Bianchi su DAD: “Disturbi psicologici accentuati, ce ne facciamo carico ma scuola non è una clinica”

Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi è intervenuto in audizione alla Commissione per l’Infanzia e l’Adolescenza in senato soffermandosi sui danni causati dalla didattica a distanza e su quello che da questa esperienza va appreso, per farne tesoro in futuro.

È evidente che ci sono stati danni pesanti in questa esperienza della didattica a distanza: avere interrotto la presenza a scuola, che era data quasi per scontata, ha portato a disturbi psicologici, che si sono accentuati nei bambini che già li avevano. Di questo dobbiamo farcene carico“, ha chiarito Bianchi.

LA DAD E I DISAGI PSICOLOGICI NEGLI ALUNNI

Come riporta Repubblica, su 8.183 istituzioni scolastiche il 69%, ovvero 5.662, sono in grado dare servizio supporto psicologico. Di questi 3.178 lo hanno attivato ex novo.

Ne emerge che un terzo degli istituti non è riuscito ad attrezzarsi a dovere per aiutare bambini e ragazzi, con le loro famiglie, in un momento di crisi accentuato dalla pandemia.

A tal proposito, il Ministro Bianchi ha espresso chiaramente il suo pensiero in merito:

Noi abbiamo sin da subito messo in atto un rapporto strettissimo con la società italiana di psicologia che deve servire a dare gli strumenti ai dirigenti e agli insegnanti per riconoscere subito i segni di un disagio psicologico. Ma la scuola non è una clinica e non può essere la soluzione di tutto.

La scuola, per Bianchi, deve essere in grado di riconoscere il disagio e con l’aiuto degli psicologi incanalarlo verso la soluzione.

Non vanno bene gli interventi irregolari perché possono diventare nocivi per il benessere del ragazzo: serve invece stabilire un rapporto solido con i servizi sanitari e sociali per intervenire in modo efficace.

Infine il Ministro rivolge un’attenzione particolare ai ragazzi con disturbi di apprendimento e a quelli che hanno difficoltà psichiche, fisiche continuative.

Sono quelli che hanno sofferto di più, a cui bisogna ridare un reinserimento garantito nel tempo. In questa fase dobbiamo evitare e mettere sotto controllo tutte quelle condizioni di uso scriteriato, anche sui social, di pratiche che danneggiano i più deboli.

COS’HA LASCIATO DI BUONO LA DAD

Sulla lezione che la DAD ha lasciato alla scuola italiana, il Ministro ha detto: “adesso dobbiamo trarne le conseguenze, anche quelle positive, dobbiamo cogliere tutte le possibilità, come ad esempio quella di fare classi che di volta in volta possano anche aprirsi al dialogo con bambini e ragazzi che stanno in un altro paese. Bisogna cioè fare quell’operazione che si chiama resilienza, la capacità di uscire da una difficoltà non solo resistendo ma anche innovando profondamente“.

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