Didattica a distanza: lavorare da soli o a coppie. Il punto di vista degli studenti

Di Miriano Romualdi

L’insegnamento ha sempre un fine, che non è quello di una buona lezione, o di una lezione dotta, ma è solo ed esclusivamente l’apprendimento dell’allievo.In classe – anche nella classe virtuale – nulla accade se non accade nella testa del discente. Diamo quindi centralità agli allievi e in molti casi si può.Immaginiamo la DAD vista dagli allievi, ma quante cose devono sapere fare? E come li possiamo aiutare?
DAD e il ritmo del mondo dei social
La DAD ha cambiato il loro modo in cui gli allievi fruiscono occasioni di apprendimento, che da una parte …

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Muoversi a ritmo

ARTICOLO SCRITTO DA: FRANCESCA DA RE FORMATRICE SCUOLA OLTREMUOVERSI A RITMO“Forza bimbi, a ritmo con la musica!” “E un, due, tre…e un, due, tre” “Guarda, ha il ritmo nel sangue!” “Mettiamo la musica e cerchiamo di andare a ritmo”… Ritmo… Ritmo… Ritmo… una parola semplice a dirsi quanto difficile da realizzare e trasmettere al prossimo. Solitamente le persone si dividono in due gruppi: chi il ritmo lo sente a pelle, chi il ritmo non lo sente per niente; ma è davvero così marcata e invalicabile la linea tra questi due gruppi di persone? Assolutamente, no!Secondo la definizione della Treccani[1], la parola “ritmo” significa «il succedersi ordinato nel tempo di forme di movimento, e la frequenza con cui le varie fasi del movimento si succedono». Il termine ha una bellissima origine che ci riporta al greco ῥυϑμός, affine al verbo ῥέω che significa “scorrere”: il ritmo è qualcosa che scorre, che fluisce con costanza, come lo scorrere naturale dell’acqua di un ruscello. Con riferimento ai movimenti, viene definito con «passi, mosse studiati in modo che ne risulti un movimento armonico, come di danza». Ed ecco un’altra parola del mondo della musica, armonia, che insieme al ritmo sono due dei tre elementi costitutivi della musica, insieme alla melodia.Tradurre il ritmo in azioni e movimenti non è scontato e semplice, ma è un processo che va insegnato e accompagnato nella sua evoluzione. Il ritmo in fondo ce lo abbiamo dentro di noi fin dalla nascita, anzi ancor prima, dalla vita intrauterina in cui un ritmo incessante e forte si fa sentire dentro il nostro corpo: il battito cardiaco! Tu Tum…Tu Tum…Tu Tum… Fa parte di noi, anche se non sempre lo ascoltiamo, spesso nemmeno lo sentiamo, eppure questo ritmo innato ci accompagna da sempre ed è il punto di partenza per tutti noi per sviluppare il senso del ritmo.Il primo passo è quindi quello di iniziare ad ascoltarsi e poi ad ascoltare ciò che c’è attorno a noi, i suoni della natura, le melodie, le musiche e farle nostre, trovando quella regolarità di suoni che lo rende meraviglioso, così ipnotico, e che lo fa distinguere dal resto di rumori e suoni senza definizione. Solo allora potremo fare il passaggio successivo, ovvero replicare il ritmo con movimenti del nostro corpo. Sentire, ascoltare, interiorizzare ed esprimere.Sono passaggi obbligatori per lo sviluppo di questa capacità, sia per noi adulti, ancor di più nei bambini, ma che con costanza, lungimiranza nel tempo e attività specifiche possono far germogliare quel piccolo semino che è il ritmo che è già dentro di noi e di loro.Il ritmo e la sua espressione con il movimento rientrano nelle sette Capacità Coordinative identificate dal Blume nel 1981[2]: tali capacità sono «i presupposti della prestazione motoria di un soggetto, in parte sviluppabili e in parte predeterminate geneticamente, determinate prevalentemente dai processi di controllo del movimento, che rendono un soggetto più o meno capace di esercitare con successo determinate attività motorie». Da questa definizione si capisce la loro importanza per i bambini di oggi (e adulti di domani) in quanto sono alla base del controllo del movimento: per essere acquisite sviluppano analizzatori sensoriali, cinestetici e percettivi, dislocati in tutto il corpo, e sono collegate allo sviluppo del Sistema Nervoso Centrale.Nello specifico, il Blume definisce la capacità di ritmizzazione come «la capacità di intuire un ritmo imposto dall’esterno e di riprodurlo nei propri movimenti o la capacità di riprodurre un ritmo frutto della propria immaginazione o memoria». Anche in questo caso, l’acquisizione e lo sviluppo di questa capacità andrà per gradi, iniziando prima dal tradurre in movimento un ritmo esterno e solo successivamente riproducendo in maniera autonoma un proprio ritmo inventato o ricordato.Seppur tale capacità ha come fase sensibile i 7 e 11 anni circa (per fase sensibile intendiamo l’età in cui il bambino è maggiormente predisposto a sviluppare e apprendere tali capacità), il seme del ritmo va stimolato già in tenera età, in modo da preparare il terreno fertile per la futura evoluzione.Piccoli accorgimenti durante le lezioni di motricità e attività specifiche proposte con costanza nel tempo durante l’anno scolastico e, in maniera continuativa, da un anno all’altro, bastano per stimolare l’ascolto e l’interiorizzazione del ritmo esterno: muoversi o camminare seguendo il battito di mani, muoversi a turno battendo mani e piedi seguendo le indicazioni date dall’esterno, percuotere il proprio corpo come uno strumento a percussione insieme ai compagni e/o seguendo strutture ritmiche semplici, muoversi in maniera differente a seconda della melodia della musica di sottofondo.Queste sono solo alcune delle proposte a corpo libero che possono essere portate alla Scuola dell’Infanzia e del Primo Ciclo di Scuola Primaria: altrettante possono essere fatte con l’utilizzo di piccoli strumenti e materiali che ci possono essere di supporto per il ritmo, ma anche per il gioco. Se al ritmo e alla musica abbiniamo anche testi di storie e poesie, il lavoro sulla ritmizzazione diventa molto più ampio e trasversale, e soprattutto magico per i bambini! Il suono e il ritmo che pervade tutto, noi e la stanza, il movimento del corpo che ci fa sentire parte di queste note, le parole che accompagnano questa espressione in un viaggio attraverso storie e mondi paralleli.Se vuoi approfondire quanto letto in questo articolo, il corso “Parole, Movimento e Musica: un incontro stupefacente!” è quello che fa per te!

