Catania, giovane prof denuncia il sistema: lavoro gratis per fare punteggio
Così è se vi pare. I prof sanno come vanno le cose. Per insegnare nelle scuole si entra vincendo un concorso, oppure accumulando punteggio nelle graduatorie dei precari. Ed è su questo secondo criterio d’accesso alla professione che, soprattutto per i neolaureati, può funzionare così: lavorare gratis, negli istituti privati, per incassare i 12 punti annuali che permettono di “smuovere la classifica”. Uno, due, tre anni. Poi possono arrivare le supplenze statali. E magari lo stipendio vero. Ma a Catania una giovane prof non ci sta.
Il fatto
C’è infatti chi dice no. Come Giulia, una giovane docente catanese che s’è rifiutata di sottostare ai ricatti. Ha detto no. No alle buste paga fasulle, no ai bonifici da restituire in contanti, no allo sfruttamento del lavoro, alle truffe. Giulia ha denunciato, raccontando la sua storia ai magistrati della Procura di Catania, con tanto di prove. Sola tra un mare di colleghi che invece accettano il sistema. Purtroppo Giulia è una coraggiosissima eccezione in un sistema consolidato di «reciproche convenienze». Così le definisce Giusto Scozzaro, responsabile nazionale del settore scuole non statali della Flc-Cgil. «I gestori cercano di massimizzare i profitti, sfruttando i giovani docenti con la trappola del punteggio», ammette.
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