Letteratura matematica del Novecento

Letteratura e critica. Un altro classico della letteratura matematica del Novecento: Geometria intuitiva di Hilbert e Cohn-Vossen
«La superficie più semplice è il piano. Le linee più semplici sono le linee piane; fra queste la più semplice è la retta. […] La linea più semplice dopo la retta è la circonferenza».
E dopo? C’è l’ellisse, e… via continuando.
Comincia così un altro grande capolavoro della letteratura matematica del Novecento. Comincia in un modo che non può non attrarre il lettore. Lo attrae subito con la prospettiva di avere presto le liste delle linee e delle superfici, graduate, le une e le altre, secondo …

Continua la lettura su: https://www.matmedia.it/letteratura-matematica-del-novecento/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=letteratura-matematica-del-novecento Autore del post: Matmedia Fonte: http://www.matmedia.it

Related Articles

Libri di testo di Matematica

Un buon libro di testo di matematica che soddisfi tutti è utopia. Il piano stilato da d’Alembert è un importante e tuttora valido saggio di didattica della matematica.
Come va pensato, organizzato, scritto un libro di testo di Geometria? Qual è l’ordine che si deve seguire nella trattazione degli argomenti? Come introdurre l’uguaglianza delle figure? Quale il ruolo da assegnare al movimento e quale agli assiomi e alle dimostrazioni? Quando introdurre gli incommensurabili e che posto dare all’infinito e allo studio delle curve, dell’algebra e del calcolo differenziale? Ancora, un libro va pensato per tutti gli studenti o in funzione delle propensioni?
Sono questioni che si sente dibattere nei tanti convegni odierni dedicati all’insegnamento della matematica.
Sono questioni però che sono state sempre “attuali”.
Lo sono state ai tempi di d’Alembert come ai tempi di Euclide rimasto nella storia come il più celebre degli autori di manuali scolastici. L’autore del più duraturo libro di elementi mai dato alle stampe. Il libro che ha stabilito una via regia per l’insegnamento della geometria e della matematica. Il libro che ha indicato le proposizioni con le quali iniziare, fissandone l’ordine e fornendo il metodo di insegnarle.
C’è da osservare subito che il termine Geometria per d’Alembert ha il significato di Matematica, come era nella tradizione degli Elementi di Euclide che raccoglievano insieme aritmetica e geometria.
Il problema che si pone d’Alembert, caratteristico peraltro del periodo storico che egli vive, è didattico.
È la realizzazione di un moderno Elementi di matematica comprensivo di algebra (che allora si diceva anche geometria simbolica e anche geometria metafisica), curve geometriche e analisi matematica, cioè il nuovo calcolo sublime, differenziale e integrale.
Come fare? Conviene seguire l’ordine degli inventori, cioè la via genetica della scoperta, che è  genealogia naturale delle idee o procedere altrimenti pensando altre inferenze logiche?
In sostanza, si chiede d’Alembert, quali riflessioni “potrebbero essere non inutili sul modo di trattare a metà del XVIII secolo gli Elementi della Geometria?
Jean-Baptiste Le Rond d’Alembert è convinto che realizzare un libro di testo che raccolga il gradimento di tutti è una utopia.
L’argomento però l’affronta e delinea un piano didattico che espone in dettaglio nella voce Mathematique dell’Encyclopedie. Voce che Biagio Scognamiglio ha recentemente reso nella traduzione italiana per Matmedia. Il piano di d’Alembert è un saggio di didattica della matematica che ha svolto un ruolo di guida per molti dei decenni successivi. Anzi, si può dire con certezza che ha ispirato la maggior parte delle stesure di libri di testo almeno fino alla metà del secolo XX.
«Questo piano – egli afferma – fa capire che una simile impresa può essere ben compiuta soltanto da matematici di prim’ordine, e che, per fare eccellenti elementi di geometria, Cartesio, Newton, Leibniz, Bernoulli, eccetera, non sarebbero stati di troppo».