Classe virtuale. Come utilizzarla con successo nello scenario attuale

Il settore della formazione è stato influenzato dal cambiamento delle nostre abitudini e stili di vita. E oggi la chiave per garantire l’efficacia della formazione e dello sviluppo dei dipendenti da remoto, è creare un’esperienza di classe virtuale ad alto coinvolgimento.
Lo scenario attuale è caratterizzato da transizione digitale e ibridazione. La prima accelera processi già in atto da anni, ma oggi resi ancora più necessari e avvallati anche dalle Istituzioni. L’ibridazione è una naturale conseguenza della nuova normalità. Di fatto, oggi è difficile immaginare un evento formativo solo in presenza. Sembrerebbe qualcosa di polveroso, di antiquato come il fax. Non è che non esistano più i fax o che in qualche caso non vengano utilizzati, ma richiamano un’epoca che la maggior parte delle persone sente superata e distante.
L’ibridazione quindi fa parte del nostro quotidiano. L’esempio più semplice è la riunione di lavoro in videoconferenza estesa, in cui alcuni colleghi sono presenti nella sala riunioni dell’azienda, ma altri seguono da remoto, in video, e qualcuno solo in audio, perché magari si sta spostando per lavoro.
La classe virtuale, argomento centrale di questo articolo, è un ulteriore esempio di ibridazione. È un ambiente di apprendimento che permette, infatti, di erogare formazione in una modalità mista con parte dei discenti in classe e altri da remoto. Allo stesso tempo può essere utilizzata solo come metodo di formazione da remoto, purché disponga di strumenti per riproporre dinamiche e interazioni che potrebbero avvenire in una lezione in presenza.
Come utilizzare la classe virtuale. A cosa fare attenzione
Per utilizzare la formazione in classe virtuale e sviluppare le competenze di cui i tuoi leader e i tuoi collaboratori hanno bisogno, occorre fare attenzione a 5 elementi:

Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
Idoneità
La classe virtuale è un modo meraviglioso per creare una formazione coinvolgente e interattiva. Ma occorre che sia inserita in un piano didattico e armonizzata con gli altri strumenti presenti in piattaforma e-learning. Tutto va ricondotto agli obiettivi formativi. La classe virtuale rappresenta oggi un migliore e più sicuro investimento per i formatori e un valido e conveniente strumento per chi si deve aggiornare. Senza togliere nulla, anzi, spesso migliorando, tutto ciò che una classe deve avere: partecipazione, condivisione, coinvolgimento, interazione. La registrazione evoluta, poi, disponibile anche in formato SCORM, permette di registrare il corso scegliendo il formato desiderato selezionando solo le finestre utili ad una visualizzazione on-demand. L’assenza del costo di produzione e quindi la possibilità di fornire lezioni e formazione online sempre al passo dei tempi e delle normative è un vantaggio in più che va nella direzione di costruire corsi online sempre più aggiornabili e a costi ridottissimi.
Interattività
Uno dei vantaggi indiscutibili della classe virtuale è il modo in cui consente ai partecipanti, indipendentemente dalla loro posizione fisica, di interagire tra loro. La soluzione per classe virtuale Teleskill include, tra le altre funzionalità, anche strumenti di annotazione sullo schermo, domande di sondaggi e stanze virtuali per sottogruppi di lavoro che ospitano discussioni in piccoli gruppi, brainstorming e comunità di pratica.
Varietà
Tra i vantaggi della classe virtuale c’è la varietà di proposta formativa che si può offrire a chi deve apprendere. Quindi non solo la classica lezione in cui il docente “spiega” e gli altri ascoltano e prendono appunti, ma anche test e questionari con condivisione delle risposte in diretta, dibattiti, approfondimenti, apprendimento collaborativo, gare a gruppi e altro ancora.
Relazione
Come accennato in precedenza, un corso erogato tramite una classe virtuale può essere altrettanto efficace di uno in una classe fisica. Ma mentre l’apprendimento può essere lo stesso per i partecipanti, un corso in classe virtuale rappresenta un’esperienza diversa per i formatori. Questo perché presenta una serie diversa di sfide. La tecnologia ne fa parte, ma altrettanto importante è l’assenza di feedback in tempo reale. Il linguaggio del corpo e i segnali facciali che aiutano un formatore a monitorare il livello di coinvolgimento e comprensione dei partecipanti sono più difficili da rilevare o, se il video non viene utilizzato, sono del tutto assenti. Ogni buon formatore comprende l’importanza della pratica, dell’esperienza. Ma quando si tiene una lezione tramite la classe virtuale, la pratica è ancora più importante per garantire un’erogazione di grande impatto e sfruttare al meglio le varie funzionalità della piattaforma dell’classe virtuale. Ecco perché raccomandiamo che i facilitatori si esercitino in anticipo e chiedano un feedback regolare (Com’è il mio ritmo? Cosa posso chiarire? Potete vedere tutti le slide?).
Tracciamento
Tutte le attività svolte dagli utenti all’interno della piattaforma vengono tracciate e viene realizzata della reportistica ad hoc (presenza netta alla lezione e percentuali di risposte date ai questionari), registrata anche nella piattaforma e-learning utilizzata (attraverso le A.P.I. su tutte le funzionalità). Con Teleskill c’è inoltre il vantaggio di  poter integrare la classe virtuale a ogni genere di LMS. Come proprietari della soluzione leader di classe virtuale Teleskill Live, abbiamo sviluppato un modulo di integrazione con la piattaforma e-learning di Teleskill. Attraverso il modulo di integrazione, è possibile integrare in un unico percorso formativo attività e-learning tradizionali con attività interattive svolte in sincrono, entrambi facilmente organizzabili, con livelli di propedeuticità liberamente definibili.
Ponendo attenzione a questi cinque argomenti, la classe virtuale diventa uno strumento prezioso per consentire una formazione efficace e soprattutto in grado di coinvolgere e appassionare, grazie alla possibilità di adattarsi in modo rapido alle esigenze di apprendimento specifiche di ogni gruppo.
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