Di Antonio Fundarò
È necessario (o, meglio dire, sarebbe) guardare al mondo dell’education con approccio innovativo, creando importanti momenti di confronto tra i principali attori del mondo dell’istruzione, del lavoro e della politica; coltivando talenti; e organizzando iniziative di edutainment capaci di calare la conoscenza nell’esperienza quotidiana. Sarebbe necessario che tutti, in primis la scuola, si dedicassero, di più e meglio, alla formazione con una seria e reale attenzione a 360°, perché parte essenziale della nostra crescita individuale e collettiva. Ecco perché sarebbero necessarie maggiori e più intense partnership con attori come “Frame cultura” che, nel panorama europeo, è l’unica ad occuparsi di scuola, di formazione e di educazione, oltre che di eventi culturali, tra cui il Festival della comunicazione, con tanta dedizione. Dal Forum Education, con al centro il rinnovamento della scuola pubblica, alla prima Summer School dedicata alla Media Ecology, che raccoglie gli opinion leader dei settori chiave della comunicazione digitale, i centri di ricerca più avanzati e le realtà aziendali che stanno guidando il cambiamento. Non mancano iniziative che coniugano intrattenimento, spirito di cooperazione e il gusto per il sapere.
Educazione, formazione, crescita creativa e intellettiva dei giovani
Evento di primo piano Italia dedicato alla Comunicazione, affermatosi come uno degli appuntamenti culturali più apprezzati, punto di riferimento nell’articolato panorama della comunicazione e del dibattito intergenerazionale d’attualità del nostro Paese, è, annualmente, il festival della comunicazione. Quattro giornate con un fitto calendario di eventi: laboratori, workshop, mostre, spettacoli, concerti, rassegne cinematografiche, escursioni culturali e incontri con i massimi esperti di comunicazione, giornalisti del web e della carta stampata, blogger, youtuber, il mondo delle imprese, economisti, giuristi, avvocati, storici, semiologi, linguisti, psicologi, i grandi nomi della letteratura, della filosofia, dell’antropologia, delle scienze, e della bioingegneria, musicisti, registi, scrittori e artisti. Quest’anno, dall’aria al mare, dalla meccatronica ai romanzi fino all’orientamento scolastico e al metodo di studio, con una nona edizione del Festival della Comunicazione, dall’8 all’11 settembre a Camogli, per parlare ai giovani e alle famiglie con un programma ad hoc fatto di laboratori, incontri e tavole rotonde. Educazione, formazione, crescita creativa e intellettiva dei giovani e giovanissimi: è un’attenzione speciale rivolta alle ragazze, ai ragazzi e alle loro famiglie quella dell’edizione 2022 del Festival della Comunicazione, tutta dedicata al tema della Libertà e che si terrà a Camogli dall’8 all’11 settembre.
Affrontare le sfide di un mondo sempre più complesso
Con l’apertura delle scuole ormai alle porte, si moltiplicano le occasioni per parlare di formazione. Proposte più o meno innovative rimbalzano dal web alla carta stampata, e a volte gli educatori e le famiglie hanno la sensazione di annaspare, di non riuscire a trovare una soluzione che permetta ai nostri ragazzi di affrontare le sfide di un mondo sempre più complesso. “Credo che libertà, tema della nona edizione del Festival, voglia dire anche la libertà di scegliere un futuro migliore per noi e soprattutto per i nostri figli, per questo abbiamo incluso nel programma molti incontri dedicati alle sfide ambientali e alla sostenibilità, senza trascurare l’aspetto ludico dei laboratori che permettono anche ai più piccoli di conoscere meglio il mondo che li circonda” ha affermato Rosangela Bonsignorio, direttrice del Festival della Comunicazione e autrice del libro per ragazzi “Preferisco il rumore del vento”. “E il primo giorno di scuola alle superiori, che da sempre segna una sorta di spartiacque tra un prima in cui si è quasi bambini, e un dopo in cui all’improvviso ci si ritrova catapultati in un mondo di cui non si conoscono ancora le regole. Questo è peraltro anche il punto di avvio della storia di Edo e di Matti, i due protagonisti quattordicenni del mio primo libro, “Preferisco il rumore del vento” che verrà presentato al Festival in dialogo con Roberto Cotroneo” ha concluso Rosangela Bonsignorio.
