dopo le finestre sul paesaggio, ho trovato decine di finestre dietro scene sacre, finestre accanto alla vita quotidiana, finestre cieche, finestre che riempiono di luce una stanza, finestre circondate da oggetti o completamente spoglie, finestre leziose o silenziose.
Così inizia l’introduzione del mio nuovo libro, Il mondo alla finestra, la storia dell’arte raccontata dalla cornice di una finestra, scritto per BUR Rizzoli.

Quello delle finestre nei dipinti è un tema solo apparentemente minore. La finestra, che sia protagonista o sfondo, è molto di più che la rappresentazione di un’apertura.È un elemento che separa due mondi: ce n’è uno esterno fatto di paesaggi naturali o urbani, di aria, di luce, di sole, di nuvole, di vento, di tepore; e uno interno fatto di persone, di piccoli rituali, di arredi, tende, pavimenti e pareti.Allo stesso tempo unisce quei due universi, travasandoli l’uno nell’altro in modo fluido. La finestra, dunque, è il punto di incontro tra lo spazio umano e la realtà esterna, tra cultura e natura, tra la misura e l’infinito.
Caspar David Friedrich, Donna alla finestra, 1822, olio su tela, cm 73×44, Alte Nationalgalerie, Berlino
Questo contatto avviene fondamentalmente attraverso la visione: la finestra consente all’immagine del reale di presentarsi all’occhio di chi sta dentro.Ma dal momento che si tratta di un ritaglio rettangolare nella parete, diventa anche uno strumento ottico, una cornice che rende unica quella porzione di mondo che inquadra al suo interno. Il risultato è una finestra-quadro, una sorta di dipinto nel dipinto.
Constant Moyaux, Vista di Roma dalla stanza dell’artista a Villa Medici, 1863, acquerello su carta, cm 29,4×22,7, Musée des Beaux-Arts, Valenciennes
Contemporaneamente, questo sfondamento illusionistico della parete aggiunge un’enorme profondità alla scena e lo spazio interno si prolunga fino all’orizzonte.
Andrea Mantegna, Morte della Vergine, 1462 ca., tempera e olio su tavola, cm 54,5×42, Museo del Prado, Madrid
In base alla posizione che la finestra assume nel dipinto – specialmente se laterale – il paesaggio esterno può anche non essere visibile. In questo caso non si manifesta l’effetto “veduta in cornice” e neanche la prospettiva infinita. Ma risulta evidente un’altra caratteristica delle finestre: quella di riversare luce nello spazio interno. Una luce che non è solo funzionale a mostrare quello che c’è dentro la stanza, ma che la rende possibile, la fa esistere, le dà corpo e spazio.
Jan Vermeer, Lattaia, 1660, olio su tela, cm 46×41, Rijksmuseum, Amsterdam
Quel riquadro luminoso, inoltre, è testimone silente di esistenze ordinarie, è il luogo della lettura e della contemplazione, del rammendo e del disegno.
Odoardo Borrani, 26 aprile 1859 a Firenze, 1861, olio su tela, cm 68×59, Statens Museum for Kunst, Copenaghen
È anche luogo di attese e di sorprese. Di gesti che possono essere osservati da dentro la stanza ma anche dall’esterno, come un voyeur che sbircia l’intimità delle case altrui.
Bartolomé Esteban Murillo, Due donne alla finestra, 1655-1660, olio su tela, cm 125,1×104,5, National Gallery of Art, Washington DC
La finestra, infine, è simbolo di libertà, luogo del desiderio, immagine del divino.
Eppure la finestra è sostanzialmente un vuoto, una mancanza di materia. Ma è proprio la sua inesistenza fisica a trasformarla in ricettacolo di senso. Quel varco nello spazio è un catalizzatore di storie e un attivatore dell’immaginazione.
Vilhelm Hammershøi, La danza della polvere al sole, 1900, olio su tela, cm 70×59, Ordrupgaard, Copenaghen
Per non disperdermi tra le centinaia di immagini che ho raccolto, ho scelto di descriverle per piccoli gruppi, in modo da far emergere di volta in volta un aspetto diverso, una sfaccettatura di una delle tante caratteristiche possedute dalle finestre.
Non volevo scrivere però un saggio di storia dell’arte, ma una raccolta di storie, una passeggiata attraverso le immagini e soprattutto tra i segreti che contengono, pittorici o storici, nella vita dell’artista e delle persone raffigurate.
René Magritte, La chiave dei campi, 1936, olio su tela, cm 80×60, Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid
Queste, per esempio, è la storia della finestra di Goethe.

L’ordine che tiene assieme le storie è sostanzialmente cronologico, ma ogni racconto è indipendente dagli altri. Dunque si può iniziare la lettura da qualsiasi punto, lasciandosi guidare dalla suggestione delle figure.Si può scegliere tra Prospettive sul paesaggio e Letture illuminate, tra Luce imprigionata e Frammenti di Parigi, tra Davanzali abitati e Suggestioni giapponesi, per un totale di trentaquattro capitoli.
Edward Hopper, Scompartimento C, carrozza 293, 1938, olio su tela, cm 50,8×45,7, Collezione ibm Corporation, Armonk (ny)
La storia dell’arte, quella canonica, alla fine emerge comunque. Perché la differenza tra una finestra del Quattrocento, una del Seicento e una dell’Ottocento, è principalmente stilistica; ma quella storia resta sotto traccia, come fil rouge che tiene assieme persone e luoghi distanti, nel tempo e nello spazio.
I grandi artisti ci sono tutti: Leonardo, Raffaello, Tiziano, Caravaggio, Monet, van Gogh, Matisse, Chagall etc. Ma ci sono anche tanti altri autori meno noti, ma non per questo minori: il danese Vilhelm Hammershøi, la scozzese Alice Boyd, il norvegese Johan Christian Dahl, l’austriaca Marie Egner, giusto per fare qualche nome.  
Giovanni Bellini, Pala di Pesaro, 1475, olio e tempera su tavola, cm 262×240, Musei Civici, Pesaro
Naturalmente è stata indispensabile una selezione: impossibile raccontare tutte le finestre della mia raccolta. E forse non necessario. Al di là dei pezzi “obbligatori” ho scelto quelli che mi davano la possibilità di narrare un nuovo dettaglio, di svelare una piccola scoperta, un nuovo punto di vista.
La storia dell’arte dunque non è né il punto di partenza – perché questi racconti non richiedono di essere esperti di pittura – né il punto di arrivo: quello che si potrà scoprire è una storia tutta umana.
Albrecht Dürer, Autoritratto, 1498, olio su tavola, cm 52×41, Museo del Prado, Madrid
Quel che è certo è che quando si entra in questo mondo alla finestra, in questa moltitudine di sguardi, in questa infinità di significati, nessuna finestra può lasciare più indifferenti. È un piccolo regalo che sa donare l’arte: dare nuovi occhi per guardare in modo nuovo.Anche attraverso un vetro.
***
In chiusura voglio ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile la nascita di questo libro. In particolare Lucio Lorenzi, il mio editor, che ha creduto fin dall’inizio in questo progetto e ha seguito il mio lavoro pagina dopo pagina con immensa cura.

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