GIOCO-COMPITO, NOMI SIA CONCRETI CHE ASTRATTI, solitario

Ciao a tutti, i nomi concreti e quelli astratti sono facili da imparare, i primi infatti sono percepiti da uno dei cinque sensi (es. banco, gomma, matita) mentre gli altri no (es. amore, amicizia, rispetto). Ci sono però dei particolari casi in cui lo stesso nome può essere sia concreto che astratto, dipende dalla frase in cui viene usato e a che cosa fa riferimento. Uh classico esempio è la parola CINEMA, può essere usata in riferimento al cinema come edificio oppure può essere utilizzata parlando del campo del cinema in genere. es. NOME CONCRETO È aperto il cinema questa …

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Le 4 varianti di solitario piu’ popolari da giocare online

Senza correre il rischio di esagerare, il solitario può essere senza dubbio ritenuto uno dei giochi di carte più popolari al mondo. Chiamato anche “Pazienza”, questo passatempo è nato presumibilmente in Nord Europa intorno al 1788, ma molto probabilmente ha risentito dell’ispirazione degli antichi giochi da tavolo con i tarocchi e del Mahjong di origine asiatica.

Quel che è certo è che il solitario ha vissuto una nuova rinascita sul finire degli anni ‘90, quando Microsoft decise di integrare una versione digitale del gioco all’interno dei propri sistemi operativi. Da quel momento in poi, non a caso, lo sviluppo di internet ha favorito la nascita di migliaia di portali che offrono giochi di solitario online gratuiti.

E fu proprio grazie alla popolarità riscossa dal giochino realizzato da Wes Cherry per Windows che la massa ha riconosciuto nel Klondike la versione “classica” del solitario. Eppure, di questo cervellotico gioco da tavolo, esistono migliaia di varianti, le quali differiscono tra loro per quantità di mazzi utilizzati, per la disposizione delle carte e per difficoltà. Ma quali sono, dunque, le 4 varianti di solitario più popolari da giocare online?

 

Solitario Klondike

Come già anticipato, il Klondike rappresenta la variante di solitario più popolare e diffusa in assoluto. Si gioca utilizzando un mazzo da 52 carte francesi, di cui 28 servono per la formazione del tableau. Questo è composto, infatti, da 7 colonne orizzontali di carte che devono essere disposte in modo specifico.

La prima colonna deve contenere una sola carta scoperta; la seconda colonna vede una carta coperta e una scoperta; la terza colonna contiene due carte coperte e una a faccia in sù, e così via fino alla settima colonna in cui dovranno essere presenti 7 carte di cui solo una scoperta. Le carte restanti serviranno per formare il pozzetto, da disporre in alto a sinistra rispetto al tavolo.

In alto a destra, invece, occorre lasciare quattro spazi vuoti che fungeranno da basi, o pile. Obiettivo del gioco è proprio quello di riempire le pile con delle scale crescenti complete per ogni singolo seme, dall’Asso fino al Re. Per fare ciò è necessario spostare le carte presenti all’interno del tableau per cominciare a creare delle successioni numeriche.

 

Solitario FreeCell

Anche il solitario FreeCell, come il Klondike, deve buona parte della sua leggendaria fama ai primi sistemi operativi Windows rilasciati negli anni ‘90. Questa variante si differenzia dal classico solitario principalmente per la presenza di quattro celle libere (da cui il nome del gioco) in cui è possibile “appoggiare” le carte per liberare momentaneamente il tableau.

Inoltre, la sezione centrale del tavolo da gioco è costituita da 8 colonne di carte, tutte rigorosamente scoperte. Le prime 4 colonne contengono sette carte ciascuna, mentre le restanti 4 sono formate invece da sei carte. A differenza del Klondike, infatti, tutte le carte del mazzo vengono impiegate per formare il tableau, così che il giocatore non può fruire del pozzetto per pescare nuove carte.

Anche in questo caso, tuttavia, lo scopo è quello di inserire scale crescenti di carte all’interno delle pile. Il giocatore può spostare una sola carta per volta tra le colonne del tableau o, eventualmente, può muovere più carte in blocchi se queste sono combinate tra loro in modo da formare una parziale scala decrescente.

 

Solitario Spider

Pare che il solitario Spider sia nato ufficialmente nel 1949, e deve il suo nome al numero di pile che il giocatore ha a disposizione. Queste, infatti, sono 8, proprio come le zampe di un ragno, il che lascia già intendere che questa variante del gioco prevede l’utilizzo di due mazzi di carte da 52. In questo caso il tableau è formato da 10 colonne: le prime 4 sono costituite da sei carte, mentre le restanti contengono cinque carte ciascuna.

