Vaccino Astrazeneca, mondo scolastico preoccupato per seconda dose: i sindacati chiedono chiarezza
C’è grande preoccupazione tra personale scolastico per la seconda dose del vaccino AstraZeneca, Il 68% ha ricevuto la prima dose, solo lo 0,5%, invece, entrambe.
L’Adnkronos ha intervistato i principali sindacati del mondo della scuola che si dicono preoccupati e vogliono chiarezza dal Governo.
VACCINO ASTRAZENECA, LA PAROLA AI SINDACATI
Per Maddalena Gissi (Cisl Scuola): “Le diverse e continue raccomandazioni sull’utilizzo del vaccino Astrazeneca potrebbero mettere a rischio l’entusiasmo e la massiccia adesione alla campagna vaccinale da parte del personale scolastico, una platea di oltre 500mila addetti under 55 e in gran parte donne. Chiediamo di essere informati come cittadini e come personale scolastico. Abbiamo un grande obiettivo: rientrare a scuola in sicurezza e rimanerci per i prossimi mesi senza ulteriori interruzioni. Contiamo su una capillare campagna informativa e chiediamo al Ministero una specifica riunione del tavolo permanente con la presenza dei rappresentanti della salute e del Cts”.
Alessandro Rapezzi (Flc Cgil): “Quello che preoccupa è il silenzio delle autorità. Abbiamo bisogno, soprattutto ora in un momento delicato della campagna vaccinale, che ci dicano cosa succede: si sospende?, si blocca per le donne sotto i 60 anni? e chi ha fatto la prima dose? Nel nostro settore – ricorda Rapezzi – vi è una grandissima percentuale di donne sotto i 60 anni, chiedono rassicurazioni. Servono indicazioni di carattere medico su come si intende procedere. Le autorità sanitarie, il Ministero della Salute, il Cts o l’Iss diano immediatamente informazioni sullo stato dell’arte”.
MONDO SCUOLA IN FIBRILLAZIONE
Pino Turi (Uil Scuola): “Il mondo della scuola è in grande fibrillazione in quanto il vaccino Astrazeneca, ha interessato principalmente i lavoratori della scuola che sono stati vaccinati come categoria e non in funzione dell’età, per consentire l’apertura delle scuole in presenza e in sicurezza. Molte docenti sono anche giovani donne che ora sono in attesa del richiamo e sono, ovviamente, preoccupate. Ora – ribadisce – la parola deve passare al ministro della Sanità, per dare le indicazioni specifiche anche per evitare un rallentamento del piano vaccinale che, invece a nostro parere, deve essere accelerato e accompagnato da nuove misure relative al tracciamento. A questo punto – conclude – è necessario adeguare il piano della sicurezza anche in funzione delle procedure dei prossimi esami di Stato, in sicurezza”.