Scrivere un libro di testo è comunque tanto oneroso e esclusivo da inibire ad ogni autore qualsiasi altra attività di ricerca. Cosa che ha scoraggiato soprattutto i grandi, perché «forse non c’è scienza sulla quale siano stati tanto moltiplicati gli elementi» quanto la matematica. Questi libri sono per la maggior parte «opera di matematici mediocri, le cui conoscenze in Geometria spesso non vanno al di là del loro libro e che per questo stesso motivo sono incapaci di trattar bene questa materia».
I grandi matematici hanno preferito fare altro, contribuire a far crescere la matematica.
Non così però i mediocri, in compenso dotati di una dose di presunzione adeguata al compito e della quale è prova il fatto, dice d’Alembert, che «non c’è quasi nessun autore di elementi di Geometria che nella sua prefazione non dica più o meno male di tutti quelli che l’hanno preceduto».
Quali sono i principi pedagogici ai quali attenersi?
Prima di tutto, è il parere di d’Alembert, occorre non parcellizzare troppo il discorso suddividendolo in tante parti: la trattazione va resa quanto più possibile unitaria. Ad esempio, non è affatto utile «la suddivisione in geometria delle linee rette e delle linee curve, geometria delle superfici e geometria dei solidi».
Non lo è perché «sebbene la linea retta sia più semplice della linea curva, tuttavia è appropriato trattare l’una e l’altra insieme e non separatamente negli Elementi di Geometria».  Un principio che è seguitissimo tuttora anche per le operazioni aritmetiche: vanno trattate insieme, almeno dirette e inverse. È il principio didattico che valorizza la reversibilità, che insieme alla invarianza caratterizza molto dell’attività del fare matematica. Già da questo, in didattica, d’Alembert lo si direbbe un primo fusionista nel senso di Klein, Polya e de Finetti.
Come affrontare, a livello didattico, l’uguaglianza? 
L’uguaglianza, è il parere di d’Alembert, va stabilita attraverso il principio di sovrapposizione, che «non è affatto un principio meccanico e grossolano, come dicono alcuni moderni geometri; è un principio rigoroso, chiaro, semplice, desunto dalla vera natura della cosa. Ad esempio, quando si vuole dimostrare che due triangoli che hanno uguali le basi e gli angoli alla base sono del tutto uguali, si applica con successo il principio della sovrapposizione: dalla supposizione dell’uguaglianza delle basi e degli angoli si conclude a ragione che questi angoli e queste basi in seguito all’applicazione degli uni sulle altre coincideranno, quindi dalla coincidenza di queste parti si conclude in tutta evidenza, per necessaria conseguenza, la coincidenza del resto». In definitiva, «il principio della sovrapposizione non consiste nell’applicare grossolanamente una figura sull’altra, […] come un operaio applica il suo piede su una lunghezza per misurarla, ma questo principio consiste nell’immaginare una figura trasportata su un’altra».
Jean-Baptiste Le Rond d’Alembert (1717-1783)
Il punto di vista didattico di d’Alembert è comunque molto più generale.
Il principio della sovrapposizione si può usare anche per provare che due figure non sono identiche. «Del resto, per sovrapposizione io qui intendo non solo l’applicazione di una figura su un’altra, ma quella di una parte di una figura su un’altra parte della medesima figura al fine di paragonarle fra loro, e quest’ultima maniera di impiegare il principio di sovrapposizione è di un’utilità infinita e semplicissima negli elementi di Geometria».
Gli incommensurabili, l’infinito e la reductio ad absurdum.
«Si consideri il teorema: una linea parallela alla base di un triangolo ne taglia i lati in proporzione. Per dimostrarlo, basta mostrare che se questa parallela passa per il punto di mezzo di uno dei lati, passerà per il punto di mezzo dell’altro; perché  di seguito si farà constatare agevolmente che le parti tagliate sono sempre proporzionali quando la parte tagliata sarà commensurabile all’intera linea, e quando non lo sarà, si dimostrerà il medesimo enunciato mediante la reductio ad absurdum, facendo vedere che il rapporto non può essere né più grande né più piccolo e di qui che è uguale. Noi diciamo mediante la riduzione all’assurdo, perché solo in questo modo indiretto si può dimostrare la maggior parte degli enunciati  che riguardano gli incommensurabili.