Similmente al solitario Klondike, anche in questa variante la carta che si trova in cima rispetto a ciascuna colonna è disposta a faccia in sù, mentre tutte le altre risultano coperte. Il giocatore conclude una partita nel momento in cui avrà riempito tutte e 8 le basi con scale di carte in ordine crescente, dall’Asso al Re. Giocando al solitario Spider è possibile, inoltre scegliere tra 3 differenti livelli di difficoltà.

Si può selezionare, infatti, la versione ad 1 seme, a 2 semi o a 4 semi. Il primo grado di difficoltà consente al giocatore di creare scale di carte badando esclusivamente al loro valore numerico. La versione a 2 semi impone di combinare tra loro carte che presentano lo stesso colore, mentre il livello a 4 semi permette di unire tra loro esclusivamente carte dello stesso seme (e quindi anche dello stesso colore).

 

Solitario Tripeaks

Il nome di questa variante deriva principalmente dalla disposizione delle carte sul tableau di gioco. Per cominciare una partita a Tripeaks, infatti, occorre innanzitutto realizzare tre piramidi di carte adiacenti tra loro, ognuna delle quali è formata da 6 carte coperte. La cima di ogni piramide, insomma, vedrà una singola carta, mentre il secondo e il terzo gradino devono essere costituiti rispettivamente da due e tre carte.

Alla base di queste tre piramidi, poi, si dispongono orizzontalmente dieci carte a faccia in sù. Il resto del mazzo andrà a formare il pozzetto. La prima carta del pozzetto, all’inizio di ogni mano, viene pescata e girata a faccia in sù alla destra del mazzo. Questa, infatti, andrà a formare la pila degli scarti. Data l’assenza di basi, questa variante ha un meccanismo di gioco leggermente diverso.

Il giocatore può eliminare una carta dal tableau solo se è maggiore o minore di una sola unità rispetto alla carta nella pila degli scarti. Si comincia, dunque, rimuovendo le carte scoperte, per poi gradualmente liberare le carte all’interno delle tre piramidi. Quando una carta viene rimossa dal tableau, questa va inserita all’interno del mazzo di scarti. Per vincere al solitario Tripeaks, insomma, è sufficiente liberare completamente il tavolo da gioco.

 

Una variante per ogni gusto!

Queste erano soltanto 4 delle varianti di solitario più popolari che è possibile giocare comodamente online. Oggigiorno, questo gioco da tavolo è ritenuto un vero classico, al pari dell’imperdibile Monopoly e della tombola.

Dal momento che la rete mette ormai a disposizione innumerevoli portali digitali e app per dispositivi mobile in cui giocare alle principali varianti del solitario, non resta far altro che cominciare subito una nuova mano e mettere alla prova la propria pazienza.

 

Nomi comuni e propri: Schede Didattiche Semplificate

Imparare la differenza tra nomi comuni e nomi propri è una tappa fondamentale per gli studenti della scuola primaria. Questo concetto grammaticale è essenziale per lo sviluppo delle competenze linguistiche e per una corretta scrittura e lettura. Le schede didattiche semplificate sono uno strumento prezioso per insegnanti e genitori, che possono utilizzarle per spiegare in modo chiaro e divertente queste nozioni ai bambini.
Le schede didattiche semplificate offrono un approccio pratico e visivo all’apprendimento, rendendo più facile per i bambini comprendere e ricordare le informazioni. Con l’ausilio di esempi concreti, attività interattive e giochi educativi, gli studenti possono esercitarsi e consolidare la loro conoscenza dei nomi comuni e propri.
A fine articolo potrete scaricare gratuitamente in formato PDF “Nomi comuni e propri: Schede Didattiche Semplificate, Italiano per la Scuola Primaria“.
Indice

Cosa Sono i Nomi Comuni
I nomi comuni sono parole che designano persone, animali, cose o concetti in modo generico. Non indicano un’entità specifica, ma piuttosto una categoria o un gruppo. Ad esempio, le parole “gatto”, “casa” e “amico” sono tutti nomi comuni. Sono fondamentali nel linguaggio quotidiano poiché ci permettono di comunicare in modo chiaro e comprensibile.
Esempi di Nomi Comuni:

Persona: ragazzo, insegnante, medico
Animale: cane, uccello, pesce
Cosa: tavolo, penna, libro
Concetto: felicità, amore, paura