Le attività laboratoriali per la scuola
Trasversali sono le attività laboratoriali. Il laboratorio di disegno naturalistico “Liberarsi” accompagnerà alla scoperta dei segreti del mondo degli uccelli, le creature che più al mondo incarnano il senso della libertà. Dall’aria all’acqua – sempre in collaborazione con Cooperativa Dafne – con “Pelagos: un mare di libertà” bambine e bambini saranno portati alla scoperta di quel mare aperto e profondo che offre un immenso senso di libertà, dove creature differenti condividono uno stesso ambiente, non privo di conflitti, sviluppando strategie adattative per sopravvivere al moto continuo e incessante delle masse d’acqua. “Art director per un giorno” è invece il laboratorio realizzato dallo studio Arteprima, che cura l’immagine coordinata del Festival della Comunicazione fin dalla prima edizione e che apre le attività dello studio al grande pubblico, perché il saper fare e la creatività non devono avere né confini né età. E ancora “La meccatronica che non ti aspetti”, in collaborazione con il Diten (Dipartimento di Ingegneria Navale, Elettrica, Elettronica e delle Telecomunicazioni dell’Università di Genova) accompagnerà ragazze e ragazzi nel cercare risposte a domande tanto simpatiche quanto profonde. Ma gli androidi sognano pecore elettriche come scriveva Philip K.Dick? Come nasce un’intelligenza autonoma? E qual è il ruolo della memoria negli esseri senzienti? Spunti che hanno accompagnato Rodolfo Zunino e il laboratorio SEAlab dell’Università di Genova nella realizzazione dell’animazione “Blade Runner”, dedicata al film cult di cui si celebra quest’anno il 40esimo anniversario dell’uscita nelle sale. Per simulare la creazione di una memoria in una macchina senziente, verrà installato un insieme di ricordi nel cubo translucido posto sopra la testa dell’androide, attivandone così le funzioni cognitive, la voce e gli occhi.
Scuola aperta: come dovrebbe essere una scuola inclusiva
E alla vigilia della partenza del nuovo anno scolastico si discuterà di “Scuola aperta: come dovrebbe essere una scuola inclusiva” in una tavola rotonda moderata da Silvia Di Pietro, esperta di mondo education in rappresentanza del Festival della Comunicazione, insieme alla dirigente scolastica Elisabetta Abamo, alla scrittrice Stefania Auci e all’autrice Chiara Zumbo di MyEdu, tra le principali piattaforme di formazione digitale. L’appuntamento è per discutere di come la lotta contro l’abbandono e la dispersione scolastica parta dal metodo di studio e dalla trasformazione del tempo dedicato agli strumenti digitali in un valore positivo, dato che la perdita di interesse allo studio riguarda trasversalmente tutte le fasce d’età e le provenienze sociali, con l’Italia fanalino di coda in Europa.
Ansie e prospettive di alunni e genitori verso la scuola trasformata dall’esperienza della didattica a distanza
Per l’occasione sarà anche presentato il nuovo corso multimediale di MyEdu sul “Metodo di Studio” per la scuola primaria e secondaria dai 9 ai 16 anni, toccando temi come migliorare la concentrazione, ripassare senza sforzo e memorizzare ed esporre dei concetti. Temi emersi anche da un’indagine condotta con Doxa che ha svelato ansie e prospettive di alunni e genitori verso la scuola trasformata dall’esperienza della didattica a distanza, tracciando il futuro della didattica verso una nuova normalità in cui è essenziale mantenere la tecnologia ma investire anche su relazioni e su esperienze dirette sul territorio. “Il nostro ruolo nella fornitura di contenuti digitali per gli studenti e per gli insegnanti ci consente di avere un punto di vista privilegiato sui trend dell’apprendimento, permettendoci di contribuire positivamente rispetto alle difficoltà del percorso di studi. Creare un vero e proprio metodo adattabile ad ogni bambino e ragazzo, qualsiasi sia il punto di partenza o difficoltà trovata precedentemente nello studio rappresenta un investimento sul futuro. Ognuno di noi, infatti, è diverso nelle capacità di apprendimento. Non esiste un metodo valido per tutti, ma esistono delle basi che, una volta acquisite, gettano le fondamenta per iniziare a studiare in maniera efficace” ha commentato per il nostro quotidiano Laura Fumagalli, Presidente di MyEdu.
Comunichiamo senza ostilità per la scuola Secondaria di I grado e la scuola Primaria
Di pregio il progetto “Comunichiamo senza ostilità” realizzato dai preparati docenti dell’Istituto Comprensivo Statale “Rita Levi Montalcini” di Spezzano Albanese diretto, con magistrale competenza, dal dirigente scolastico prof.ssa Maria Cinzia Pantusa. Responsabile del progetto i professori Chiara Marra e Pasquale Gulluscio. Motivazione del progetto, destinato ad alunni del I Ciclo, quello di “intervenire sulle modalità della comunicazione, poiché registriamo spesso forme comunicative, fra i ragazzi, di ostilità se non addirittura di sopraffazione e violenza. Vogliamo quindi migliorare le forme della comunicazione e far comprendere come, in tutte le situazioni (in classe, in famiglia, con gli amici, sul web) le parole e le modalità di comunicazione hanno un grande peso”.
Pubblicato in Didattica
Argomenti: Comunicazione efficace