L’idea dell’infinito entra almeno implicitamente nella nozione di questi tipi di quantità; e poiché noi non abbiamo un’idea dell’infinito se non negativa, vale a dire che lo concepiamo soltanto mediante la negazione del finito, si può dimostrare direttamente e a priori tutto ciò che concerne l’infinito matematico.
Si dirà forse che la  considerazione degli incommensurabili renderà la geometria elementare più difficile; può darsi; ma essi entrano necessariamente in questa geometria; presto o tardi bisogna arrivarci, ed è meglio presto».
Le definizioni in matematica
Un buon libro non parte con le definizioni. «A noi sembra poco filosofico e poco conforme alla naturale impronta dello spirito presentarle di primo acchito, bruscamente e senza una sorta di analisi».
Anche per l’Algebra valgono le stesse raccomandazioni. Può una semplice definizione dell’algebra darne l’idea a colui che ignora detta scienza? Sarebbe dunque appropriato cominciare un trattato di Algebra con lo spiegare chiaramente la strada seguendo la quale lo spirito è giunto o può giungere a trovarne le regole, e l’opera la si farà terminare così: la scienza che abbiamo finora insegnato è la scienza che si chiama Algebra.  Ciò vale anche per l’applicazione dell’Algebra alla Geometria e per il calcolo differenziale e integrale, «di cui non si può afferrare bene la vera definizione se non dopo averne compreso la metafisica e l’uso».
La costruzione degli elementi di Geometria.
Non è conveniente perseguire il rigore a tutti i costi. Sarebbe peraltro impresa chimerica, perché  è come cercare un rigore perfetto che non esiste, è immaginario. Anche gli assiomi, quelli che Euclide chiamò “nozioni comuni”, sono perfettamente inutili. In un trattato vanno soppressi: «Che bisogno c’è di assiomi sul tutto e sulla parte per vedere che la metà di una linea è più piccola di una linea intera?».
Quello che importa nella costruzione del discorso didattico è la concatenazione degli argomenti, la loro graduazione, condotta generalmente, senza salti, dal più semplice al più complesso. Il credo didattico degli enciclopedisti è sancito nella voce Education: «Il gran segreto della didattica, ovvero dell’arte di insegnare, è di essere nelle condizioni di chiarire la subordinazione delle conoscenze».
Il piano didattico stilato da d’Alembert stabilisce questa graduazione.
Ad esempio negli “elementi” bisogna preparare il campo alla trattazione della Geometria trascendente o delle curve.
È una Geometria che comporta il calcolo algebrico. Questa parte va iniziata con la soluzione dei problemi di secondo grado,  utilizzando come strumenti la retta e il cerchio. Una volta introdotto il discorso dei problemi di secondo grado, si passerà alle sezioni coniche.
Il modo  migliore e più breve di trattarle è di “ricorrere al metodo analitico”.
«Quando si saranno trovate le più semplici equazioni della parabola, dell’ellisse, e dell’iperbole, si farà vedere di seguito molto agevolmente che queste curve si generano nel cono e in che modo vi si generano». In effetti questa introduzione delle coniche a partire dalla loro formazione nel cono sarebbe forse il modo più naturale con cui partire, se ci si limitasse però «a fare un trattato su queste curve. Ma in un corso di Geometria vanno introdotte da un punto di vista più generale e la loro trattazione si concluderà con la soluzione dei problemi di terzo e quarto grado» e, ovviamente, con osservazioni che riusciranno utili nella «teoria delle traiettorie o curve descritte da proiettili  e di conseguenza nella teoria delle orbite dei pianeti».
Terminate le sezioni coniche, si passerà alle curve di genere superiore. 
Queste teorie si basano in parte sul calcolo algebrico e in  parte sul calcolo differenziale; non è che questo calcolo vi sia assolutamente necessario, ma checché se ne dica, esso abbrevia e facilita estremamente tutta questa teoria.