Cosa Sono i Nomi Propri
I nomi propri, al contrario, indicano un’entità specifica e unica. Vengono sempre scritti con la lettera maiuscola e possono riferirsi a persone, luoghi, animali, aziende, eventi, ecc. Ad esempio, “Marco”, “Roma” e “Fido” sono tutti nomi propri.
Esempi di Nomi Propri:

Persona: Alessandro, Maria, Luigi
Luogo: Parigi, Italia, Monte Everest
Animale: Snoopy, Felix, Balto
Azienda: Ferrari, Disney, Google

Differenze tra Nomi Comuni e Propri
La differenza principale tra nomi comuni e nomi propri è che i primi designano categorie generiche, mentre i secondi identificano entità specifiche. Questa distinzione è cruciale per la comprensione e la comunicazione precisa.
Caratteristiche dei Nomi Comuni

Scritti con la lettera minuscola
Designano categorie generiche
Possono essere usati in modo plurale (es. gatti, case)

Caratteristiche dei Nomi Propri

Scritti con la lettera maiuscola
Identificano entità uniche
Solitamente non si usano in forma plurale (es. Marci, Pari)

Attività con Schede Didattiche per Nomi Comuni e Propri
1. Classificazione dei Nomi
Distribuisci una scheda con un elenco di parole miste. Chiedi agli studenti di classificare le parole in nomi comuni e nomi propri, scrivendole nelle colonne appropriate.
2. Gioco del Memory
Crea un gioco del memory con carte che riportano nomi comuni e propri. I bambini devono trovare le coppie corrette, abbinando un nome comune con un nome proprio correlato (es. “città” e “Roma”).
3. Completa la Frase
Fornisci frasi incomplete con spazi vuoti da riempire con nomi comuni o propri. Ad esempio: “Il ____ (nome comune) di Maria è molto dolce.” “Il cane di ____ (nome proprio) è molto dolce.”
4. Racconta una Storia
Chiedi ai bambini di creare una breve storia utilizzando una lista di nomi comuni e propri. Questo esercizio stimola la creatività e aiuta a consolidare la comprensione delle due categorie.
Conclusioni
Le schede didattiche semplificate per i nomi comuni e propri sono un eccellente strumento per l’insegnamento nella scuola primaria. Utilizzando una combinazione di spiegazioni, esercizi pratici e attività interattive, gli studenti possono sviluppare una solida comprensione di questi concetti fondamentali, migliorando la loro capacità di comunicazione e la loro competenza grammaticale.

Potete scaricare e stampare gratuitamente in formato PDF “Nomi comuni e propri: Schede Didattiche Semplificate, Italiano per la Scuola Primaria“, basta cliccare sul pulsante ‘Download‘:

Domande Frequenti su ‘Nomi comuni e propri’: Italiano per la Scuola Primaria

Che cos’è un nome comune?
Un nome comune è una parola che indica persone, animali, cose o idee in modo generico. Non specifica un individuo unico, ma una categoria o una classe di oggetti. Ad esempio, “gatto”, “sedia”, “scuola”.

Che cos’è un nome proprio?
Un nome proprio è una parola che indica un individuo unico, specifico, tra persone, animali, luoghi o cose. Viene scritto con la lettera maiuscola. Ad esempio, “Marco”, “Fido”, “Roma”.

Qual è la differenza tra un nome comune e un nome proprio?
La differenza principale è che un nome comune indica un tipo generico di persona, animale, cosa o luogo, mentre un nome proprio indica un’entità specifica e unica. Ad esempio, “cane” è un nome comune, mentre “Fido” è un nome proprio.

Perché i nomi propri si scrivono con la lettera maiuscola?
I nomi propri si scrivono con la lettera maiuscola per distinguerli dai nomi comuni e per indicare che si riferiscono a un’entità specifica.

Come posso riconoscere un nome proprio in una frase?
Puoi riconoscere un nome proprio perché inizia sempre con la lettera maiuscola e indica un’entità specifica. Ad esempio, nella frase “Martina va a scuola”, “Martina” è un nome proprio perché si riferisce a una persona specifica.

Tutti i nomi propri sono di persone?
No, i nomi propri possono riferirsi a persone, animali, luoghi, o cose specifiche. Ad esempio, “Italia” è un nome proprio di un luogo, mentre “Simba” potrebbe essere il nome proprio di un leone.

Cosa succede se un nome comune diventa un nome proprio?
Un nome comune può diventare un nome proprio quando viene utilizzato per identificare un’entità specifica. Ad esempio, “fiore” è un nome comune, ma “Fiore” potrebbe essere il nome di una persona o di un’azienda, diventando così un nome proprio.

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