Ritorno a scuola per tutti, sindacati delusi da Bianchi: fumata nera
L’incontro tra il ministero dell’Istruzione e le organizzazione sindacali ha messo fine alla luna di miele con il professor Patrizio Bianchi.
Fumata nera. L’apertura della scuola al cento per cento prevista per il 26 aprile preoccupa tutti perché verrà fatta con regole obsolete.
“E’ un atto di volontà politica non supportato da condizioni reali”, tuona il segretario della Flc Cgil, Francesco Sinopoli, a fine riunione.
“E’ stato un incontro che non ha risolto i tanti quesiti posti”, aggiunge Lena Gissi, a capo della Cisl Scuola.
“Una riunione del tutto inconcludente, che lascia invariata la situazione sul fronte sicurezza”, sottolinea Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti.
“Avremmo voluto un aggiornamento del protocollo di sicurezza con indicazioni precise
invece tutto viene detto ma niente fatto e si riaprono le scuole”, protesta la segretaria Snals, Elvira Serafini.
Nemmeno l’Associazione nazionale presidi si accontenta delle parole del Capo di Gabinetto: “La narrazione che si sta diffondendo non è del tutto rispondente a verità”.
Gli unici a non parlare sono i vertici di viale Trastevere che, nonostante le dichiarazioni dei sindacati, per tutto il giorno non si fanno vivi.
Secondo Sinopoli bisogna riprendere subito la campagna di vaccinazione, rinnovare i protocolli di sicurezza, effettuare tracciamenti anche a campione, valutare i dati dei vaccinati, ancora non disponibili.
“In questi giorni che ci separano dalla effettiva generale apertura – dice il segretario della Flc – vanno messi in atto provvedimenti adeguati: aggiornare i protocolli di sicurezza, peraltro mai puntualmente applicati, che sono fermi all’estate del 2020; attivare un’efficace azione di tracciamento con l’effettuazione dei tamponi in via prioritaria per la scuola e poi potenziare i trasporti”.
La proposta di Sinopoli è una sola ma molto chiara: rinviare la ripresa di lunedì prossimo in presenza per tutti.
Gissi allunga la lista delle necessità: basta con le classi sovraffollate; servono mascherine ffp2 e poi sistemi di purificazione per le aule.
“Il ministero della Salute sta valutando l’evidenza del test salivare – dichiara la segretaria nazionale Cisl Scuola – per monitorare, attraverso gruppi di alunni, e prevenire l’eventuale contagio importando il ‘modello Lazio e Bolzano’ a scuola un po’ in tutte le Regioni,
ma sono queste ultime che hanno la competenza: e questo ci preoccupa, avremo ancora una volta una situazione a macchia di leopardo. Serve una presa di posizione di Regioni, Anci, Upi e Governo per garantire maggiore uniformità”.
Chi boccia in toto l’incontro di stamattina – scrive Il Fatto Quotidiano – è il coordinatore nazionale della Gilda Insegnanti, Rino Di Meglio,
che oltre a prendersela con il fatto di essere stati convocati all’ultimo minuto, pensa che si sia fatto un buco nell’acqua: “L’amministrazione ci ha riferito che, in mancanza di una richiesta di modifica da parte del Comitato tecnico scientifico (martedì si incontrerà, ndr),
resteranno in vigore i protocolli dell’anno scorso, ovvero gli stessi, va sottolineato, che non sono stati applicati perché i relativi tavoli previsti non sono mai stati convocati. Non c’è alcuna traccia dei tamponi salivari”.