Riguardo alla quadratura e alla rettificazione di questi tipi di curve, come anche alla rettificazione delle sezioni coniche, le si rimetterà alla Geometria sublime. Per il resto, trattando le curve geometriche, ci si potrà dilungare un po’ più particolarmente sulle più conosciute, come il folium di Cartesio, la concoide, la cissoide, eccetera.
Le curve meccaniche faranno seguito a quelle geometriche.
Si tratteranno dapprima le curve esponenziali, «che sono come una specie intermedia fra le curve geometriche e le meccaniche». In seguito, dopo aver dato i principi generali della costruzione delle curve meccaniche per mezzo della loro equazione differenziale e della quadratura delle curve, si entrerà nel dettaglio delle principali e più conosciute: spirale, cicloide, trocoide, eccetera. Questi sono pressappoco gli argomenti che un trattato di Geometria trascendente deve contenere.
Segue la Geometria sublime, alla quale non resta che il calcolo integrale con la sua applicazione alla quadratura e alla rettificazione delle curve. «Questo calcolo sarà dunque la materia principale e quasi unica della Geometria sublime».
Altre raccomandazioni didattiche.
La prima raccomandazione è che «il calcolo algebrico non deve essere affatto applicato alle proposizioni della geometria elementare, per la ragione che bisogna usare questo calcolo soltanto per facilitare le dimostrazioni, mentre non sembra che nella geometria elementare vi siano dimostrazioni tali da poter essere realmente facilitate da questo calcolo».
L’eccezione a questa regola è la soluzione dei problemi di secondo grado, perché il calcolo algebrico semplifica al massimo la soluzione delle questioni di tal genere e abbrevia anche le dimostrazioni. Questo è il campo più proprio della applicazione dell’Algebra alla Geometria.
La seconda raccomandazione di d’Alembert è di convincersi che è «ridicolo dimostrare mediante la sintesi ciò che può essere trattato più semplicemente e più facilmente mediante l’analisi, come le proprietà delle curve, le loro tangenti, i loro punti di inflessione, i loro asintoti, le loro diramazioni, la loro rettificazione e la loro quadratura».
Porta l’esempio della spirale:  «le proprietà della spirale, che i più grandi matematici hanno tanto penato a seguire in Archimede, oggi possono essere dimostrate con un tratto di penna».
Ancora una raccomandazione:
la Geometria, soprattutto quando è aiutata dall’Algebra, è applicabile a tutte le altre parti della Matematica, giacché in Matematica non si tratta mai di altro se non di paragonare delle grandezze fra loro; e non è senza motivo che alcuni geometri filosofi hanno definito la Geometria scienza della grandezza in generale, in quanto è rappresentata o può esserlo mediante linee, superfici e solidi.
Infine, le dimostrazioni vanno presentate in forma problematica.
Il filosofo cartesiano Johannes Clauberg nella Logica vetus et nova del 1654 aveva così sintetizzato i problemi dell’insegnamento: quid sit tradendum et quo fine, quis traditurus quis accepturus, quomodo quid tradere conveniat. Il piano di d’Alembert sviluppa in particolare il quomodo quid tradere conveniat, ma non trascura osservazioni importanti sugli altri aspetti.
Ad esempio, sullo studente, perché «tutti coloro che studiano la Geometria non la studiano con le stesse vedute». Ci sono quelli a cui basta un buon trattato di geometria pratica, a chi invece fa bene avere un’infarinatura di geometria elementare speculativa, e converrà dargliela, fornendo dimostrazioni più facili, anche se meno rigorose. Per gli spiriti, però, «veramente adatti a questa scienza, per coloro che sono destinati a farvi dei progressi, noi crediamo che ci sia una sola maniera di trattare gli elementi: quella che unirà il rigore alla chiarezza e che allo stesso tempo li metterà sulla via delle scoperte per il modo in cui si presenteranno le dimostrazioni. Per questo bisogna mostrarle, per quanto possibile,  sotto la forma di problemi da risolvere piuttosto che della dimostrazione di teoremi di cui non si è capito neppure il significato.

Laureato in matematica, docente e preside e, per quasi un quarto di secolo, ispettore ministeriale. Responsabile, per il settore della matematica e della fisica, della Struttura Tecnica del Ministero dell’Istruzione. Segretario, Vice-Presidente e Presidente Nazionale della Mathesis dal 1980 in poi e dal 2009 al 2019, direttore del Periodico di Matematiche.

Visualizza tutti gli articoli

Échappez à la routine ! Explorez votre nouveau casino en ligne pour ressentir une expérience de jeu immersive et sécurisée

Le monde des casinos en ligne est en pleine expansion, offrant une alternative pratique et divertissante aux établissements traditionnels. Le casino en ligne france attire de plus en plus de joueurs grâce à sa large sélection de jeux, ses bonus attractifs et sa facilité d’accès. Mais comment choisir la plateforme idéale et profiter pleinement de cette expérience ? Cet article vous guidera à travers les différents aspects à considérer pour une expérience de jeu en ligne réussie et sécurisée. Nous explorerons les avantages, les inconvénients, les jeux populaires, les aspects légaux et les conseils pour une pratique responsable.
L’essor du jeu en ligne est indéniable, et la France ne fait pas exception. Les joueurs peuvent désormais profiter de leurs jeux préférés depuis le confort de leur foyer, à tout moment et en toute simplicité. Cependant, cette accessibilité accrue nécessite également une attention particulière à la sécurité et à la légalité des plateformes utilisées.
Les avantages et les inconvénients des casinos en ligne
Les casinos en ligne présentent de nombreux avantages, notamment la commodité de pouvoir jouer à tout moment, n’importe où, à condition d’avoir une connexion internet. La variété des jeux proposée est également un atout majeur, avec des centaines de titres disponibles, allant des machines à sous classiques aux jeux de table modernes en passant par les expériences de casino live avec des croupiers réels. Les bonus et les promotions régulières constituent un autre avantage significatif, offrant aux joueurs des opportunités supplémentaires de gagner. Cependant, il est important de reconnaître les inconvénients potentiels. Le risque d’addiction est un problème sérieux, et il est crucial de jouer de manière responsable. La sécurité des transactions et la protection des données personnelles sont également des préoccupations importantes, nécessitant de choisir des plateformes fiables et sécurisées.

Avantages
Inconvénients

Commodité et accessibilité
Risque d’addiction

Large choix de jeux
Préoccupations de sécurité

Bonus et promotions attractifs
Isolement social potentiel

Possibilité de jouer gratuitement
Difficulté de vérification de l’équité des jeux

Les jeux de casino en ligne les plus populaires
La sélection de jeux offerts par les casinos en ligne est vaste et variée. Les machines à sous, ou slots, sont de loin les plus populaires, grâce à leur simplicité, leurs thèmes attrayants et leurs jackpots potentiellement importants. Les jeux de table classiques, tels que le blackjack, la roulette et le baccarat, attirent également un grand nombre de joueurs. Les jeux de poker, comme le Texas Hold’em, sont également très prisés. Enfin, les casinos live offrent une expérience immersive en permettant aux joueurs d’interagir avec des croupiers réels en direct via une webcam. La diversité des thèmes, des mises et des fonctionnalités spéciales garantit que chaque joueur trouve son bonheur.

Machines à sous (slots)
Blackjack
Roulette
Baccarat
Poker (Texas Hold’em, etc.)
Casino Live (avec croupiers réels)

Les machines à sous : un monde de divertissement
Les machines à sous sont sans aucun doute le jeu de casino en ligne le plus populaire. Leur attrait réside dans leur simplicité, leurs thèmes variés et la possibilité de gagner des jackpots importants. Les machines à sous modernes offrent une multitude de fonctionnalités, telles que des symboles Wild, des symboles Scatter, des tours gratuits et des bonus interactifs. Il existe des machines à sous classiques avec trois rouleaux, ainsi que des machines à sous vidéo plus sophistiquées avec cinq rouleaux ou plus. Pour les amateurs de sensations fortes, les machines à sous à jackpot progressif offrent la possibilité de remporter des sommes considérables.
L’innovation constante dans ce domaine avec l’intégration de nouvelles technologies (réalité virtuelle, réalité augmentée) rend les machines à sous encore plus immersives et engageantes. Le choix est donc immense et s’adresse à tous les goûts et tous les budgets.
Il est important de se rappeler que les machines à sous sont des jeux de hasard et qu’il est essentiel de jouer de manière responsable, en fixant des limites de mise et en ne chassant jamais les pertes.
Les jeux de table : stratégie et adrénaline
Les jeux de table classiques, tels que le blackjack, la roulette et le baccarat, offrent une expérience de jeu différente des machines à sous. Ces jeux nécessitent une certaine stratégie et une bonne connaissance des règles pour maximiser ses chances de gagner. Le blackjack, par exemple, implique de battre le croupier en obtenant une main plus proche de 21 sans la dépasser. La roulette offre une variété de pari, et le baccarat est un jeu de hasard simple avec des règles faciles à comprendre. Les jeux de table conviennent aux joueurs qui aiment la compétition et l’excitation.
De nombreux casinos en ligne proposent également des versions live de ces jeux, permettant aux joueurs d’interagir avec des croupiers réels via une webcam, ce qui ajoute une touche de réalisme et d’immersion à l’expérience de jeu.
La maîtrise des stratégies de base et une bonne gestion de son budget sont essentielles pour réussir aux jeux de table.
La législation des casinos en ligne en France
En France, les casinos en ligne sont soumis à une réglementation stricte, introduite par la loi de 2010. Seuls les opérateurs disposant d’une licence délivrée par l’Autorité des Jeux (anciennement ARJEL) sont autorisés à proposer des jeux d’argent en ligne aux joueurs français. Cette licence garantit la sécurité des joueurs et la transparence des jeux. Il est crucial de vérifier que le casino en ligne sur lequel vous jouez est bien titulaire d’une licence française valide. Les opérateurs légaux sont tenus de respecter des règles strictes en matière de protection des joueurs, de prévention de la fraude et de lutte contre le blanchiment d’argent. Il est aussi important de garder un oeil sur les nouveaux changements législatifs.

Vérifier la présence d’une licence française valide.
S’assurer que le site utilise un cryptage sécurisé (HTTPS).
Consulter les avis et les commentaires d’autres joueurs.
Se renseigner sur les conditions générales d’utilisation du site.

Critère
Importance

Licence Française
Essentiel

Sécurité du Site (HTTPS)
Essentiel

Avis des Joueurs
Important

Conditions Générales d’Utilisation
Important

Conseils pour jouer de manière responsable au casino en ligne
Jouer au casino en ligne peut être une activité divertissante, mais il est important de le faire de manière responsable. Fixez-vous un budget et respectez-le. Ne jouez jamais avec de l’argent que vous ne pouvez pas vous permettre de perdre. Fixez-vous des limites de temps et ne laissez pas le jeu prendre le dessus sur votre vie personnelle. Ne cherchez jamais à récupérer vos pertes, car cela peut entraîner une spirale infernale. Si vous pensez avoir un problème de jeu, n’hésitez pas à demander de l’aide. Les casinos en ligne proposent souvent des outils d’autolimitation, tels que des limites de dépôt, des limites de mise et des périodes d’exclusion.
En suivant ces conseils simples, vous pourrez profiter pleinement de l’expérience du casino en ligne en toute sécurité et sérénité. Rappelez-vous que le jeu doit rester un divertissement, et non une source de stress ou de problèmes financiers.

Navigazione articoli

Vuoi rimanere aggiornato sulle nuove tecnologie per la Didattica e ricevere suggerimenti per attività da fare in classe?

Sei un docente?

soloscuola.it la prima piattaforma
No Profit gestita dai

Volontari Per la Didattica
per il mondo della Scuola. 

 

Tutti i servizi sono gratuiti. 

Associazione di Volontariato Koinokalo Aps

Ente del Terzo Settore iscritta dal 2014
Tutte le attività sono finanziate con il 5X1000